35 - L'ultimo gioco

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"Ade era un Dio terribile, ma non malvagio

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"Ade era un Dio terribile,
ma non malvagio."





— Never let me go,
never let me go
Never let me go,
never let me go
And the arms of the ocean
are carrying me
And all this d e v o t i o n 
was rushing over me
And the questions I have for
a s i n n e r   like me





«Non so se tutto questo sudore ti renda sexy o disgustosa,» commenta Hermes, seduto su un tappetino da yoga, intento a fare tutto tranne che yoga.

Mi passo il dorso della mano sulla fronte bagnata, spostando i ciuffi di capelli che sfuggono alla coda e mi si appiccicano alla pelle. Io direi che è disgustoso, ma Hermes mi fissa come se fossi davvero sexy.

Apollo dà un colpo al sacco da boxe. «Con lui abbiamo finito.»
«In che senso?»

Sorride appena. «È da un mese che colpisci il sacco. Mancano tre giorni all'incontro con Hades ed è ora che affronti qualcuno.» Fa una pausa e si indica. «Tipo me.»

Hermes sgrana gli occhi, mentre sorseggia il suo caffè dalla caffettiera. Stamattina è arrivato, mezz'ora dopo l'inizio dell'allenamento, con il suo tappetino da yoga e la caffettiera in mano, ancora fumante. Fino a questo momento si è solo levato lo smalto dalle unghie delle mani e applicato una crema profumata alla fragola sulle braccia. Per lui è come un giorno alla SPA.

«Non posso affrontarti,» dico d'un fiato. Arretro di qualche passo, come se potesse servire a qualcosa.

Apollo mi viene incontro a braccia aperte. «Perché no? Hai paura di farti male? Prometto che ci andrò piano.»

Alzo gli occhi al cielo, provocandogli una risata debole. «Non mi sento abbastanza forte. E non voglio doverti dare pugni, Apollo.»

Nel momento in cui si accorge che ho paura di fargli male, anche se sappiamo entrambi che è altamente improbabile, il suo sguardo si addolcisce e le gote gli si tingono di rosso. Non ha ancora superato la difficoltà di guardarmi negli occhi per più di cinque secondi, ma è migliorato. «Haven...»

Indietreggio ancora, scuotendo il capo. «No, non voglio picchiarti.»

Questa volta mi raggiunge con una sola falcata e mi afferra per le spalle. Il contatto delle sue mani con la mia pelle bagnata mi mette a disagio, perché temo gli possa dare fastidio. Provo a ritrarmi, ma Apollo rafforza la presa e mi attira più vicina a sé. «Haven, ti prometto che non mi farai del male.» Lo dice con un tono divertito, carico di tenerezza.

«Allora, volete muovervi e iniziare a menarvi?» grida Hermes dal fondo della sala.

Apollo fa un cenno col capo per invitarmi a raggiungere il centro della palestra, dove mi sta aspettando a braccia conserte. Tiro un sospiro rassegnato e gli vado incontro, con gli applausi e gli ululati di Hermes in sottofondo. Smette solo per lanciare al fratello un paio di guantoni.

Game Of Gods. Discesa agli Inferi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora