Capitolo 6

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Christian era saltato oltre gli spalti, insieme a tutti i suoi compagni di squadra e proprio come la volta precedente, si era ritrovato a stringere tra le braccia un Mattia che indossava la sua maglietta, con il suo numero che aveva inneggiato a lui durante i minuti in cui aveva giocato. Lo aveva visto, più che sentito, perché sarebbe stato impossibile per le proprie orecchie percepirlo al di sopra dei cori dello stadio, ma eccome se aveva potuto osservarlo mentre saltava in alto, mentre applaudiva e sorrideva con le persone che lo circondavano, quelle che per gli altri erano parenti, mentre Mattia era... esattamente come avrebbe dovuto definire Mattia? Suo amico? Conoscente?

Ma mentre lo stringeva tra le braccia e sentiva i suoi arti stringerlo forte, con un ritrovato coraggio rispetto alla volta precedente, Christian decise di non pensare a quelle cose, che forse quello che erano si sarebbe chiarito col tempo, perché l'unica cosa che sapeva era che avrebbe voluto Mattia sempre alle partite, sempre accanto a se, per quanto sapesse che sarebbe stato impossibile farlo venire a quelle successive rispetto alle fasi a gironi, dato che non avrebbero più giocato in Italia, ma all'estero, anche se ancora non sapeva esattamente dove.

Si staccarono e Mattia gli sorrise.

"Sei stato bravissimo!"

"Ma ho giocato tipo dieci minuti, se tieni conto anche del recupero"

"Lo so, ma sei stato comunque bravissimo"

Il cuore di Christian si rilassò forse un po' troppo a quelle parole, che lo fecero sorridere mentre osservava gli occhi azzurri ancora lucidi di Mattia che lo guardava, che sembrava non voler vedere niente oltre a lui. E forse per l'euforia del momento, il moro si lasciò andare alla voglia di osservargli le labbra e nel proprio petto nacque la consapevolezza di volerlo baciare.

Christian non si era mai fatto problemi su queste cose. Aveva diciannove anni e di esperienze ne aveva fatte tante, ma forse provarci con Mattia era un conto, stringerlo e sentirsi si poteva fare, ma per baciarlo avrebbe dovuto conoscerlo di più, chiedergli cose in più sul suo conto, per prima cosa anche per sapere se davvero lo volesse anche lui o se lo stesse cercando in quel modo solo perché era un calciatore, perché era famoso, perché voleva fama.

Dovette trattenersi dal baciarlo, però, quando vide anche gli occhi di Mattia abbassarsi alle sue labbra. Per cui lo lasciò andare, sotto gli occhi confusi del biondo che in quel momento apparve come un cucciolo allontanato dalla mamma, a Christian.

Aveva un solo modo per conoscerlo di più.

"Hai un albergo qui a Roma oppure sei in una casa?"

Mattia guardò un attimo i suoi occhi ancora confuso da quell'allontanamento. Christian poteva notarlo da come il suo corpo sembrasse proteso verso di lui, da come le sue mani fossero l'una nell'altra e si stessero stringendo tra loro.

"Sto in un camping..."

"Perfetto, allora vai a disdire e domani mattina vieni a Coverciano"

Mattia sgranò gli occhi.

"Come?"

"Stai nell'albergo con tutte le famiglie, così possiamo passare più tempo insieme"

"Ma io non sono un componente della tua famiglia"

"Lo so, ma sei mio amico, no?"

Christian vide lo sguardo di Mattia, sapeva che non avesse idea di come rispondere e probabilmente il moro si stava anche divertendo a comportarsi in quel modo, doveva ammetterlo, però voleva davvero passare più tempo con Mattia, sentiva l'esigenza di conoscerlo di più e di placare quella smania che il proprio corpo sembrava avere di stringerlo, coccolarlo, accarezzarlo, dato anche l'effetto che gli faceva. Ma probabilmente per quel motivo sarebbe stato meglio tenerlo lontano.

Coro Azzurro [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora