Capitolo 31

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"Ma volevo che fossi tu il primo a dirlo"

"Si, ma ti rendi conto che saremmo potuti andare avanti con te offeso per giorni? Io non ci avevo nemmeno pensato, perché pensavo fosse palese"

Dopo che Christian e Mattia erano ripartiti dall'autogrill, immettendosi nell'autostrada deserta che li avrebbe riportati a casa, era iniziata una discussione su come il più grande avesse visto strano il piccolo negli ultimi giorni e, date le nuove dichiarazioni, Mattia non si era trattenuto dal dirgli la verità: ovvero che aspettava solo il momento in cui Christian dichiarasse apertamente i propri sentimenti. Per questo motivo il moro lo aveva guardato qualche istante, per poi tornare a fissare la strada mentre macinavano chilometri e dirgli che era uno sciocco, perché a lui piacevano più i fatti che le parole e pensava di starglielo dimostrando in ogni modo.

Ma evidentemente non era così.

Per questo Mattia aveva passato un'oretta in silenzio, fissando il paesaggio che cambiava attorno a loro, ora che erano in Lombardia, quasi a casa, dove avrebbero passato la maggior parte del loro tempo insieme, proprio come si erano promessi fuori da Coverciano, quando Christian era andato a prendere il più piccolo fuori dall'albergo.

Il moro si morse le pellicine delle labbra in quel silenzio assoluto, mentre iniziava ad uscire dall'autostrada per immettersi nelle stradine che avrebbero portato a casa.

"So che non mi vuoi parlare, ma mi devi dire dove abiti"

Christian sentì la voce di Mattia schiarirsi, anche se non disse niente e poco dopo il piccolo poggiò il telefono sulla sua gamba, impostato su google maps, con una via che lui conosceva bene e che per raggiungerla, non avrebbe avuto bisogno del navigatore satellitare.

Sbuffò.

"Ma davvero?"

E così, mentre usciva dall'autostrada, decise di parcheggiare nello spiazzo di un supermercato, in quel momento desolato per via dell'orario di pranzo e una volta posteggiata la macchina, si slacciò la cintura e si voltò a guardare Mattia, che se ne stava con le braccia incrociate al petto, come se fosse un bambino troppo cresciuto, offeso per essere stato preso in giro.

Poi quel bambino si voltò di scatto a guardare Christian e se in un primo istante sembrasse volergli rispondere anche male, la sua espressione cambiò repentinamente, quando trovò il moro sorridente, divertito da quella situazione, nell'avere a che fare con un bambino permaloso e sexy che non sapeva gestire entrambe le cose. Non avrebbe dovuto renderlo così felice il fatto che Mattia si offendesse così velocemente, ma Christian si sentiva assuefatto da ogni minimo dettaglio del biondo e ne adorava ognuno di essi, come se fosse un regalo che chi aveva dato alla luce quella forza della natura, avesse fatto a lui.

Mattia abbassò la testa e si portò le mani sul grembo, sciogliendo quel nodo che aveva sul petto.

"Scusami Chri, è che a volte mi comporto come un bambino permaloso"

Christian rise dolcemente e avvicinò una mano per sollevargli il viso e farsi guardare in faccia. Mattia aveva gli occhi azzurri più grandi che avesse mai visto e il fatto che gli sembrasse ancora così puro nonostante lo avesse sporcato mille volte, lo mandava su di giri e faceva battere il suo cuore ancora più velocemente.

"Ma io ti amo anche per questo"

Mattia si leccò le labbra imbarazzato a quell'affermazione, sorridendo esattamente come il bambino che si stava immaginando Christian. Quel bambino con cui avrebbe voluto passare il resto della propria vita.

Qualche minuto dopo i due si immisero nelle stradine di Bergamo, alla ricerca della casa di Mattia, dove Christian si fermò, accostando e scendendo dall'abitacolo per aiutare il biondo a prendere la valigia dal cofano della macchina. Non parlarono quando Mattia citofonò a casa e non parlarono nemmeno nei pochi istanti che li separarono dal momento in cui la mamma del piccolo non aprì il portone, ma scese uscendo dal cancello, prendendo tra le braccia il figlio, dandogli un abbraccio veloce.

Coro Azzurro [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora