Una settimana terribile quella che seguiva la rottura.
Incontrai Cameron e Lucas un paio di volte, parlammo della loro relazione per la maggior parte del tempo e fui loro riconoscente per non aver fatto tante domande.
Mi raccontarono che durante quel lungo periodo avevano avuto modo di fare visita a Jackson, l'unico fratello di Lucas, e avevano subito legato.
Jackson aveva venticinque anni e viveva in un paesino non molto distante da San Francisco, così mi raccontò Cameron.
Era carino sentirlo parlare con così tanto entusiasmo, Cameron era quel tipo di persona che si affezionava a tutti e che non avrebbe fatto del male neanche a un moscerino.Trovai anche il tempo per incontrare James e Megan, che portava il peso di un grande pancione.
Mancavano ormai meno di tre mesi al parto e, solo in quel momento, venni a conoscenza del fatto che sarei diventata la zia acquisita di due gemelli.
Avevano già scelto i nomi, ma preferivano tenerli nascosti fino al giorno della nascita.
Megan mi raccontò che i suoi genitori non erano completamente d'accordo nel tenere i bambini, soprattutto quando scoprirono dei gemelli, ma Jason si affrettò a chiarire con loro: non avevano voce in capitolo.
Era di Megan la scelta e, certamente, anche di Jason, ma se lei credeva fosse opportuno tenere due bambini allora così avrebbe fatto e nessuno glielo avrebbe impedito.
Jason era sempre stato molto protettivo nei confronti di Megan e lo apprezzavo davvero; ne aveva passate tante e la maggior parte dei suoi problemi erano scaturiti proprio dai suoi genitori.
Come me, d'altronde.L'unica differenza tra me e Megan -differenza sostanziale, oserei dire- era che lei, perlomeno, aveva qualcuno su cui contare.
Aveva una spalla su cui piangere, qualcuno con cui parlare anche delle cose più stupide e insignificanti.
Io no. Io potevo contare solo ed esclusivamente su me stessa, dovevo farmi carico di tutto da sola.
Soprattutto da quando anche Noah aveva ben deciso di lasciarmi navigare da sola in un mare di merda.Un pomeriggio mi trovai a casa di Ryan come ormai di consueto. Avevo conosciuto Alexandra, la sua ragazza, e stavamo parlando di Noah davanti ad un tavolo pieno di dolci rigorosamente preparati da Ryan.
Mi era mancata la sua cucina, non c'era mai qualcosa di bruciato o di poco condito tra quello che preparava.
A differenza mia, che, da quando l'unica compagnia che avevo era quella di Ade, avevo ripreso a mangiare cibo confezionato.«Ma stiamo parlando di Noah Scott?» chiese ad un tratto Alexandra, come se solo in quel momento si fosse risvegliata da un sogno.
Buongiorno fiorellino, pensai.
Ryan annuì. Allora la ragazza afferrò il cellulare e mi mostrò una fotografia.
Se possibile, in quel momento il mio cuore si spezzò ancora di più.«È lui, giusto?» chiese indicando lo schermo del suo cellulare.
Cazzo se era lui.
Era al vecchio parchetto abbandonato quando qualcuno aveva scattato una foto di Noah che teneva una ragazza sulle gambe. E la baciava. Le teneva stretti i capelli in un pugno, mentre le sue labbra erano incollate a quelle della ragazza bionda che gli stava attaccato come una cozza.
Mi alzai senza proferire parola e, dal momento in cui Ryan mi aveva esplicitamente chiesto di comportarmi come fossi a casa mia, afferrai una bottiglia di vodka da un mobile.
Svitai il tappo e lo portai alle labbra, prendendone in fretta un grande sorso.«Forse non dovresti» disse Ryan incrociando le braccia al petto.
Probabilmente era un gesto infantile, ma non mi importava. Tornai seduta sullo sgabello e quando finalmente sentii l'alcol fare effetto iniziai a parlare.«È che sono stanca, Ryan, dico davvero. Siamo stati insieme sei fottuti mesi e in quanto tempo è andato avanti? Non ci ha messo nemmeno una settimana, cazzo. Poteva dirmelo direttamente che c'era un'altra anziché rimpiazzarmi scuse stupide» accesi una sigaretta avvicinandomi alla finestra.
«E poi sai cosa? Mi aveva fatto un'infinità di promesse, Ryan. Mi aveva detto che avrebbe superato un tradimento piuttosto che lasciarmi andare, che mi sarebbe stato accanto per sempre. Mi aveva promesso il mondo e non mi ha dato nemmeno una città!» strepitai accennando una risatina.
Ero già brilla, ma continuai comunque a parlare mentre guardavo Alexandra mordicchiarsi il labbro quasi come se si sentisse in colpa per avermi mostrato la verità.
«Non ha mai fatto niente per me, mai. Mi ha solo resa una persona più triste di quanto già non fossi! Ma lui queste cose non le ha neanche notate, ovviamente» una risata amara abbandonò le mie labbra screpolate.
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Everything you don't know.
RomanceLa vita di Faith, un'adolescente riservata dagli occhi chiari come il ghiaccio che prova a superare i suoi traumi causati da un'infanzia turbolenta e da genitori completamente assenti, viene sconvolta da uno sconosciuto dal buon profumo ad un ballo...