Capitolo 4

1.6K 57 11
                                    

Camila's p.o.v
Quella notte, da sola nella mia camera, ripercorsi mentalmente gli avvenimenti della festa, soprattutto l'ultima parte:
"Buonanotte" La sentii comunque, anche se mi trovavo vicino alla vetrata del giardino, pronta per rientrare in casa.
Aprii la porta, sorridendo cinicamente e analizzando l'ambiente all'interno: questo tipo di feste finiva solitamente con la polizia alla porta, e di solito io me ne andavo sempre prima che ciò accadesse.
Ricordo di aver raggiunto Dinah ed insieme eravamo uscite dalla porta d'ingresso, era un bene che non avessimo bevuto troppo, e fortunatamente non ci fu bisogno di chiamare mia mamma, perciò arrivammo sane e salve a casa.

"Buongiorno mija, com'è andata ieri?" Quando il giorno dopo scesi al piano inferiore, mi ritrovai la colazione pronta, con il sorriso di mia mamma ad accogliermi.
"Direi...bene, in realtà non ricordo molto" Era una bugia, ovviamente mi ricordavo tutto e non avevo nemmeno il classico mal di testa post sbronza, non riuscivo a capire se quella festa fosse stata un fallimento, salvato solamente per quel momento in giardino.
"Classico" Rispose una voce dietro di me, mio padre entrò in cucina, vestito bene come se dovesse andare a lavorare, il che non era da escludere.
"Dove stai andando?" Gli chiesi curiosa, provando a far suonare casuale quella domanda.
"Vuoi dire dove stiamo andando...vorrei che venissi anche tu, è un incontro per la scuola" Lo guardai confusa, sapevo che ogni tanto partecipava a degli incontri scolastici, essendo uno dei maggiori investitori de Las Encinas, ma mi sembrava strano che mi volesse con lui.
"A che ora?" Domandai, guardando l'orario sul telefono, notando anche delle chiamate perse e dei messaggi, la maggior parte provenienti da Shawn.
"Tra un'ora, pensi di riuscire a far in tempo a prepararti?"
"Si, tu non vieni mamma?" Mi alzai, mettendo il bicchiere di spremuta, vuoto, dentro alla lavastoviglie.
"No Mila ho da fare, ma divertitevi" Annuii e mi diressi velocemente al piano di sopra, sbuffando per trovare qualcosa da mettere.

"Perché mi porti con te?" Ci trovavamo in macchina, mi ero preparata velocemente, con degli shorts di jeans neri e un top dello stesso colore, faceva caldo e non avevo nemmeno molta voglia di vestirmi elegantemente, alla fine decisi di uscire il più velocemente possibile dalla mia camera, per non pensare troppo a quell'outfit improvvisato.
"Ci saranno quelle tre nuove ragazze...e sicuramente qualche altro studente, Shawn non ti ha detto niente?" Rimasi in silenzio, i miei occhi si erano spalancati al sentire quel «tre ragazze» uscire dalla bocca di mio padre.
"No...non mi ha detto niente"
"Magari ci sarà anche lui" Bene, stava andando di male in peggio, iniziavo proprio a domandarmi perché avessi accettato l'invito di mio padre.

Leggendo i messaggi di Shawn non ne trovai nessuno su quest'incontro, non sapevo nemmeno se fosse qualcosa di ufficiale o semplicemente una riunione improvvisata o chissà, addirittura qualcosa di confidenziale, anche se mi sembrava strano perché mio padre cercava sempre di evitare quel tipo di cose.
Al contrario, sul telefono lessi una marea di messaggi confusi e con parole scritte in una lingua quasi del tutto inventata, erano tutti di ieri, ed era chiaro che li avesse mandati da ubriaco.

"Siamo arrivati" Quando alzai lo sguardo, le mie sopracciglia si corrugarono alla vista di quel luogo fin troppo familiare, era il parcheggio de Las Encinas, ma effettivamente aveva abbastanza senso che l'incontro fosse nella nostra scuola.
"Aspettami all'entrata, magari incontri qualche tuo compagno" Mi fece segno di scendere dalla macchina e io annuii, avviandomi verso le scale, non vidi nessun volto familiare, probabilmente però le altre persone si, perché i loro occhi rimasero su di me per un tempo abbastanza prolungato.
Solitamente non avevo problemi ad andare a questi incontri, mio padre era solito frequentare serate di beneficenza e ci portava sempre con lui, ma ora era diverso, soprattutto per la presenza di quella corvina, che stranamente era riuscita a mettermi in soggezione, un'emozione a cui non ero decisamente abituata.

"Eccomi, non c'è nessuno che conosci?" Mio padre mi raggiunse dopo pochi minuti, e insieme entrammo dalle porte di vetro per raggiungere il corridoio principale.
"Nessuno di importante, perché siamo qui?"
"Per un incontro"
"Questo l'ho capito, ma qual è il tema?" Gli domandai, senza riuscire a controllare la mia curiosità.
"Le nuove ragazze, che, non so se hai notato, sono molto ricercate dalla stampa, è come se quegli sciacalli stiano solo aspettando un nostro passo falso, per poi mettere un articolo sulla scuola in prima pagina" Non osai interrompere il suo monologo, mi limitai a guardarmi intorno, riconoscendo il percorso che stavamo percorrendo.
Quando arrivammo davanti all'aula magna, presi un sospiro profondo, non sapevo cosa aspettarmi e sentivo come se tutto quello non mi riguardasse, ma entrai comunque, sedendomi in una delle tante poltroncine da teatro che si rivolgevano direttamente verso il palco.

Elite (camren ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora