"No, va beh, ma quindi vi conoscete? A me Fede aveva detto di trovare il primo tifoso che trovavo con la tua maglietta addosso, così da poterti fare una sorpresa qui sugli spalti!"
Christian fissò Benedetta per qualche secondo, clamorosamente sorpreso dal fatto che quella fosse davvero tutta una coincidenza. Quel piccolo, dolce e bellissimo ragazzo si aggirava fuori dallo stadio aspettando semplicemente che le porte si aprissero e potessero entrare tutti, ma lei lo aveva trovato e portato con se.
Si voltò di nuovo verso Mattia e preso dall'ebbrezza del momento, decise di abbracciarlo, perché in fin dei conti avevano vinto, in fin dei conti erano primi nel girone, se anche solo per una notte e stavano lottando per portare a casa quel sogno condiviso da tutti e ventisei i convocati e i milioni di italiani a casa e all'estero.
Sentì le braccia di Mattia ricambiare il suo abbraccio, nonostante fosse più basso e piccolo di lui, tanto che quasi sarebbe potuto sparire tra le sue braccia, mentre le sue mani si aprivano sulla schiena, come a potersi imprimere la sua presenza. Percepì il ragazzo che respirava sul suo collo, ma non disse nulla, semplicemente poi staccandosi e guardando qualche altro istante il biondino che se ne stava completamente rosso davanti a lui.
"Frequenta la scuola di danza di mia madre"
Mattia si portò le braccia ad incrociarle al petto, chiaro segno che stesse cercando di proteggersi, come se avesse paura di essere troppo scoperto. Christian sentiva l'esigenza di abbracciarlo ancora una volta, una sensazione che non gli era mai capitata prima, ma a cui gli venne spontaneo sorridere, felice del momento, spensierato, come se oltre quella partita non ce ne fossero da fare, altre due per essere sicuri di accedere agli ottavi.
"Quindi te ne sei accorto" sussurrò Mattia, quasi come se davvero Christian potesse non sentirlo, nonostante fossero maledettamente vicini.
E forse quella che non lo sentì fu Benedetta, che invece si voltò alle sue spalle.
"Chri, ma sai dov'è Fede?"
Il moro distolse lo sguardo da Mattia e guardò la ragazza, che si voltò di nuovo verso di lei.
"No, sinceramente, anzi, pensavo fosse venuto qui con noi"
"Eh no..."
E si allontanò, lasciando i due ragazzi soli, in attesa, come se uno dei due dovesse dire qualcosa per primo. Christian non aveva idea di cosa dire a Mattia, che aveva trovato lì per puro caso, di cui conosceva il nome perché la madre ne aveva parlato qualche volta a casa, dicendo di lui che fosse veramente bravo nella propria disciplina, ed era anche per questo che lui lo aveva notato così spesso fuori dalla scuola, quando andava a prendere sua madre e sua sorella, non solo per il fatto che lo trovasse veramente bello.
"Forse ora è meglio che io me ne vada"
"Okay, forse è ora che vada anch'io"
Mattia fece un passo indietro, incerto, abbassando gli occhi, che fino a qualche istante prima erano rimasti incollati in quelli di Christian, che sentiva lo stomaco totalmente ingarbugliato. Si chiese come fosse possibile che sentisse quelle emozioni nonostante quella fosse esattamente la prima volta che si parlassero e se magari potesse essere colpa di tutta l'adrenalina che sentiva in corpo per aver vinto, anche senza aver giocato.
"Allora ciao..." sussurrò il biondo, alzando lo sguardo un'ultima volta prima di voltarsi e fare un gradino verso l'uscita.
L'avrebbe più rivisto? Sarebbe andato a vedere un'altra loro partita?
"Hai il biglietto per Italia-Svizzera?" gli urlò dietro, facendolo irrigidire leggermente, ma portandolo a voltarsi verso di lui. Vide i suoi occhi vitrei, azzurrissimi, leggermente lucidi, forse per l'emozione, proprio come era emozionato lui e la sua testa fece un segno di assenso, per confermagli che ci sarebbe stato ancora una volta.
"Ed è abbastanza vicino il posto?"
Voleva sapere esattamente se avesse la possibilità di rivederlo una seconda volta, guardandolo anche se non avesse giocato, osservarlo anche solo dalla panchina, per rivivere ancora quelle sensazioni.
Mattia sorrise e lasciò andare una leggera risata, che fece fare una capriola allo stomaco di Christian.
"In realtà è al secondo anello"
"Ma come"
Rise anche lui.
"Beh, non tutti sono dei calciatori super famosi"
Christian provò l'irrefrenabile impulso di prenderlo tra le braccia e... che gli stava prendendo, perché si stava comportando in quel modo? Era esattamente la prima volta che gli parlava e già ci stava provando con lui? Ma nonostante la sua razionalità gli facesse porre tutte queste domande, in quel momento ad avere la meglio era l'ormone, che non si era potuto sfogare, dato che non era stato messo in campo dal proprio allenatore.
Fece qualche passo in avanti, colmando il vuoto che Mattia aveva messo tra di loro qualche istante prima.
"Allora lasciami il tuo numero, così ti dico dove venire la settimana prossima, così ci incontriamo prima della partita e ti faccio dare il pass per venire in questa parte dello stadio di nuovo"
Christian vide il colore del viso di Mattia tornare totalmente rosso e giurò di starlo trovando troppo tenero e bello per poter essere un ragazzo come lo era lui, come lo erano tutti quelli con cui giocava a calcio, sia nell'Atalanta che qui nella nazionale.
Mattia annuì, come incantato, e gli dettò piano il proprio numero, mentre Christian lo segnava sul cellulare in un nuovo contatto, nominandolo 'Mattia'. Quando finì lo salutò, mentre metteva via il cellulare senza dargli il proprio di numero. Doveva tornare negli spogliatoi e cambiarsi prima di raggiungere l'autobus che lo avrebbe riportato a Coverciano insieme a tutti i suoi compagni di squadra. Il tutto fu accompagnato da un sorriso che non abbandonava il suo sguardo da quando aveva lasciato andare Mattia e lo aveva osservato salire tutte le scale per poi voltarsi un'ultima volta, arrossendo di nuovo per essere stato beccato a guardare, nonostante fosse Christian quello che lo aveva fissato fino alla fine, senza mai distogliere lo sguardo.
Anche dal suo sedere, non poteva mentire.
"Allora, piaciuta la sorpresa?"
Poco più tardi, sull'autobus, Federico si palesò al suo fianco, dopo che non lo aveva visto per tutta la sera, nemmeno nello spogliatoio. Gli tirò un pugno sulla spalla scherzosamente, perché in qualche modo immaginava che fosse molto più che un caso che proprio quel ragazzo che aveva sempre trovato così carino, fosse stato scelto dal destino.
"Oh, perché il pugno?"
"Tu come lo sei venuto a scoprire?"
Federico scoppiò a ridere, mentre prendeva posto accanto a lui, proprio sul sedile vuoto, dove nelle ore precedenti aveva sonnecchiato Manuel.
"è stato un caso..."
Christian gli tirò un altro pugno sulla spalla.
"Okay, okay, è stata tua sorella a dirmi di questo ragazzo che ci sarebbe stato stasera e allora l'ho detto a Benedetta"
"Tu parli con mia sorella? Pensavo che da quando ti aveva fatto litigare con Benedetta, avessi archiviato la chat e basta"
"Benedetta non è mia moglie"
Christian vide Federico abbassare la testa e allora capì che ci fosse qualcosa che non andasse tra i due. Avrebbe voluto dirgli di comunicare con lui, che non c'era problema se volesse dirgli cosa non andasse e che magari avrebbero potuto risolverla insieme, ma si trattenne, perché forse non era il caso di intromettersi, perché forse era una cosa che dovevano risolvere loro.
E così cambiò discorso, cercando di far tornare il sorriso sul volto del proprio amico.
"Ho sempre trovato Mattia molto carino, ma non l'ho mai detto a nessuno. Come cavolo faceva a saperlo quella zabettona?"
"Tua sorella e tua madre sono delle streghe"
Christian gli diede ragione e scoppiarono a ridere insieme.
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Coro Azzurro [zenzonelli]
FanfictionE se Christian da piccolo avesse scelto il calcio e non la danza? Un piccolo salto in un universo parallelo che ci porta a rivivere anche le emozioni vissute con Euro20 - AU/I ragazzi non sono mai stata ad Amici - Linguaggio Calcistico - Boyxboy