Capitolo 16

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"Chri, andiamo a cen-" fece Federico entrando in stanza, poco dopo che Christian ebbe finito di indossare il completo che custodiva nel suo armadio. Sapeva perfettamente che quello fosse stato dato loro per le occasioni importanti, per le uscite formali nel caso ci sarebbero state, come l'incontro con il presidente della repubblica a fine europeo, qualunque fosse stato l'esito, ma Christian trovava che questa occasione fosse altrettanto speciale, se non ancora di più, per questo si mise in posa davanti ad un Federico che scoppiò a ridere, ancora sull'uscio della porta, mentre lo mostrava pavoneggiarsi.

"Ma dove devi andare?"

"Secondo te?"

Federico entrò definitivamente in stanza, rivelando che al suo seguito ci fosse anche Nicolò, che si affacciò nella stanza, sorpreso anche lui di vederlo così in tiro.

"Eeeeh, ma come siamo belli!"

Christian fece un giro su se stesso, di quelli che vedeva fare sempre a sua sorella e a sua mamma, impostati, precisi, ricordi lontani di quando ancora aveva il tempo da dividere tra calcio e danza, senza che nessuno dei due volesse prevaricare sull'altro. Perché purtroppo così andava nella vita: se avessi voluto diventare qualcuno in una disciplina, avresti dovuto dedicarti al 1000% solo ad essa. Christian sapeva bene questa cosa, l'aveva vissuta sulla propria pelle, vi aveva pianto la notte, ma alla fine ce l'aveva fatta, la sua scelta era stata presa, ma dalla danza non si era mai allontanato del tutto avendo una famiglia composta da ballerini, che amavano la danza, che non potevano fare a meno di muoversi al ritmo della musica quando essa partiva.

"Quindi stasera si scopa?"

Federico si voltò verso Nicolò, che dopo quell'uscita si beccò una cinquina sul collo, anche se Christian scoppiò a ridere davanti a quella scenetta.

"Oh, ma che ho detto!"

"Dai, Fede, lascialo stare e poi non è che ci è andato tanto lontano"

Federico si voltò verso Christian guardandolo sconvolto, mentre il moro scoppiava a ridere di nuovo insieme a Nicolò, che questa volta colpì lui Federico sul collo, facendo quello che gli riusciva meglio: essere fastidioso. Aveva assistito parecchie volte alle scene di Nicolò che importunava i loro compagni di squadra, esattamente come aveva fatto a lui quella volta insieme a Bastoni, ma vederselo così davanti, era esilarante. Al tempo stesso, però, lo faceva riflettere come, se lui non fosse mai stato convocato in nazionale, quei ragazzi li avrebbe conosciuti sempre e solo perché li vedeva sporadicamente in campo come avversari, dato che erano tutti e tre di squadre diverse: Atalanta, Inter e Juventus.

"Guarda che lo dico a tua sorella"

Christian si portò le mani davanti al viso, come se in quel modo potesse sfuggire dalle parole appena pronunciate dal Federico, che gli ricordarono il discorso di prima con Alexia, di quanto gli avesse reso chiaro che tra di loro ci fosse qualcosa.

"Fede, ti prego, ho finito da poco di parlare con mia sorella e non ha fatto altro che parlare di te. non cominciare anche tu"

Quando si tolse le mani dal viso, ritrovò Federico rosso in viso, mentre Nicolò scoppiava di nuovo a ridere e lo indicava per far notare anche a Christian il rossore sulle sue guance. Il moro, però, rise leggermente, rendendosi conto che, forse, davvero ci fosse qualcosa di molto importante tra lui e Alexia e si preoccupò immediatamente per la sorella e per la situazione in cui si stesse cacciando. Quel discorso che avevano rimandato perché doveva prepararsi per andare da Mattia, evidentemente, avrebbero dovuto affrontarlo al più presto.

"Va bene, ma ora io vado, che altrimenti faccio tardi"

Christian si diresse alla porta, afferrando il portafoglio, il telefono e le chiavi della stanza, perché quella sera, suo malgrado, sarebbe dovuto tornare, sperando di poter giocare almeno un minuto delle prossime partite, perché lui aveva una voglia matta di segnare, di portare la propria squadra alla vittoria.

Coro Azzurro [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora