Capitolo 39

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Sono passati cinque anni da quando Aragorn è diventato re

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Sono passati cinque anni da quando Aragorn è diventato re. Frodo è tornato alla contea e poi è partito con gli elfi verso Valinor insieme a Gandalf, Galadriel e Lord Elrond, il solo ricordo di quella giornata mi riempie gli occhi di lacrime. La compagnia dell'anello non esiste più, anche se nel cuore saremmo legati gli uni agli altri per sempre, pur essendo lontani. I primi giorni d'inverno bussano alle porte e i preparativi per l'Hirsid vengono montati nella sala da ballo. Per diverse ragioni non sono stata presente negli ultimi anni, ho visitato Arwen in quel periodo la prima volta, poi sono andata alla contea e le altre volte non avevo semplicemente voglia di vedere nessuno.

Mi sono isolata da ogni cosa che potesse riportarmi alla mia vecchia vita, cercando di non dimenticarlo. Ormai ho imparato a conviverci, ma l'ultima volta che ho visto Legolas è stata all'incoronazione di Aragorn e non riesco a non pensare ogni giorno a lui. Mi ha perseguitata come un fantasma e questi cinque anni, che per noi elfi passano veloci come lo scorrere dell'acqua del fiume, che però comunque sono stati un supplizio. Mancano appena due giorni al ballo e mio padre continua a disturbare i lavoratori insistendo sul fatto che tutto sia perfetto. 

Esco dalla mia camera e vado verso la biblioteca, nella strada mi ritrovo mia sorella che perseguita nei corridoi un piccolo gufo che si è infiltrato nel palazzo. "Cosa fai?" "Voglio prendere il gufo, mi aiuti?" Dice con fare ovvio portandosi le mani davanti indicando il piccolo uccello "Certo che no, lascialo andare fuori! Ti piacerebbe se qualcuno ti prendesse da casa tua e ti portasse da qualche altra parte?" La mia memoria mi ricorda che questo fatto è già successo quindi aggiungo "di nuovo" cercando di trattenere le risate. Ormai il ricordo di quei due mesi sono oggetto di battute e sorrisi, non ha senso ricordare tutto il dolore, dopotutto con quello si deve convive.

"Dove stai andando?" mi chiede Aranel "Non avrai intenzione di chiuderti di nuovo in biblioteca vero?" "Sai stai diventando un po' troppo autoritaria, in ogni caso è esattamente quello che intendo fare" Detto ciò mi chiudo la porta alle spalle e mi sdraio su una delle poltrone riprendendo a leggere i libri della storia della prima era della terra di mezzo. Forse se avessi letto alcuni di questi prima di partire con la compagnia dell'anello sarei stata più utile, oppure no. 

Le porte si aprono e nella stanza entra mio padre, più felice del solito. Si avvicina a me e si siede in una poltrona proprio di fronte. "Nell'Hirsid, se non è troppo chiedere, vorrei che fossi gentile con gli invitati" Mi dice introducendo un discorso che so fin troppo bene dove andrà a finire. "Io sono sempre gentile con gli invitati" Replico mentre i miei occhi non abbandonano la lettura. "Con tutti gli invitati, anche coloro che vogliono la tua mano" Annoiata, sbuffo e appoggio il libro accanto a me, mentre la mia espressione è sufficiente a dimostrare la mia disapprovazione. 

"Ormai tante volte ho lasciato che non ti presentassi al ballo, ma è arrivato il momento di farlo. Dovrai essere gentile e trattare bene, senza rispondere, chiunque anche se non è la persona con cui magari preferiresti condividere il trono" "Condividere il trono? Il matrimonio non è solo quello e lo sai più che bene, non voglio sposare nessuno di quei principi stupidi assetati di potere che vengono ogni anno!" Mi fermo per qualche secondo e poi replico "Ma va bene" La risposta lascia spaesato sia lui che me stessa, non riesco a credere a quello che ho appena detto. 

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Oggi si festeggia finalmente l'Hirsid e devo ammettere che sono emozionata, dopotutto, se non fosse per i pretendenti, mi è sempre piaciuta questa festa. I miei capelli vengono pettinati e arricciati con cura, con l'aiuto delle pietre dal regno perduto di Arnor, che scaldate col fuoco creano delle curve perfette e durature. Sulle labbra mi viene steso del colore estremamente rosso, dal colore e sapore assomiglianti al vino, con precisione. Infine le giovani ragazze che lavorano al castello mi passano il vestito, ovviamente scelto da mia madre, rosso. Il colore richiama le mie labbra e in alcuni punti scelti con precisione c'è del tulle nero che richiama i cespugli di rose con pietre del medesimo colore al centro di ogni fiore. 

Non ho mai amato i colori così cupi ma non posso dire che il vestito non sia bello. Lo indosso velocemente, quando mi rendo conto di essere in ritardo esco velocemente dalla mia stanza. Scendo le scale di corsa cercando di non cadere e vado verso il giardino in cerca di mia madre. Passo di fronte alla sala del trono e con uno sguardo veloce vedo mio padre ma non mi fermo. "Dove corri?!" Grida dalla sua posizione facendomi fermare, sbuffare e voltare nella sua direzione.

"Molto bene, adesso che sei pronta chiamerò tua madre ed entreremo nella sala da ballo" Dice mentre finisce di dare ordini in giro a chiunque passi di fronte a lui. "Non stavo cercando di scappare stavo solo cercando mia mamma" Dico alzando le braccia al cielo in segno di arresa. Appena vedo mia madre la noto felice e fiera di se stessa per la scelta dell'abito. "Sei stupenda, gli occhi di tutti saranno su di te sta sera" Afferma nel suo splendido vestito blu notte. Speriamo di no, se mi annoio almeno forse posso uscire dalla vetrata e cercare di arrivare alla mia camera dal retro, dalla porta che usano i dipendenti. 

"La prima cosa che dovrai fare è ballare con ognuno dei cavalieri che si presenteranno, abbiamo rispolverato vecchie tradizioni e forse è il momento di far tornare anche il ballo di Saeros" Dice mio padre mentre si schiarisce la gola. Credo che, di tutto quello che mi ha detto nella mia vita, questa sia la peggior notizia. Il ballo di Saeros è un vecchio rituale di matrimonio, ideato apposta per le principesse troppo viziate con le quali non si poteva arrivare a nessuna conclusione, che preferivano non sposarsi. 

Non dura molto ma durante il ballo bisogna dedicare qualche minuto a ogni persona che voglia ballare, e scartarle una dopo una se non sono quelle giuste, fino a quando la musica conclude, in quel momento il compagno di ballo sopravvissuto sarà il futuro sposo, indiscusso.

"State scherzando spero!" Dico nella più totale disperazione "Non è il momento per discutere, ormai siamo in ritardo ed è arrivata l'ora per te di sposarti, non mi hai lasciato altra opzione" Senza voler ascoltare predica da parte mia il re si gira verso la porta che viene aperta di fronte alle centinaia di persone che sono pronte a vedere lo spettacolo nel quale io sono intrappolata col ruolo principale.

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Eccovi come promesso il capitolo 39!

Alla fine mentre rileggevo il 40 ho deciso che lo avrei pubblicato insieme al 41 giacché uno dipende dall'altro e perché volevo proprio lasciare un po' di spazio per realizzare di aver concluso questo libro.
Come sempre; se vi è piaciuto questo capitolo vi prego di lasciarmi una stellina di supporto!

Entrambi i capitoli finali saranno pubblicati Mercoledì 11 dopo le 18:00.

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