27 - L'Olimpo

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[questo capitolo è lungo 18 pagine word 💀 + ho deciso di non annunciare all'inizio i contenuti maturi per non spoilerare/rovinare la cosa

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[questo capitolo è lungo 18 pagine word 💀 + ho deciso di non annunciare all'inizio i contenuti maturi per non spoilerare/rovinare la cosa. Ho classificato la storia come "matura", per rimediare.]


"Menta era una ninfa bellissima, figlia del fiume infernale Cocito. Ade se ne era invaghito e ne aveva fatta la sua favorita, godendo per lungo tempo dei piaceri di un amore libero da vincoli. Tuttavia era giunto anche per lui il giorno in cui aveva desiderato accanto a sé una regina. Aveva allora rapito con l'inganno la vergine Persefone, trascinandola nel suo regno e facendone la sua legittima consorte. Menta, spodestata dalla sua posizione di privilegio, aveva sfogato tutta la sua rabbia facendo risuonare il Tartaro di alti lamenti e recriminazioni infinite. Da donna tradita, la gelosia pungente la spinse a folli farneticazioni e a discorsi presuntuosi, a paragoni inopportuni tra le proprie doti e quelle della nuova arrivata. Si vantava di essere più bella di Persefone, si diceva sicura che Ade si sarebbe presto stancato di quella ragazzina inesperta e avrebbe infine recuperato il senno, cacciandola dal regno. I vaneggiamenti e le minacce continue della ninfa avevano fatto infuriare la protettiva Demetra al punto che un giorno, incontrando Menta proprio mentre questa andava ripetendo le consuete parole di odio, in un impeto d'ira l'aveva aggredita con tale violenza da calpestarla letteralmente sotto i piedi, riducendone il corpo a brandelli. Dai resti della ninfa, immediatamente era spuntata l'erba delicata e fragrante che porta il suo nome."





— Maybe it's
the way you say my name
Maybe it's
the way you play your game
But it's so good,
I've never known anybody like you





La prestigiosa e privata università di Yale, nel Connecticut, dista da Atene nove ore di volo. E, come se non bastasse, si mette in mezzo anche il fuso orario. La Grecia è avanti di sette ore. Motivo per il quale la mattina di sabato, io e i fratelli Mela ci rechiamo in aeroporto alle cinque, pronti a prendere il volo delle sette. Giusto in tempo per arrivare e avere qualche ora prima del famoso Ballo D'Inverno, che rimane ancora un mistero per me. Ho provato a chiedere a Hades se ne facciano uno per ogni stagione, ma dalla sua espressione in viso ho intuito di aver chiesto la cosa sbagliata.

Loro devono essere abituati a svegliarsi presto, perché sono freschi e riposati, con nemmeno un capello in disordine. Io, al contrario, indosso i pantaloni di una tuta e porti i capelli in una coda storta, dalla quale fuoriescono tanti ciuffi ribelli. Sono completamente anestetizzata. Ho così tanto sonno che, a turno, Hermes, Apollo e Hades devono starmi accanto per assicurarsi che non mi addormenti in piedi o crolli supina da qualche parte.

Quando è Hades a farmi da guardia del corpo, restare sveglia è più facile. I capelli corvini sono mossi, oggi, e ha gli occhi coperti da un paio di occhiali da sole neri. Nonostante sia dicembre, ha solo un giubbino in jeans chiaro sopra la maglia a maniche corte bianca. Ha l'aria più rilassata. Non sembra lo stesso ragazzo dal cipiglio arrogante e disinteressato che gira per Yale, come se fosse il padrone del mondo. Forse è felice di tornare a casa, in Grecia. Forse sono troppo stanca e devo smetterla di analizzare tutto.

Game Of Gods. Discesa agli Inferi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora