CAPITOLO 16

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Il giorno dopo mi svegliai molto presto. Decisi di prendere solo bacchetta e una borsa con dentro qualche vestito, sarei stata via anche sabato e domenica per tornare poi il lunedì. Grazie a Silente posso prendere una passaporta direttamente dal suo ufficio che mi porterà davanti a casa. Uscii dalla sala comune cercando di far meno rumore possibile, riuscendo ad arrivare fino all'ufficio del preside. È una persona gentile da quello che ho sentito dire, saggia. Non ne so molto su Albus Silente. Arrivai dinanzi al gargoil di pietra

<< parola d'ordine?>> mi chiese con tono duro. Beh è un gargoil c'era da aspettarselo

<< sorbetto al limone>> mi sono informata prima di venire. Salì la scalinata fino ad arrivare all'ufficio. Molto spazioso e accogliente ma con troppi colori sfarzosi, non è esattamente il mio genere possiamo dire così

<< oh signorina Wright, non l'aspettavo così presto>> sembrava che il preside avesse un'aria molto stanca ma cercava di non darlo tanto a vedere

<< oh mi scusi, devo aver letto io l'orario sbagliato>> mi misi in mezzo al grande ufficio. A dire il vero ero abbastanza sicura che l'orario fosse giusto

<< vedo che ha molta fretta di andare>> mi guardava da i suoi occhiali a mezza luna

<< sì, ho delle cose urgenti da sbrigare >> volevo andare a casa, possibile che non mi desse quella fottuta passaporta e mi lasciasse andare

<< sai Beatrix, di solito la calma e la pazienza ripagano. È meglio aspettare qualche minuto in più e scoprire cose nuove che fare in fretta e perderle >> si mise seduto dietro alla scrivania, sorseggiando del succo di zucca. Non capivo il nesso. Io dovevo solo andare a casa. Mi sedetti davanti a Silente

<< mi scusi, ha la mia passaporta? Dovrei andare urgentemente a casa>> mi stavo inzinando ad innervosire

<< certo, è questa piuma, partirà giusto tra - guardò un'attimo l'orologio che si trovava appeso alla parete dietro di me- tra una quindicina di minuti>> disse con calma. Dovevo aspettare ancora quindici minuti! La mia pazienza si era esaurita, non sarei durata quindici minuti senza sbottare

<< se vuole può accomodarsi tranquillamente qui ed aspettare che la passaporta sia pronta>> sbuffai impertinente e mi sedetti iniziando a guardarmi intorno. Mi misi a giocare con la mia bacchetta

<< molto interessante>> Silente mi stava osservando. Non posso crederci che diventerò una mangiamorte tradendo quest'uomo che mi ha accolta nella sua scuola

<< cosa?>> chiesi incuriosita appoggiandomi con i gomiti sopra al tavolo

<< la tua bacchetta, è molto curioso... >> non capivo a cosa si stesse riferendo

<< cos'è curioso, è una bacchetta, con le sue particolarità come le altre. 12 pollici e mezzo, legno di biancospino e nucleo di corde di cuore di drago, inflessibile >> elencati le qualità della mia baccheta, ne andavo molto fiera. Sopratutto per il colore, il biancospino è un legno particolare che ha due diverse colorazioni. Il nero e il marrone scuro. La mia era un inteccio, i due colori si sposavano magnificamente in un unico colore prima della metà della bacchetta

<< è veramente un'ottima bacchetta >> si congratulò Silente, mi stava infastidendo il fatto che continuasse a guardarmi

<< è la bacchetta che sceglie il mago, quindi il merito di avere una buona baccheta non è mio>> la rimisi nella tasca dei miei vestiti, non mi fidavo ad andare a casa con la bacchetta nello zaino

<< però è il tuo carattere e la tua personalità che sono piaciuti alla tua bacchetta quindi lo definirei più un gioco di squadra, non ti pare?>> chiese inclinando la testa e guardandomi. Una persona strana Silente. Dopo qualche secondo spostò la testa per guardare l'orologio

<< oh cavolo, il tempo è volato, devi andare>> mi mise vicino la piuma. La presi in mano

<< ci vediamo lunedì >> furono le ultime parole che udii prima di essere risucchiata da un vortice che mi fece atterrare, con poca delicatezza, davanti al giardino di casa. Mi alzai dal terreno spazzolandomi i pantaloni. Presi una boccata d'aria e mi diressi verso la porta di casa. La mia amano era pronta per bussare quando la porta si aprii di scatto. Un uomo, biondo, sguardo da menefreghista e purosangue, stava uscendo da casa mia. Era seguito dalle urla di mio padre. Era ancora girato verso l'interno della casa

<< Lucius non posso e lo sai >> mio padre gli stava gridando dietro

<< aspetto la ragazza Arnold >> era il padre di Draco, Lucius Malfoy. Ma la vera domanda è: che ci fa Lucius Malfoy a casa mia? Si girò verso l'uscita e mi vide. Il suo sguardo era sorpreso ma ritornò subito alla sua espressione dura

<< oh Beatrix, che piacere vederti, ci vediamo>> com'era arrivato scomparì smaterializzandosi. Ero completamente spaesata. Lucius Malfoy a casa mia e in più che voleva? " aspetto la ragazza" che voleva dire

<< Beatrix che ci fai qui!?>> mi ringhiò contro mio padre vedendomi davanti all'ingresso immobile. Mi feci forza e entrai nella cupa casa. Misi su la mia maschera di emozioni e mi diressi a passi decisi verso il tavolo del salotto

<< sono venuta a parlare>> l'elfo domestico era già arrivato a portare via la mia roba

<< oh del signore oscuro, certo >> mio padre sembrava già arrabbiato per la chiacchierata con il signor Malfoy, ma si riscosse sentendo il nome del Signore Oscuro

<< conosci un certo Tom Riddle?>> inviziai a fare domande cercando di essere il più discreta possibile

<< sì, è il figlio del Signore Oscuro, chi non lo conosce, dovrebbe essere arrivato a scuola da poco se non sbaglio >> l'elfo gli aveva portato un bicchiere di whisky, il che non mi rassicurava affatto, mio padre è pericoloso quando beve

<< bene , dice che una certa Bellatrix Lestrange ti cerca>> si irrigidì di scatto, mi nascondeva qualcosa

<< ho sentito che è uscita da azkaban grazie al Signore Oscuro, ovviamente, ma che mi cerca non ne avevo la minima idea >> riprese la sua posizione tranquilla

<< come mai parli con Tom? E poi perché vuoi sapere dei Lestrange ? >> mi chiese sospettoso. Stava iniziando a dubitare di me

<< pura curiosità>> mi sedetti dall'altra parte del tavolo davanti a mio padre che era a capotavola

<< quando sarò marchiata? >> chiesi, dovevo assolutamente fare domande anche su questo o la mia copertura sarebbe saltata

<< quando Silente sarà ucciso, verso la fine dell'anno, faremo una riunione una specie di festa >> lo disse con una tranquillità tale che mi spaventava, non è normale

<< ok, perché non abbiamo un albero genealogico a casa?>> dovevo saperlo, almeno questo. Mio padre sembrava al quanto insospettito, aggrottò le sopracciglia ma poi lasciò correre

<< perché non ne abbiamo bisogno >> si alzò dalla tavola, e quello era il segnale che non avrebbe risposto più alle mie domande

<< per quanto ti fermi qui?>> chiese, anche se non serviva dato che questo weekend lo incontrerò si e no 2 volte

<< ritorno a scuola lunedì >> mi alzai anch'io dalla comoda sedia

<< bene>> mi congedò andandosene verso il suo ufficio. Che bel genitore.

&quot;COUSINS&quot; Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora