Capitolo 19

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2 luglio 2021
Belgio – Italia


Andarono a giocare la partita dei quarti di finale con una speranza in più, con un sorriso in più sul volto, forse anche un po' in modo spavaldo, probabilmente per contrastare l'ansia di dover giocare con la squadra prima nel ranking Fifa.

Solo qualche giorno prima Christian aveva dovuto rinunciare ad una sessione serale con Mattia, perché guardare la Francia contro la Svizzera era la priorità del momento e quando lo aveva comunicato al biondo, dire che si fosse messo a ridere, sarebbe stato un eufemismo. Ogni italiano quella sera aveva riso per l'andazzo della partita francese, iniziata con il vantaggio svizzero, ma ribaltata poi dai loro avversari che l'avevano portata sul 3-1, quasi chiudendo la partita.

Inutile dire che la squadra si stesse lamentando per la facilità con cui la Francia potesse vincere le partite e nella mente di Christian passò l'idea assurda di loro che arrivavano in finale e che dovevano affrontare la Francia. Ma non aveva paura, perché il moro si ricordava bene cosa fosse successo nel 2006, nonostante avesse solo quattro anni e quello che ricordava derivassero dai racconti di suo papà e dai video su YouTube. Questa volta non ci sarebbe stato un Grosso a battere l'ultimo rigore, ma Jorginho, il rigorista più bravo del secolo, colui che aveva basato una carriera intera sulla propria capacità di confondere i portieri tirando i calci di rigore.

Ma si sa, il calcio è strano.

Talmente tanto strano che nel giro di dieci minuti, la svizzera riportò la partita in pareggio, costringendo i francesi ai tempi supplementari e poi ai rigori.

L'Italia era in fibrillazione, non solo coloro che se stavano seduti nella sala dove solitamente Mancini discuteva con loro sulla formazione e sulle tattiche da adottare, ma anche i restanti milioni di italiani a casa, che non potevano credere ai loro occhi. Ci sarebbe stata sempre questa competizione tra le due nazionalità, tanto che Christian per primo, pensò che, arrivato a quel momento, anche se poi la Francia avesse vinto, lui sarebbe stato felice comunque, perché quella squadra che loro avevano battuto 3-0, aveva costretto i loro avversari di sempre ai rigori.

Ed invece andò ancora meglio di quello che tutti avrebbero mai creduto.

Uno ad uno tirarono tutti i calci di rigore, segnando tutti, fino ad arrivare al quinto, l'ultimo per ognuno dei due, che Mehmedi, calciatore svizzero segnò, lasciando il posto a Mbappe, calciatore francese, ritenuto il più bravo del mondo da alcuni, che doveva battere l'ultimo calcio di rigore, prima di andare ad oltranza. Quando, però, il pallone finì tra le mani di Sommer, portiere svizzero, i ragazzi della nazionale italiana esplosero in un boato.

Proprio per questo, quando Christian vide Lukaku, calciatore belga, quel giorno a Monaco, poco prima di entrare in campo e sedersi in panchina, non ebbe timore. Credeva nelle capacità della squadra, sapeva quanto potessero farsi valere se anche i campioni del mondo avevano perso con una squadra su cui loro avevano dominato.

E quella convinzione venne provata effettivamente al primo gol di Bonucci, ma che venne annullato per posizione di fuorigioco. Christian dalla panchina imprecò per quel secondo gol durante il torneo che gli veniva annullato dal VAR, ma ebbe venti minuti per riprendersi, capire che non tutto fosse perso e per vedere il gol al '31 di Barella, dopo che Immobile fu abbattuto in aria di rigore, ma con la regola del vantaggio applicata dall'arbitro.

Lo stadio esplose esattamente come al secondo gol dell'Italia che arrivò al '44, questa volta firmato da Insigne, sotto assist di Barella, che portarono lo stadio ad esultare come matti, perché loro, quelli che fino a qualche anno prima erano stati retrocessi alla ventesima posizione del ranking, stavano battendo i detentori in carica del primato, quelli che stavano in prima posizione, che la Fifa credeva fosse la squadra più forte al momento.

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