CAPITOLO 38

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Mi avvicinai cautamente cercando di capire se stesse dormendo o meno. Ma sembrava sveglio, non propriamente. Stava guardando il muro senza distogliere lo sguardo. Mi avvicinai ancora di più guardandolo e cercando di capire cosa stesse osservando. Sembrava aghicciato, immobilizzato, fermo. Mi sedetti sulla sedia che era disposta vicino al letto. Restai ad osservarlo per qualche minuto, non si mosse di un centimetro. Restai lì per un'ora o forse due a guardarlo, guardarlo e basta. Ad un certo punto mi alzai, stanca di stare lì, ma appena lo feci mi afferrò il braccio

<< non puoi andare via senza sapere>> sembrava posseduto, i suoi occhi erano completamente bianchi, la pupilla era sparita l'occhio era solo una palla bianco latte. Mi avvicinò la bacchetta alla tempia. La mia si trovava dentro il mio mantello da viaggio, non feci in tempo a prenderla prima che Arnold mi lanciasse un'incantesimo.

Mi ritrovai in un ricordo, doveva essere il suo. C'erano mia madre e mio padre, non Bellatrix e Rodopulus, molto più giovani e stavano discutendo. Lei teneva una piccola bambina tra le braccia. Le loro urla riecheggiavano per tutta la stanza. Era chiaro che stessero litigando, ma non era chiaro per cosa stessero litigando. Volevo toccare la donna che mi teneva in braccio, ma appena allungai la mano questa si dissolse non lasciandomi modo di toccarla, per poi riapparire continuando il suo discorso

<< non puoi tenerla all'oscuro per sempre, non capisci, lei deve sapere, non subito ma quando ne avrà l'età lei dovrà sapere. Non siamo i suoi genitori, non possiamo tenerglielo nascosto a vita>> la donna sembrava molto determinata su questo punto, ma Arnold non sembrava voler lasciar perdere

<< tu non capisci, non lo puoi capire è ovvio>> sembrava che stesse farneticando, come un pazzo posseduto, non che non lo sia mai stato

<< allora fammi capire>> gli gridò contro la donna, le lacrime stavano iniziando a colarle lungo il viso

<< e va bene>> fece un gesto con la bacchetta e ne venne fuori un ricordo che fluttuava. Nel ricordo vi erano due persone, Arnold e Bellatrix insime a Rodopulus. Mia madre e Arnold si stringevano la mano mentre mio padre teneva la baccheta puntata verso le mani intrecciate dei due. Stavano stringendo un voto infrangibile

" vuoi tu Arnold Wright scambiare nostra figlia per la nostra libertà?"

"Lo voglio "

"Vuoi istruirla secondo le regole dei purosangue e non raccontarle di noi fino alla sua marchiatura"

" lo voglio"

" vuoi restituirci nostra figlia quando riceverà il marchio dell'oscuro signore?"

"Lo voglio"

Nell'ultima frase Arnold sembrava molto titubante. Infatti appena il voto fu finito si accanì contro mia madre

" l'ultima frase non era compresa, l'accordo non era quello, a me serve un'erede e a voi la libertà " le ringhiò contro ma mia madre e mio padre si smaterializzarono scomparendo. Arnold invece, dalla rabbia, spaccò la lampada che si trovava al suo fianco. Il ricordo scomparì e le uniche figure che si vedevano erano quelle della mia finta madre e del mio finto padre.

Lei aveva le lacrime agli occhi, nuove lacrime che solcavano le croste delle altre

<< hai capito perché non posso dirglielo ? >> Arnold sembrava ancora più furioso di quello che era nel ricordo che avevo appena visto

<< non mi importa, io mi sacrificherei per lei>> gli urlò contro. La donna sembrava determinata a portare avanti la sua battaglia. La stavo ringraziando mentalmente per quello che stava facendo

<< non morirò per una bambina che non è mia>> prese la bacchetta in mano, avevo intuito quello che volesse farle ma non ci credevo finché le parole non gli uscirono di bocca

<< Avada Kedavra!>> una potente luce verde colpì la donna facendola cadere per terra, morta, senza vita.

Mio padre mi fece uscire dal suo ricordo portandomi alla realtà. La rabbia mi ribolliva in corpo lo guardai ancora, era lì fermo che continuava a guardare il muro, senza fare niente. Estrassi la bacchetta dal mantello da viaggio. Gliela puntai contro

<< Avada Kedavra!>> una luce verde uscii dalla mia bacchetta colpendo l'uomo davanti a me, non era degno di essere chiamato padre. Era morto, ma poco me ne importava, la mia coscienza adesso era sporca ma me ne sarei fatta una ragione. Mi sentivo...... bene, il che dovrebbe essere un problema, ma per me non lo era ormai. Presi le ultime cose che avevo appoggiato per poi uscire dal San Mungo e dirigermi alla Gringott già che c'ero. Avevo già in programma di andarci ma adesso che mio padre era morto dovevo spostare i suoi soldi da me. Mi diressi verso la banca. La struttura bianca metteva molto in soggezione chiunque c'entrasse, ma non me. Entrai tranquillamente interrompendo quel silenzio inquietante. Il tutto era interrotto di tanto in tanto da qualche piuma che veniva usata per scrivere. Mi diressi verso il fondo del corridoio dove un folletto stava contando dei galeoni. Molti galeoni

<< ehy, folletto>> richiamai la sua attenzione verso di me

<< oh signorina Wright, benvenuta, cosa posso fare per lei?>> mi chiese scortesemente. Odio i folletti

<< ho bisogno di fare uno spostamento di denaro >> dissi tranquillamente, mi trattenni un po' da fare un'alzata di spalle. Sarebbe stato molto maleducato

<< da quale camera blindata a quale?>> mi chiese lui continuando a guardarmi da quel suo insopportabile sgabello rialzato

<< da quella del signor Arnold Wright alla mia, mio padre adottivo è morto e quindi il suo denaro è mio di diritto, ecco la chiave della mia camera blindata, non ho quella di mio padre ma ho la mia bacchetta >> gli posizionati la bacchetta sopra alla scrivania, dovetti mettermi in punta di piedi. Il folletto prese la bacchetta per poi guardarla attentamente

<< sì, va bene, faremo il versamento quando vedremo la lettera dal min...>> non finì la frase che mi arrivò una lettera volante, sul sigillo vi era la W del Ministero. Si aprii per poi parlare

<< signorina Lestrange, la informiamo che suo padre adottivo, Arnold Wright è deceduto all'ospedale San Mungo qualche minuto fa. Nel suo testamento lascia a lei, sua unica erede, il suo patrimonio e la casa. Condoglianze dal ministro della magia. PS: saluti i suoi zii da parte mia >> la lettera si spezzetò davanti ai miei occhi. Lanciai un'occhiataccia al folletto che scese finalmente dal suo mini trono

<< mi segua prego>> mi fece strada verso una specie di vagoncino su rotaie. Mi sedetti dietro al folletto che guidava la struttura. Partimmo a tutta velocità verso la camera blindata di mio padre. La numero 647, ne ho sentito parlare solo poche volte dato che Arnold non mi ha mai fatto impicciare negli affari economici.

&quot;COUSINS&quot; Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora