2 - La melagrana

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"[...] il dio fece mangiare alla sua amata sei chicchi di melagrana, di modo che, mangiando del cibo nel regno dei morti, Persephone fosse costretta a farvi ritorno ogni anno per alcuni mesi."



— There's beauty in  d e a t h  sometimes
Beauty in death, chase atlantic





«Haven, cosa stai guardando?»
La voce di mio fratello mi riporta alla realtà. E i suoni, dapprima ovattati, esplodono nelle mie orecchie di nuovo. Il caos della caffetteria di Yale mi destabilizza per qualche secondo.

«Guardavo l'ambiente,» rispondo, alla fine e mi affretto a bere il mio succo all'arancia.

Newt assottiglia gli occhi. «Non ci credo molto.»
Jack, accanto a me, con i piedi sulla sedia, annuisce. «Nemmeno io.»

Liam ha la bocca piena di patate al forno quando parla. «Io sì. Ti piace, Haven? È molto luminoso, vero?»

Sforzo un sorriso nella sua direzione. Liam è davvero strano. È da due giorni che mi accompagna in giro per l'università, per mostrarmi dove sono le mie aule e i bagni. Ho scoperto che anche lui studia Legge e, per un istante, ho avuto la tentazione di cambiare corso di studi. Non è per cattiveria, lo giuro, ma sento che se me lo ritrovassi ancora ad aspettarmi alla fine di una lezione, potrei sbattergli la testa contro il muro.

Newt si butta a capofitto in discorsi a cui non presto attenzione, perciò mi concedo di tornare con gli occhi al tavolo di Hades.

È al centro della sala, e sebbene il tavolo abbia almeno otto posti, dei quali solo tre occupati, nessuno osa sedersi lì. È insieme ai fratelli: Apollo e Hermes. Vederli insieme ti fa capire quanto siano diversi. Hermes ha l'ombretto e dei pantaloni a zampa di elefante fucsia, dai quali sbuca un paio di stivaletti in vernice nera. Apollo ha i capelli castani legati in un codino disordinato e una camicia azzurra con disegnati degli uccelli. Hades ha una camicia nera satinata.

Tamburello le dita sul ripiano del tavolo, la mia frustrazione cresce di secondo in secondo. Perché non ricambia il mio sguardo? So che si è accorto di avere i miei occhi puntati addosso, eppure non si volta mai nella mia direzione. Non è così che dovrebbe andare.

Guardami, guardami, guardami, guardami...

«D'accordo,» esclama Newt battendo le mani sul tavolo. «Le avete raccontato dei giochi, vero?»

Jack abbassa il capo. «No.»
Liam ingoia il boccone e si sciacqua la bocca con della coca-cola. «Sì.»

Sia io che Jack lo fissiamo, con la stessa espressione in viso. «Liam!» lo riprendo.

«Oh. Scusate. Doveva essere un segreto.» Poggia la mano sulla spalla di Newt. «No, certo che no.»

Newt se lo scrolla di dosso e mi fissa, con la sua solita aria da fratello maggiore che pensa di avere chissà quale voce in capitolo. «Haven.»

Game Of Gods. Discesa agli Inferi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora