Mattia e Christian erano seduti in un semplice ristorante in quel di Bergamo, con una pizza fumante davanti a loro, in un tavolo leggermente più appartato rispetto agli altri, così da non avere troppi disturbatori durante la loro cena. Per quel favore il grande aveva dovuto lasciare una mancia generosa al proprietario che, comunque, avrebbe fatto quel che gli aveva chiesto anche senza quella beneficienza. Era stato accolto con applausi e urla in quel ristorante e Mattia gli aveva stretto la mano ridendo al suo fianco, mentre Christian sorrideva a tutti e ringraziava.
Era esattamente quello il risultato che aveva sperato di creare, quella gioia che aveva pensato di poter regalare alle persone solo un mese prima, quando era stato convocato all'ultimo minuto in nazionale. Vari clienti gli avevano chiesto foto e autografi e lui era stato contento di assecondare tutti, mentre Mattia lo guardava, leggermente lontano questa volta, ma sempre con il sorriso in volto.
E il cuore di Christian era diventato forse un po' più grande, dato che in quello sguardo leggeva orgoglio. Per la prima volta nella propria vita, il moro si rese conto di non sentirsi più secondo a qualcuno, nonostante i propri genitori avessero deciso di fare i complimenti per primo a Federico rispetto che a lui, sapeva che Mattia avrebbe scelto lui sempre per primo nella propria vita e questa cosa lo rese consapevole che fosse quello giusto.
Mattia era colui che Christian voleva al proprio fianco.
Quando il proprietario del ristorante li aveva lasciati andare al tavolo e si erano ritrovati soli, il piccolo aveva iniziato a parlare di quella serata, di come l'avesse passata a mangiarsi le unghie per tutti i minuti che erano stati in svantaggio, osservando Christian soffrire in quel ruolo non proprio, ma tenendo a specificare che quando lo aveva visto avvicinarsi alla porta per tirare il calcio di rigore, l'ultimo, quello decisivo, lui lo sapeva che ce l'avrebbe fatta. A quell'affermazione gli aveva afferrato la mano, lasciando stare gli ultimi tranci di pizza e sorridendogli guardandolo direttamente negli occhi. Vide Mattia arrossire per l'intensità di quel momento e pensò a quanto fosse bello, soprattutto con quella leggera matita nera che aveva messo per accentuare i propri occhi.
"Sei bellissimo" gli aveva detto Christian, carezzandogli la mano col pollice, mentre attorno a loro la sala era rumorosa, gremita di persone, ma loro due non sentivano nulla, come se fossero in una bolla.
"Tu lo sei, Chri"
Eppure nessuno dei due aveva indossato capi particolari quella sera, nessuno dei due aveva deciso di prepararsi in modo speciale, erano sempre gli stessi, i due ragazzi che avevano passato un mese ad incontrarsi in una stanza d'albergo, ma che finalmente potevano vivere alla luce del sole il loro amore, senza più bisogno di isolamento o tamponi di controllo. Forse era proprio per questo motivo, però, il potersi godere la libertà d mangiare la pizza in un luogo pubblico, che rendeva i loro cuori così emozionati.
"Sei così contento perché torni a ballare domani?"
Mattia sorrise, posizionandosi meglio sulla sedia, senza togliere la mano dalla presa di quella di Christian.
"Principalmente perché sono qui con te, ma si, anche per la danza. Mi manca ballare"
Fu Christian a togliere la mano per primo, per potersela portare sotto il meno e poggiare la testa. Mattia sentì freddo all'arto, ma non disse nulla, per non sembrare eccessivo. Avevano tempo per stare attaccati in ogni modo.
"Allora ti porto domani io in palestra"
"Non serve, mi porta mia mamma, come sempre"
"Non hai la patente?"
"Non ancora, mi sono iscritto da poco"
"Beh, comunque ti porto io, avevo già mezza intenzione di passare dalla palestra domani"
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Coro Azzurro [zenzonelli]
FanfictionE se Christian da piccolo avesse scelto il calcio e non la danza? Un piccolo salto in un universo parallelo che ci porta a rivivere anche le emozioni vissute con Euro20 - AU/I ragazzi non sono mai stata ad Amici - Linguaggio Calcistico - Boyxboy