Capitolo 36

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Si erano dati una sistemata, si erano vestiti, avevano chiuso la scuola e poi erano andati direttamente a casa di Mattia. Non avevano parlato molto durante il viaggio in macchina, ma in realtà nemmeno ancora prima, quando Christian, con mani tremolanti, aveva chiuso a chiave la scuola di sua mamma, pronto ad andare a casa, salutare tutti e partire di nuovo, questa volta per una meta ignota, possibilmente molto lontana da tutti, dove loro si sarebbero potuti divertire su una spiaggia deserta, con il sole cocente e con qualche drink tra le mani. Scalpitava all'idea di poter vedere la pelle di Mattia ancora più scura e poter assaporare il gusto del sale marino su di essa, quando una volta nella stanza o nella casa che avrebbero affittato, avrebbero fatto l'amore per tutta la notte, per ore e ore.

Eppure, mentre percorreva le strade di Bergamo, con il caldo di mezzogiorno che lo faceva sudare, l'ansia lo investì, la paura che la madre di Mattia non gli avrebbe permesso di portarsi il figlio in vacanza, di vivere quell'esperienza di cui necessitavano entrambi, lontani dagli occhi indiscreti dei paparazzi, in un luogo dove non sarebbe contata la fama di calciatore di Christian, ma solo i propri soldi, che avrebbero permesso a Mattia di vivere in un agio che si meritava, che il moro voleva regalargli proprio per tutta quella felicità che gli faceva scorrere nelle vene. Non che fossero importanti le cose materiali, ma Christian voleva farlo, voleva che quella per Mattia fosse una vacanza indimenticabile, anche a costo di giocarsi lo stipendio di un mese, che da calciatore, era più elevato di un qualunque altro.

Quando si fermarono davanti al portone di casa Zenzola, Christian quasi svenne per il panico e forse Mattia lo percepì, perché portò una mano sulla sua coscia come a fargli forza.

"Andrà bene, Chri, la conquisterai come hai fatto con me. Basta che tu sia te stesso"

Christian sorrise e prese un grosso respiro per cercare di placare l'ansia e il terrore. Annuì, in realtà non d'accordo con le parole del proprio fidanzato, ma non se la sentiva in quel momento di mettersi a discutere e una volta scesi dalla macchina, Mattia aprì la porta. Si trovarono davanti le stesse scale della sera precedente, questa volta, però, non ci sarebbe stato alcun bacio, non ci sarebbe stato Christian che prendeva Mattia per i fianchi e lo faceva poggiare contro quel muro grigio. No, ci sarebbero stati loro due che affrontavano il loro destino, per scoprire se avrebbero dovuto lottare per stare insieme o se nessuno li avrebbe mai ostacolati.

Salirono le scale, fino a trovarsi davanti ad una porta in un elegante legno bruno, dove Mattia infilò la chiave nella toppa, per poi aprire la porta. Davanti a loro si stagliò una grande stanza con un divano rosso al centro, su cui se ne stava seduta la madre del piccolo, così che Christian non avesse nemmeno bisogno di entrare totalmente in casa perché la donna lo guardasse male e si alzasse in piedi fronteggiandolo.

"Ciao ma'"

"Ciao, cosa ci fate qui?"

Christian deglutì percependo l'astio nella voce della donna e gli venne da piangere al solo pensiero di essere la causa della litigata che era avvenuta nella notte precedente, in quella casa. Lo vedeva dal modo in cui era fissato, dal modo in cui il corpo della donna gli dicesse di non essere il benvenuto in quella casa, nonostante lui avesse voglia di scoprire ogni retroscena che stava dietro a quel luogo, per scoprire ancora più cose di Mattia, per sapere com'era stata la sua vita da quando si era trasferito lì dalla puglia.

"Volevamo parlarle" iniziò Christian, beccandosi un'altra fulminata dalla donna bellissima che stava di fronte a loro con le braccia incrociate, come aspettandosi uno scontro, ma che il moro non aveva assolutamente voglia accadesse. Perché voleva che ci fosse un buon rapporto con la madre che aveva messo al mondo la creatura che lo aveva fatto impazzire.

"E di cosa?"

"Di noi. O meglio, di quello che pensa di me"

Mattia portò una mano in quella di Christian e la strinse forte. La donna vide quel gesto e strinse le labbra.

Coro Azzurro [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora