CAPITOLO 67

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20 Aprile 1998

Oggi era il mio compleanno, strano da dire. Ormai sono talmente abituata a queste giornate senza vita e monotone che non riesco a credere in un giorno felice. Sono ancora capitano della squadra di quidditch, io e Jassy non abbiamo chiarito e i miei turni di ronda sono aumentati. La guerra si sta avvicinando, se ne stanno accorgendo praticamente tutti. È inutile nascondere le mosse di Voldemort, ormai tutti sanno che si sta preparando per un attacco. Non vedo Draco da un po' per non parlare dei miei genitori, e Narcissa, non la vedo da molto, troppo tempo. Io e Tom fuori siamo la coppia perfetta ma in realtà non lo vedo quasi mai. Con Jassy non parlo da almeno un mese dalla nostra ultima litigata. Ho perso tutto. Ho perso tutti. Non riesco a credere come la mia vita sia precipitata in questo modo. Il corridoio della scuola è vuoto come me. Molto plausibile dato che è domenica. Oggi è stato un giorno come tutti gli altri. Mi sono svegliata ho mangiato e adesso sto girando a caso per i corridoi del castello. I compiti sono in fondo alla mia lista. E non ho intenzione di fare niente. Assolutamente niente, almeno non oggi. Non ho visto nessuno ne Blaise, ne Jassy e nemmeno Tom o Draco. Mia madre per il mio compleanno mi ha regalato un vestito, non mi ha specificato l'occasione ma so che è costoso. Si sente che il materiale è pregiato solo toccandolo. Svoltai verso il corridoio che portava sala comune. Volevo andare in stanza e stare un po' a letto. La statua mi salutò come al solito

<< signorina Lestrange, come sta?>> stranamente non mi stava prendendo per il culo. Il che era strano, molto strano

<< bene grazie, lei?>> sono sempre stata sul cortese con la statua, è pur sempre un personaggio importante. No è una balla, ma è sempre piaciuto prenderlo per il culo

<< ha progetti per oggi?>> la conversazione si stava dilungando troppo, avevo già detto la parola d'ordine e la statua non mi aveva ancora aperto. C'era qualcosa sotto

<< sì a dire il vero, entrare nella sala comune e andare a letto. Chiedo troppo?>> sono una ragazza sveglia, se quel blocco di cemento pensa di fregarmi con una chiacchierata si sbagliava di grosso

<< mi fa entrare gentilmente?>> volevo andare in camera mia

<< sì, solo un minuto le devo far sentire la nuova canzone del cappello parlante, l'ha un po' preparata ma non l'ha ancora perfezionata a pieno>> si schiarì la gola ma ero pronta a prenderlo a colpi di bacchetta pur di entrare. Estrassi il piccolo bastoncino per poi puntarglielo al collo

<< prova a dire una sola parola e ti ritrovi senza occhi >> le minacce sono sempre state il mio forse, inutile negarlo

<< Beatrix, da quand'è che mi minacci, non è da te>> volevo sgozzarlo ma non potevo, avrei trovato solo pietra. Ero pronta per infilarli la bacchetta in un occhio, sarebbe servito a qualcosa. Ma prima che potessi fare qualcosa un colpo dall'altra parte del muro mi fece allertare tutti i sensi

<< oh finalmente, ce ne avete messo di tempo>> guardai stranita il busto di pietra per poi entrare nella sala comune. Vi erano palloncini da tutte le parti. La stanza era completamente piena di arazzi sui toni del verde, nero e argento. I colori di serpeverde. Tutti i miei amici erano presenti. Blaise, Tom, Jassy e Draco. Stavano tutti applaudendo cantando e produrre casino in generale. A parte Tom, ovviamente. Però c'era qualcosa che non andava, non nella sorpresa ma in me. Non provavo felicità, niente di niente. Tutto era sfocato e le voci ovatttate. Mi ripresi solo quando Jassy mi venne a parlare

<< scusami, per tutto>> era sincera, si sentiva. Non avevo mai avuto un'amica ma lo sentivo dentro che era sincera

<< scusami anche tu>> non aveva molto senso che mi scusassi anch'io ma mi sembrava giusto per cui era meglio così

<< forza tutti a mangiare la torta>> Bliase balzò in mezzo a noi e mi trascinò, letteralmente, vicino al tavolo dov'era posizionata la mia torta. Era bellissima e molto alta. Vi era lo stemma di serpeverde. Iniziarono a cantarmi tanti auguri. Ho sempre odiato quella canzoncina. È un momento in cui pensiamo a tutto e a niente. Quando finirono di cantare la canzone spensi le candeline. Una in più ogni anno. Non ho mai espresso desideri. Ho sempre saputo che la mia vita non sarebbe potuta andare per il meglio nenache con il potere della magia delle candeline. Tutti si misero ad applaudire. Feci un piccolo sorriso che venne spaccato a metà da Blaise

<< forza un bel bacio con Tom >> il mondo si fratturò in piccolissimi pezzi. C'era Draco perfettamente davanti a me, anche lui sbiancò cosa che non venne notata dato il suo colore di carnagione molto pallido. Tom invece se la rideva come un matto. Ovviamente sotto i baffi. Si avvicinò a me. Non avevo intenzione di baciarlo ma se lo avessi fatto Draco si sarebbe convinto che non lo amavo più. Ero davanti a due scelte, far scoprire il mio piano o portarlo avanti ad ogni costo. Oppure, terza opzione, potevo trarre Blaise nella trappola che si è sempre costruito da solo. Ossia il fatto di essere divevertente

<< tranquillo Blaise, Tom avrà il suo regalo dopo>> gli feci l'occhiolino e il moro si mise a ridere

<< allora apriamo i regali>> prese parola Jassy distogliere l'attenzione da me. Blaise e Jassy mi rigelarono una collana mentre Tom mi diede un pacco rosso con dentro un bracciale con una strana pietra nera. Draco non mi diede niente. Me lo aspettavo a dirla tutta. Era molto plausibile. Gli ho rovinato la vita era logico che mi odiasse.
La festa andò avanti fino a mezzanotte quando avevo il turno per sorvegliare il corridoio insieme a Draco. Non parlammo a fatto. Stavamo tutti e due zitti per i fatti nostri senza fiatare. Nessuno dei due aveva niente da dire. Restammo in quel corridoio fino alle sei di mattina, salutai Draco come mio solito e me ne andai in camera mia. Però questa volta decise di fermarmi prima che me ne andassi

<< tieni, questo è per te>> mi diede un piccolo pacchetto e poi se ne andò

&quot;COUSINS&quot; Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora