Coro Azzurro [zenzonelli]

Capitolo 11

"Matti, devo alzarmi, non posso dormire qua, devo andare al ritiro"

Il piccolo se ne stava sdraiato sul petto di Christian, nel letto della sua stanza d'albergo, dove si erano sdraiati dopo la prestazione in bagno, dove Mattia sapeva che avrebbe dovuto mettere in ordine, cercare di far asciugare tutto, perché se qualche inserviente avesse trovato tutto quel disastro, lo avrebbe odiato. Christian si era offerto di aiutarlo dopo aver visto cosa avessero combinato, anche per colpa sua, ma il piccolo glielo aveva impedito, perché in quel momento entrambi desideravano fare altro, non mettersi a pulire. Si erano stretti sul letto, Mattia si sentiva esausto, mentre Christian aveva ancora più adrenalina in corpo di prima. Per questo aveva sentito il respiro del piccolo cambiare sul suo petto, lo aveva sentito assopirsi ed era rimasto lì a godersi quel suono, quel respiro che gli solleticava il petto nudo, dato che se ne stavano ancora senza vestiti dopo il bagno. Non avevano minimamente pensato all'opzione di rivestirsi, forse perché Christian sapeva che se Mattia gli avesse dato un minimo accenno, lui sarebbe stato pronto a ricominciare. Eppure non si pentiva di aver passato del tempo così, fermo, mentre lo sentiva dormire, anziché fare sesso.

Nonostante lo desiderasse davvero molto.

"Matti..."

"Ancora cinque minuti"

Christian sorrise e si abbassò su di lui, tirandogli la testa verso di lui e lasciandogli un bacio a fior di labbra. Non ci sarebbe stato altro che anche lui desiderasse se non stare con lui lì a dormire, pronto per un altro round, ma aveva delle responsabilità, non era al ritiro per piacere, ma per giocare a calcio, per portare in alto il nome dell'Italia. Mattia ricambiò il bacio immediatamente, improvvisamente sveglio, tanto che si mise su di lui, a cavalcioni, immediatamente accogliendo la sua lingua calda, mentre Christian infilava le dita tra i suoi capelli morbidi e se lo avvicinava ancora di più, come se potesse inglobarlo.

Fu quando percepì l'erezione risvegliarsi un'altra volta ancora, però, che si allontanò Mattia da dosso.

Il piccolo lo guardò sconvolto, quasi offeso e Christian gli fece una carezza, poco prima di alzarsi e recuperare le proprie cose, sperando che non fossero totalmente zuppe.

"Perché non puoi dormire con me?"

Christian non si voltò a guardare Mattia, troppo preso alla ricerca dei pantaloni, che non trovava sul pavimento della stanza e nemmeno poggiati su qualche sedia.

"Il mister ci ha posto dei limiti, non vuole troppe distrazioni"

"Ma non siete più distratti sapendo che le vostre famiglie sono qui?"

A quel punto il grande si voltò a guardarlo. Mattia se ne stava a guardarlo seduto a gambe incrociate, sul letto, con i capelli combinati in un groviglio e vari segni rossi sul corpo, che Christian adorò vedere. Stavano ovunque: sulle cosce, sul petto, sulle braccia, ma soprattutto sul collo. Gli mancò il respiro pensando a come lo avesse stretto a come avrebbe voluto essere sul letto per prenderlo ancora più forte, farlo gemere ancora di più, ma non era riuscito a trattenersi avendolo lì, così, pronto per lui. Non ci sarebbero mai arrivati al letto, probabilmente lo avrebbero fatto sul pavimento.

"Chri, guarda che se mi guardi così..."

Christian sorrise.

"Se mi guardi così, come?"

"Sembra che tu voglia ancora scoparmi. Ti giuro che non ti lascio andare via se continui così"

"Ma guarda un po', dov'è finito il ragazzino timido che ho incontrato a Roma circa due settimane fa?"

Mattia si alzò in piedi sotto lo sguardo totalmente assuefatto di Christian che lo osservò abbassarsi verso un cassetto, forse accentuando eccessivamente il sedere, e sfilando due paia di boxer, di cui uno mise su lo stesso biondo. Poi si voltò di nuovo verso il moro e gli si avvicinò, poggiandogli le braccia intorno al collo e avvicinando il viso al suo.