12. La festa d'estate.

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Passai quasi un'intera settimana a studiare tutti i particolari per la festa d'estate, come se fosse l'evento più importante dell'anno.
Inviai l'invito a tutte le persone che conoscevo e così fecero anche gli altri.
Arrivammo ad un totale di circa cinquecento persone, che era sicuramente più di quanto avevamo deciso inizialmente, ma eravamo certi del fatto che nessuno avrebbe creato alcun tipo di problema.

Il colore scelto fu il rosso, come avevamo proposto io e Paige, e la spiaggia distava circa un'ora da casa mia.
Avevamo deciso che la festa sarebbe iniziata alle 17, quindi io dovevo farmi trovare pronta già per le 15:30.
Alyssa era riuscita a trovare un camper abbastanza grande per accogliere tutti e sette e Cameron avrebbe guidato fino alla meta prestabilita.
Così, dopo aver fatto una doccia veloce, sistemai il costume rosso e indossai solamente un paio di pantaloncini neri.
Io ed Alyssa eravamo solite andare a questa festa senza alcuna maglietta, poiché generalmente iniziava a far fresco verso la notte, dove avremmo indossato una felpa che portavamo sempre nello zaino.
Preparai le chiavi, il portafoglio, il telefono, il caricabatterie e qualche bottiglia di alcol -non era mai abbastanza-, poi misi tutto in spalla ed uscii di casa, richiudendomi la porta alle spalle.

Mentre sistemavo i capelli e il trucco, notai il camper che avremmo utilizzato quella sera e sorrisi: ero certa che ci saremmo divertiti e niente mi avrebbe fatto cambiare idea.
Salii sul veicolo, notando già tutti seduti: Megan e Jason stavano ai primi posti, mentre Cameron e Lucas sedevano al lato guida. Alyssa era accomodata in modo non del tutto femminile sulla spalliera di un sedile e l'unico posto libero era quello accanto Noah, che per l'occasione aveva indossato una maglietta bianca e un paio di bermuda.
Mi sedetti dopo aver salutato tutti, poi Alyssa richiamò la mia attenzione fischiettando.

«Un uccellino mi ha detto che la visita è andata a buon fine» cantilenò, appollaiandosi accanto a me.
Mi voltai di scatto verso Noah assottigliando gli occhi, ma l'unica cosa che ricevetti fu un'alzata di spalle.

«Oh no, non è stato Noah» scosse la testa Alyssa, lasciando che i suoi lunghi capelli rossi danzassero sulle sue spalle scoperte.
«Me l'ha detto Paige. Dice che Jude l'ha chiamata e hanno parlato di tutto, ma tua sorella non ha accennato alla...» strofinò due dita sotto il naso, facendomi intuire ciò che avrebbe voluto dire.
Tirai un sospiro, giocherellando con una ciocca dei miei capelli scuri.

«Probabilmente Jude ci sta coprendo, ma non credo sarà per molto» strinsi le labbra formando una linea sottile, poi accennai un sorriso.
«Ma non pensiamoci ora. È finalmente arrivata la festa d'estate, Alyssa, capisci? È già passato un anno!» esultai ricevendo un'occhiatina confusa da Noah, che sembrava molto curioso di conoscere i particolari della scorsa festa d'estate.

«E ti sei ripresa alla grande, devo dire» mormorò lei, prima di farmi un occhiolino e tornare ad infastidire Cameron e Lucas, che sembravano molto intenti a dialogare su un libro che avevano letto recentemente.

«Cos'è successo l'anno scorso?» chiese Noah, riponendo il suo cellulare nella tasca destra dei bermuda.
Improvvisamente calò il silenzio nel camper e Jason e Alyssa si rivolsero uno sguardo preoccupato, prima di guardare me, che nel frattempo avevo schiarito la voce e distolto lo sguardo da tutti quegli occhi sgranati che puntavano su di me.

«Noi non parliamo più di quella festa, Noah» mormorò Jason, freddando all'istante il ricciolino alla mia sinistra.
Noah di tutta risposta alzò un sopracciglio, facendo scorrere lo sguardo tra me e la mia migliore amica, dopodiché scosse la testa e tornò a guardare fuori dal finestrino.
Tutti tornarono ai loro discorsi, mentre io continuavo a mordicchiarmi le unghie impaziente di arrivare a destinazione.

Improvvisamente sentivo la testa pesante al ricordo di quella notte.
E se fosse successo ancora? Se fosse tornato? Non avrei potuto fare niente per impedirglielo, ero troppo debole, troppo ingenua. Lo ero ancora dopo tutti quegli anni.
Cercai di pensare ad un'eventuale via di fuga, ma mi venne impossibile anche solo credere di poter avere scampo qualora fosse successo di nuovo.
Perché questa volta avrei ceduto, non avrei opposto resistenza perché ero stanca.
Ero sicura che, se lui fosse stato presente, Jason sarebbe intervenuto.
Ma se non l'avesse visto?

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