«È assolutamente insopportabile, non capisco come faccia mia sorella a passare così tanto tempo con lui» sospirai richiudendo lo sportello dell'auto, facendo accomodare Ade tra le mie gambe sul tappetino.
Noah entrò in auto a sua volta e, una volta allacciata la cintura, mise in moto.
«Non lo trovo insopportabile come dici» ammise Noah, facendo spallucce.
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai sonoramente, rivolgendo lo sguardo verso la strada che sembrava sparire sotto i miei occhi chiari.«Cosa ne pensi di mia sorella?» mi incuriosii, mentre giocavo nervosamente con un braccialetto.
«È diversa da te» disse inizialmente, prima di precisare «non che io ti conosca bene, ma sembrate gli opposti. Lei sembra più ragionevole e diffidente, tu impulsiva ed emotiva» mormorò tenendo entrambe le mani sul volante, dopo un attimo di silenzio.
Lo scrutai dall'alto in basso cercando un modo per fargli capire che avesse torto, ma non trovai nulla a mio favore.
Aveva ragione, ma questo non glielo dissi mai perché sembrava che mi conoscesse meglio di quanto mi sarei mai aspettata.
Sviai l'argomento mantenendo il silenzio fino al vialetto di casa mia, dove scesi frettolosamente dall'auto tenendo il guinzaglio di Ade in una mano e il sacchetto bianco e sgualcito nell'altra, seguita da Noah, che rimaneva nel suo silenzio tombale.Quando entrai in casa, un profumo di uova e guanciale mi fece brontolare lo stomaco e permise a tutti i miei sensi di riattivarsi completamente.
Sguinzagliai Ade, lasciando il sacchetto sul divano, poi corsi in cucina e saltai sulle spalle di Cameron, che barcollò sorpreso.
«Non mi abituerò mai a questi tuoi attacchi improvvisi, piccolina» mormorò sorridendo, afferrandomi per le gambe così da non farmi cadere.
Gli lasciai un bacio tra i ricci biondi ribelli, poi mi voltai a guardare tutti i presenti: notai Alyssa discutere con Noah su quale fosse il cioccolato migliore e sul perché fosse proprio quello bianco, poi, in un angolo non proprio nascosto, intravidi Jason e Megan parlottare sottovoce lasciando che le mie labbra tinte di un bordeaux acceso formassero un sorriso.Si amavano, Dio se si amavano.
Avevano quel modo di guardarsi che era tipico di chi amava veramente.
Le loro pupille si dilatavano quando uno parlava dell'altro e viceversa e le loro labbra non potevano fare a meno di formare un sorriso.
Se avessi dovuto scegliere due nomi per descrivere l'amore, avrei scelto i loro.
Sorrisi al solo pensiero di una relazione così, dove entrambi mettevano il loro e si amavano senza consumarsi.
Era un sentimento puro, il più sincero che avessi mai visto e li stimavo per questo: ci voleva coraggio per amare.
E a me il coraggio mancava.
Mi dimostravo così forte, così piena di rabbia e odio represso, ma in realtà era una semplice copertura.
Odiavo ammetterlo, ma sapevo fosse così. Il mio passato mi aveva cambiata, mi aveva resa estremamente fragile, aveva fomentato le mie paure e reso le mie sicurezze incertezze.
Avevo raccolto pezzi di me come si fa con un vaso rotto e avevo provato a riattaccarli, fallendo tutte le volte.
Solo qualche mese più tardi compresi che, in realtà, più che coraggio servisse consapevolezza per amare davvero.
Consapevolezza riguardo cosa si andasse incontro.Cameron mi diede un colpetto sul polpaccio, richiamando la mia attenzione.
«Va tutto bene?» chiese preoccupato dall'idea che potessi rispondergli negativamente, ma così non fu.
Mormorai un "sì" e gli sorrisi per rassicurarlo, stringendolo forte a me tramite le braccia esili.Il mio migliore amico sembrò tranquillizzarsi, così come Alyssa che aveva improvvisamente smesso di discutere con Noah per rivolgermi la sua attenzione.
Alzai i pollici all'insù con un sorrisone, per farle capire che andasse tutto bene, così riprese a parlare con il ragazzo dagli occhi scuri che però continuava a rivolgermi quello sguardo intimidatorio.Lo ignorai e scesi dalla schiena ormai ricurva di Cameron, prima di iniziare ad apparecchiare la tavola e richiamare tutti a sedere.
Ogni boccone di quel piatto che sembrava essere stato creato dagli Dei, veniva interrotto da una battuta stupida di Jason che però faceva ridere tutti. Tutti ad eccezione di Noah, che si limitava a sollevare i due lembi delle sue labbra carnose per formare un piccolo sorriso.
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Everything you don't know.
RomanceLa vita di Faith, un'adolescente riservata dagli occhi chiari come il ghiaccio che prova a superare i suoi traumi causati da un'infanzia turbolenta e da genitori completamente assenti, viene sconvolta da uno sconosciuto dal buon profumo ad un ballo...