E' trascorsa una settimana dalla Battaglia del pozzo di Helm. Saruman è morto e la sua sfera di cristallo ha emanato un'energia così potente che le mie mani sono diventate interamente nere, come la pece. Non c'è stato verso di farle tornare normali e più ci avviciniamo a Mordor più si espandono le venature.
C'è stata una splendida festa in casa di Re Theoden. Un'attimo di felicità, musica e giochi, una serata davvero divertente, specialmente quando Gimli e Legolas hanno fatto la sfida di chi resiste di più all'alcol. Quella festa mi ha ricordato quelle del palazzo, in quelle mi divertivo meno, ho perso il conto di quanti anni son passati dall'ultima volta che mi sono goduta veramente una festa.
Dopo un incidente, che si poteva certamente evitare, con la sfera di cristallo, quando Pipino l'ha presa mentre Gandalf dormiva, le mie braccia sono diventate nere fino ai gomiti. Lo stregone era terribilmente preoccupato da questa condizione e ha cercato ancora di capire cosa fosse. Ha ipotizzato che si trattasse della magia oscura, un vecchio rituale non solito ai cavalieri come Sauron, troppo complicato, ha detto. Gandalf non ha voluto spiegare nient'altro, gli altri hanno pensato non sapesse bene di cosa si trattasse, ma io lo conosco fin troppo bene, non lo vuole dire perché vuole essersi sbagliato, vuole far si che, evitando di accettare la realtà, essa si modifichi e diventi più semplice, il che forse è anche peggio.
Ognuno adesso ha un cavallo proprio, anche Gimli. Ho cercato di stare alla larga dagli altri, le mie mani sono diventate la parte che più odio del mio corpo, non voglio che anche gli altri arrivino a odiarle tanto quanto me.
E' arrivata una chiamata di aiuto da Gondor e Theoden ha deciso che Rowan avrebbe inviato rinforzi. Ci stiamo preparando da circa due giorni, tutti i cavalieri sono pronti a partire a cavallo, mentre io prendo l'equipaggiamento necessario e lo carico sul mio di cavallo mentre gli altri aiutano dentro con le provviste di cibo. Erodin è sempre stato molto leale, più di qualunque uomo possa esserlo, e anche se le mie mani sono nere come il male al suo stato più puro e concentrato, si lascia accarezzare da me.
Sento qualcuno entrare nelle stalle dietro di me, qualche cavaliere che deve prendere il suo cavallo per unirsi agli altri pronti di fronte alle porte della città suppongo. Allaccio la chiusura del pacco che ho appena riempito e sento delle mani poggiarsi sui miei fianchi. Mi girano con gentilezza e mi rivelano il viso preoccupato di Legolas. "Perché ti nascondi?" Mi chiede a bassa voce, come se fossimo in un posto affollato e non volesse che nessuno lo sentisse.
"Mi sembra ovvio" Rispondo guardandolo dritto negli occhi, nelle sue bellissime iridi viola. Non distoglie lo sguardo mentre pensa probabilmente a cosa dire. All'improvviso, mi prende le mani mantenendo il contatto visivo e vi ci posa le labbra gentilmente. Lo fisso attonita, come può non aver paura di quello che al momento ha trovato asilo dentro di me? "Sei sempre tu, rimani la ragazza dagli occhi verdi che mi ha rubato il cuore da quando l'ho vista a Gran Burrone, e fino a quando non sarai tu a volerlo, non mi allontanerò da te per nessuna ragione"
Mi sento come se fossi in uno dei miei libri, in una di quelle scene così belle da sembrare irrealizzabili, nelle quali non esistono risposte giuste o sbagliate. Distolgo lo sguardo mentre un sorriso si fa spazio sulle mie labbra. Con la mano destra mi prende delicatamente il mento per riportare i miei occhi nei suoi e avvicina il suo viso al mio. Con una leggerezza disarmante sento le sue labbra posarsi sulle mie.
Quando finiscono quei pochi secondi di armonia mi dice un'ultima cosa " Promettimi che non ti nasconderai mai più da me" in un sussurro "Lo prometto" rispondo, sapendo che non accetterà un'altra risposta. Dopo ciò, mi aiuta a salire sul mio cavallo e va a prendere il suo per raggiungere i soldati radunati alle porte di Rowan.
Un'intera giornata di intenso galoppo ci porta verso un posto nel quale il re Theoden fa organizzare un accampamento. Tende e cavalieri si vedono dovunque si guardi e per qualche secondo sento di essere nel posto sbagliato, cerco di convincermi di meritarmi di essere li, in qualche modo, anche se non funziona molto. La mia tenda è parecchio grande, quasi quanto quella del re, cosa che mi stupisce e non poco, ma non mi faccio troppe domande. Probabilmente partiremo per Gondor domani mattina quindi, dopo un buon bagno caldo, passo il pomeriggio ad allenarmi con Eowyn.
Ormai è notte e dalle tende, poste in un punto circa a metà dell'altezza della montagna, si vedono delle luci fiocche che illuminano l'ambiente. In lontananza vedo un cavallo bianco che, in sella, porta qualcuno coperto in un tessuto nero così opaco da oscurare addirittura la faccia. Mi dirigo verso la tenda del re e li riferisco quel che ho visto, dopo di che mi manda a riposare nelle mie stanze. Stranamente ascolto il suo consiglio e mi ritiro, anche se c'è qualcosa nella sua voce che mi suggerisce che non mi abbia detto tutto quello che, forse, avrei dovuto sapere.
Il tessuto rosso della mia tenda ha un colore che non mi piace per niente, ogni volta che mi guardo allo specchio qua dentro sembro pallida come un morto, quindi accendo solo un paio di candele vicino al letto per dormire. Un vero peccato che qui io non abbia nessuno dei miei tanto amati libri, è proprio il momento giusto per distrarre la mia mente con una buona storia. Un soffio d'aria fredda si insinua dall'apertura, considerata porta, sul lato destro del velo rosso, il che significa che il misterioso passante è arrivato.
In questo momento la ragione sta avendo una discussione con la curiosità dentro di me, una parte sa bene di dover rimanere nella tenda, di dover dormire per essere pronta ad affrontare la battaglia domattina ma l'altra parte non vede l'ora di sapere chi sia appena arrivato e cosa voglia da noi, potrebbe essere una spia, oppure qualcuno scappato da Gondor in cerca d'aiuto. Spengo una delle candele accanto al letto dal lato opposto alla finta porta e... "Aliris" il mio nome viene pronunciato con tale rapidità e sicurezza che per un secondo penso di non aver analizzato bene il portatore di quella voce, fino a quando non mi giro e vedo l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere, mio zio Elrond.
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Finalmente il capitolo 34, e ci avviciniamo sempre di più alla fine ma non preoccupatevi c'è ancora un po' di strada da percorrere.
Se vi è piaciuto questo capitolo lasciatemi una stellina di supporto!
Cercherò con tutta me stessa di concludere questa storia entro l'anno nuovo quindi non perdetevi gli aggiornamenti successivi!
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Crystallized Heart||Legolas Greenleaf||
Fanfiction[Nella storia seguo fedelmente la trama della trilogia del signore degli anelli con un unico cambiamento; l'aggiunta di un personaggio] Il regno di Deletria è un posto appartato, nascosto agli occhi degli uomini che voglio sfruttare il potere dei su...