Capitolo 36

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Una sensazione di freddo mi fa venire i brividi, vedo solo una luce accecante attorno a me, bianca  e infinita

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Una sensazione di freddo mi fa venire i brividi, vedo solo una luce accecante attorno a me, bianca  e infinita. Mi sento indifesa ed esposta, riesco a malapena a camminare. Le mie mani non sono più nere ed emanano una nebbia bianca, sono così leggere che le sento a fatica. I miei capelli sono sciolti, perfettamente pettinati con delle leggere onde. Indosso un vestito bianco trasparente che permette al gelo di penetrare la mia pelle. Mi copro istintivamente e sospiro osservando l'aria calda diventare fumo bianco. 

Non c'è nulla attorno a me, cerco di chiamare aiuto ma nessuno risponde. Dove sono? Come sono arrivata qui? Per qualche secondo ho l'impressione di essere morta, fino a quando non sento un leggero calore in mezzo alle clavicole, sul petto. Porto le mani sopra una superficie liscia e bollente, e avvolgo le mie dita attorno alla pietra. Tolgo la catena che la tiene stretta al collo per guardarla meglio e mi accorgo che è la collana ce mi diede Galadriel. 

Non ricordavo nemmeno di averla addosso, così leggera da essere impercettibile. Adesso però è diversa, ha delle venature nere al suo interno, la ricordavo interamente bianca come in quarzo. La osservo stranita fino a quando le parti nere incominciano a crescere e consumano la purezza della pietra senza pietà. La lascio cadere con la paura che possa far tornare le mie braccia come prima e al contatto con il pavimento si spezza in mille frammenti come fosse vetro. 

Un'enorme ombra incombe attorno a me e l'aria è diventata pesante. Sento il vento, che prima era completamente assente, scorrere attorno a me sempre più velocemente fino a quando tutto finisce ed io chiudo gli occhi.

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Mi sveglio prima dell'alba e mi preparo per partire il prima possibile, se non otterrò appoggio da mio padre perché dovrei aspettare? Entro nel bagno e mi lavo con l'acqua fredda e chiara, da quando sono entrata a Deletria le mie mani sono ritornate normali, ma sento ancora quella presenza sotto la mia pelle, credo faccia parte dell'incantesimo di protezione. E' solo un bene che agli occhi degli altri le mie mani appaiano normali, se mio padre le avesse viste mi avrebbe mandata in una delle celle sotterranee, senza poter vedere la luce del sole fino a quando non fossero tornate normali. 

Dopo la lunga notte passata a dormire comodamente sul mio letto in un sogno pesante e privo di sogni, almeno che io ricordi, sono ponta a ritornare. Non c'è tempo da perdere mi guardo allo specchio e vedo il mio vestito da notte, una leggera camicia bianca lunga fino a sotto le ginocchia trasparente. Mi alzo e prendo dall'armadio un vestito bianco estivo, per niente adatto alla stagione ma non sento il freddo punente di ieri quindi lo indosso velocemente guardandomi allo specchio. La tela scorre dai miei fianchi fino ai piedi e dal punto vita in su ci sono due strisce di tessuto che coprono il seno, senza dubbio è un vestito meraviglioso. Non ricordo chi me l'abbia donato, forse mia madre oppure mia zia. 

Lascio i capelli liberi, limitandomi a pettinarli con cura per poi prendere un paio di pugnali e assicurarli sul fianco destro. Incredibilmente non sento la necessità di indossare l'armatura o di prendere la mia spada o l'arco anche se forse sarebbe intelligente portarli comunque in caso servissero. Mi dirigo verso il giardino sperando di trovarvi mia madre, ma trovo mio padre comodamente seduto al suo posto, appoggiato allo schienate della sedia. In mano ha un modellino da guerra, quelli che simboleggiano le famiglie nelle mappe per tracciare i piani d'attacco. Sbatte impercettibilmente il piccolo oggetto sul tavolo mentre ascolta con attenzione ciò che il capo militare ha da dire.

In pochi secondi l'elfo s'inchina e si ritira sveltamente, in quel momento mi faccio coraggio e mi avvicino al Re a testa alta. "Mi chiedevo dove fosse mia madre, volevo salutarla prima di partire, hai idea di dove sia" Dico mentre rimango in piedi vicino al tavolo. Mio padre mi guarda da testa a piedi e si accomoda sulla sedia, appoggiando entrambe le braccia sul tavolo. "Buongiorno anche a te adorata figlia. Sto molto bene, grazie per avermelo chiesto." Con fare ironico mi guarda con il ghigno a cui inizia a prendere gusto, aspettando una risposta. 

Sospira pesantemente e molla la presa, mentre io mi limitavo a trattenere il respiro, non mi piace la situazione in cui mi sono messa con mio padre. "Se pensi veramente che ti lascerò andare in guerra da sola, ti sbagli di grosso. Anche perché tua madre mi ucciderebbe se sapesse il contrario, sta al solito posto, con le sue amate rose." Un sorriso che cerco di trattenere inutilmente si fa strada sulle mie labbra. "Grazie" mi limito a dire mentre mi giro per andare verso mia madre. 

Seduta in ginocchio, che ammira i suoi cari fiori bianchi come la luce delle stelle, mi avvicino e la saluto. Mi guarda con occhi fieri ma leggermente cupi. "Promettimi che farai attenzione, e che tornerai a casa una volta conclusa la battaglia" Dice mentre mi accarezza i capelli con dolcezza. "Lo prometto" Mi avvolge delicatamente tra le sue braccia e mi da un bacio leggero sulla fronte, dopodiché mi volto lasciandola al suo giardinaggio. 

Cerco il mio cavallo per partire prima e una volta arrivata alle stalle lo trovo interamente equipaggiato. Uno stalliere ha appena finito di pettinarlo e con inchino veloce si ritira. "Di a mio padre che partirò prima, e di non tardare con l'esercito. Grazie" Dico senza voltarmi mentre l'elfo si limita ad annuire. Guardo Erodin attentamente e mi sembra che sia tropo appesantito dalla sella, quindi la tolgo, lasciando solo le borse che contengono l'artiglieria. 

Salgo con facilità è incomincio ad avviami verso l'uscita. Non passo attraverso la città, questa volta prendo una strada attraverso i boschi che mi permette di passare inosservata. Una volta di fronte alla barriera, quando ci ritroviamo a pochi metri, si apre velocemente a sufficienza per farci uscire senza problemi. Qua inizia il viaggio di ritorno ma questa volta non andremmo a galoppo per tutto il giorno, non ho tempo da perdere. Molto probabilmente Erodin sarà stanco all'arrivo ma in poco tempo e non troppo cibo si rimetterà presto. Spero di arrivare prima del pomeriggio.

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Ho finito di scrivere questa storia, ma mi prenderò un po' di tempo per perfezionare gli ultimi capitoli. Eccovi il capitolo 36, se vi è piaciuto lasciatemi una stellina!

Buon capo d'anno a tutti e vi auguro le migliori cose in questo 2023!

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