Epilogo

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Erano tornati da circa tre settimane.

Mattia aveva ripreso a pieno gli allenamenti per i campionati di latino, Christian tutti i giorni andava agli allenamenti con la squadra per la ripresa del campionato imminente. Dovevano giocare anche la champions e Christian era stato felice di leggere il proprio nome posto accanto a quello di Pessina, non più come secondo, ma come suo pari, come due persone sullo stesso livello tra cui scegliere.

Erano spariti per un mese, eppure, al loro ritorno, nessuno sembrava essersi dimenticato di loro, anzi, le cose erano persino peggiorate.

Il giorno del loro rientro, Mattia aveva chiesto a Christian di essere accompagnato a casa subito, così da non sentire troppo la sua mancanza, così da tagliare subito e non piangere fin troppo per quel distacco. Ma una volta di fronte a casa del piccolo, nessuno aveva aperto.

Aveva provato a chiamare sua mamma, ma non aveva risposto.

Per questo Christian aveva deciso di portarlo a casa con se, lasciandosi la possibilità di osservare la pelle scura di Mattia ancora per un po', in contrasto con quell'anello bianco che gli aveva regalato come promessa di un futuro insieme.

La sorpresa che li aveva colti a casa sua, però, forse fu la stessa che lesse negli occhi dei propri genitori vedendo il ragazzo entrare con quell'anello addosso. Senza che dicessero nulla, senza che qualcuno glielo specificasse, Anna e Alexia si buttarono su Mattia, perché quell'anello era la vecchia fede di suo nonno, del papà di sua mamma.

Ma Christian, in quel giorno, l'unica cosa che aveva notato, erano stati i capelli scuri della donna seduta sul divano di casa propria, che si era alzata e lo aveva abbracciato, stringendolo forte, mentre alle sue spalle, le risate di felicità di Mattia riecheggiavano nella stanza.

Da quel giorno le due madri più Alexia avevano iniziato i preparativi per la loro unione civile e Christian si era limitato a pagare tutto quello che le donne ritenevano fosse necessario.

"Chri, tu che ne pensi?" chiese un giorno Alexia, mentre il moro se ne stava poggiato sullo stipite della porta ad osservare Mattia che ancheggiava in sala prove, rubandogli il fiato mentre prendeva scatti, note e si muoveva per quella stanza dove loro avevano fatto l'amore.

"Fai come vuoi"

"Eh dai, Chri, è la tua unione civile, non la mia"

Christian sbuffò, distogliendo a fatica lo sguardo dal proprio fidanzato e voltandosi verso sua sorella, che gli stava sventolando in viso un fiore bianco e un fiore rosso.

"Devo decidere che fiore mi piace di più?"

Alexia annuì e Christian sbuffò.

"Bianco"

"Ma a me piace di più quello rosso"

"Allora sia per quello rosso!"

Christian si voltò di nuovo, sbattendosi le mani sui fianchi, esasperato. Lui voleva solo essere unito a Mattia, i dettagli non contavano. E proprio quell'esserino era dietro di lui, che lo fissava a pochi metri, tutto sudato, avendo appena finito di scatenarsi sulle note dell'ennesima coreografia che provava.

Gli sorrise e fece per avvicinarsi, ma gli squillò il telefono.

Sbuffò e lo tirò fuori dalla tasca, pronto a spegnerlo per andare a baciare il proprio fidanzato, ma quando lesse il nome sullo schermo, si paralizzò e rispose immediatamente, richiamando l'attenzione di Mattia, che lo stava fissando e aveva nottato tutta la scena.

Il biondo si avvicinò di corsa al moro.

"Buongiorno mister"

"Stefanelli, come va? Tutto bene gli allenamenti con la squadra?"

"Tutto bene, tra poco inizia il campionato..."

"...Lo so, per questo ti chiamavo"

"Ovvero?"

"Vieni a giocare anche le qualificazioni ai mondiali, vero?"

Mattia iniziò a saltellare, stringendogli il braccio che non reggeva il telefono. Christian non seppe riconoscere il sentimento nel proprio cuore, se fosse più felice per essere stato convocato di nuovo in nazionale o se per il fatto di vedere Mattia così felice per un proprio traguardo.

Stava per essere unito civilmente all'amore della propria vita e la sua carriera andava a gonfie vele.

Tutto andava bene.



Fine

Coro Azzurro [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora