Essere me non è mai stato un compito facile, nemmeno quando ero solo una bambina. Sono sempre stata consapevole e sicura di essere quella sbagliata in ogni occasione e per qualsiasi motivo. Da un po' di tempo sono anche consapevole di aver rovinato la vita del mio stesso sangue e certa del fatto che le persone che mi hanno messa al mondo mi odiano come se fossi il peggior essere umano sull'intero pianeta come se fossi il loro peggior nemico. Io e mia sorella è da questa mattina che camminiamo in giro alla ricerca di un posto dove dormire questa sera, perché? Beh, quando avevamo l'età di 17 anni siamo scappate di casa! Da allora dormiamo in un posto diverso ogni notte e nei posti più squallidi che esistono in questa città, ma non abbiamo soldi e non possiamo pretendere il lusso. Ad un certo punto mentre camminiamo tranquille per la strada piena di gente delle grida impregnate di panico e terrore giungono alle mie orecchie, tutti sin da quando sono bambina mi hanno sempre detto che ho un udito molto acuto, mi giro tentando di capire da dove provengono e vedo che stanno rapinando una gioielleria nelle nostre vicinanze. Con cautela senza fare movimenti bruschi che possano attirare l'attenzione prendo per il braccio mia sorella, che è in piena vista e cerco di tirarla lentamente via dalla loro traiettoria, non vorrei mai per nessun motivo al mondo che le capitasse qualcosa, ma uno degli uomini incappucciati ci nota con la coda dell'occhio e si gira subito verso di noi.
-Dove cazzo credete di andare?-
L'uomo viene con passo spedito verso di noi. Non vedo il suo volto perché astutamente ha messo un cappuccio per non farsi riconoscere, ma noto i suoi occhi, sono di un verde muschio intenso, sembrano quasi scintillare contornati da tutto quel nero, celano una rabbia e un disprezzo per il mondo intero che mi lasciano esterrefatta, mi sembra quasi di sentirla, attraverso i suoi occhi trasmette e fa arrivare a me quello che lui sente, è una cosa strana e non so bene come descriverla.
-Che stai facendo? Sbarazzatene!-
L'altro uomo, qualche metro più indietro lo incita a sparare, all'inizio noto l'uomo di fronte a noi che sembra avere per un attimo un tentennamento, ci guarda negli occhi mentre la pistola e il suo braccio teso scendono di qualche millimetro lentamente. Poi però qualcosa cambia, scuote la testa per riprendersi e qualche secondo dopo lui punta una pistola nera scintillante verso il petto di mia sorella. Mette un dito sul grilletto talmente tanto lentamente che il terrore ha il tempo di pervadere completamente il mio corpo, ma l'adrenalina e la voglia di non perdere l'unica persona che mi è rimasta e che mi ama muovono il mio corpo. Mi sposto davanti a lei nell'istante in cui il rumore assordante dello sparo rimbomba nel vicolo. I due scappano appena sentono in lontananza le sirene della volante di polizia e tutto intorno a me sembra muoversi a rallentatore. Appena comincio a sentire il dolore porto una mano appena sotto il petto da dove comincia a sgorgare senza mai fermarsi o solo rallentare un liquido denso e di colore rosso vivo, le mie gambe cedono e cado su mia sorella che lentamente si accascia per terra con la mia testa sulle gambe, la guardo in volto e noto che sta piangendo.
-Non mi lasciare, Lele non mi lasciare!-
Tiene il mio volto fra le sue mani e mi guarda negli occhi mentre le lacrime scendono copiose sul suo dolce viso. Accarezza i miei capelli mentre piange a dirotto, non volevo vederla soffrire, i suoi occhi sono così tristi e non vorrei mai vederli così.
- Kristen... t-ti...v-v-oglio be-ne !
La mia voce comincia a tremare così come il mio corpo, comincio a sentire il calore del mio corpo scemare e il freddo prenderne il posto, le palpebre si fanno troppo pesanti per continuare a tenerle aperte e piano piano comincio a chiuderle sempre di più per riposarle un po'.
- No, Helen resta sveglia, AIUTO, AIUTATEMI, CHIAMATE UN'AMBULANZA !
Comincia a urlare ai passanti che appena mi notano per terra in una pozza di sangue accorrono subito ad aiutarla o semplicemente a guardare scioccati la scena e qualcuno chiama i soccorsi.
- vi prego...aiutatelaaaa..-
Mia sorella continua ad urlare in preda al panico e a tenermi la testa fra le sue mani, i suoi pollici mi accarezzano le guance lentamente come se volesse farmi sentire che lei è lì al mio fianco, tutto ad un tratto fra la folla si fa silenziosa e mia sorella tira un sospiro si sollievo.
< Fate attenzione, allontanatevi lasciatele spazio per respirare !>
Sento una voce profonda e gentile avvicinarsi, ma non lo vedo bene, la mia vista comincia ad appannarsi e le voci mi arrivano alle orecchie ovattate, però appena si avvicina e si inginocchia al mio fianco noto che ha i capelli scuri e gli occhi mi sembrano verdi e sono molto chiari.
L'uomo si leva la giacca che indossa e mi prende la mano, con l'altra invece pressa la sua giacca sulla mia ferita con molta sicurezza per diminuire la fuoriuscita di sangue, chiede a mia sorella il mio nome che le risponde subito e poi si avvicina al mio orecchio per farsi sentire.< Ciao Helen, sono un medico, mi senti ? Se sì stringi la mia mano una volta !>
Mi concentro raccogliendo le mie poche forze che mi restano, gli stringo la mano una sola volta e così lui capisce che lo sento.
< Riesci a parlare Helen ?>
Mi chiede gentilmente, non sapendo come dissentire gli stringo la mano due volte in segno che non ce la faccio e lui capisce subito.
< Va bene, non fa niente ma tenta di restare sveglia non devi perdere conoscenza prima che arriviamo all'ospedale ! Prometti che ci proverai ?>
Stringo una sola volta la mano che tiene ancora la mia e lui annuisce piano continuando a premere con la stoffa ormai zuppa di sangue sulla mia ferita.
Delle lacrime calde scivolano sulle mie guance che diventano sempre più fredde, il dolore è lancinante al petto, ma non riesco ad urlare.
Ad un tratto sento vicine le sirene dell'ambulanza fin quando non si spengono improvvisamente, delle persone, probabilmente i soccorritori, mi strappano dalle braccia di mia sorella in lacrime e cautamente mi mettono su una barella dove mi immobilizzano, fanno salire l'uomo che mi ha soccorso fino ad ora e Kristen subito dopo di lui.
Il medico prende delle garze e mi pressa leggermente la ferita da cui continua a sgorgare sangue e i miei occhi si chiudono sempre di più non riesco a resistere, vorrei con tutta me stessa restare sveglia ma è più forte di me.< Ehi Helen, ricorda la promessa che mi hai fatto, resisti cara ragazza, resisti ! C'è la puoi fare ne sono sicuro, sei forte !>
Riesco a spostare di mezzo millimetro un angolo della bocca come per sorridere ma le palpebre dei miei occhi si abbassano sempre di più fino a rimanere aperte solo per uno spiraglio.
< Veloci sta perdendo conoscenza !>
- Lele, rimani con me ti prego !
La voce singhiozzante di mia sorella riesce a farmi resistere ancora un po', arriviamo in fretta all'ospedale, mi tirano giù dal veicolo ancora immobilizzata sulla barella e mentre corrono spingendomi a tutta velocità per un codice rosso vedo una luce intensa avvicinarsi sempre di più a me, fino a quando non mi risucchia in essa e mi fa vedere definitivamente un buio tetro introno a me facendomi chiudere gli occhi.
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Dopo Tutto Ancora Insieme (DA MODIFICARE)
Romanzi rosa / ChickLitSi può comandare il cuore? Può prevalere davvero la ragione sui sentimenti e la passione? È davvero possibile? E cosa è davvero l'amore? Un sentimento che spieghi con tante belle parole o quel sentimento che ti causa afasia, che è talmente forte da...