Capitolo 21

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Lauren's p.o.v
"Non devi più chiamarmi" Mi girai nel buio della stanza, solo un piccolo spiraglio di luce colpiva il mio viso stanco.
La voce di Camila mi arrivò bassa alle orecchie, così decisi di mettermi a sedere sul letto e osservarla meglio.
Aveva solo un paio di mutande, che era come se non ci fossero, la schiena completamente nuda e i capelli sciolti che le cadevano sulle spalle.
La visione era praticamente da togliere il fiato, la bellezza di quella ragazza era innegabile, quello che mi divertiva era come ne era completamente consapevole anche lei.

Sembrò percepire la mia presenza perché si girò verso di me, con ancora il telefono poggiato all'orecchio, sembrava spazientita così si affrettò a parlare:
"Senti, ti richiamo io, ciao" Chiuse la chiamata, fissandomi per pochi secondi prima di riavvicinarsi al letto lentamente.
"Ti ho svegliata?" Sussurrò vicino alle mie labbra, per poi spostarsi sulla mia mandibola e morderla leggermente.
"Chi era?" Non risposi e chiesi incuriosita dal suo atteggiamento, lei sospirò e riappoggiò la testa sul cuscino, estremamente vicino a me.
"Shawn" Rispose, e sembrava sincera, così non andai oltre e decisi finalmente di guardarla negli occhi.
"È ancora presto..." Parlai io, guadagnandomi un sorrisetto da parte sua, si avvicinò di più a me, questa volta il suo viso era poggiato nell'incavo del mio collo e il suo respiro si scontrava sulla mia pelle.
"Mi hai prosciugato tutte le energie Jauregui, questa notte hai dato il massimo" La sua mano tracciava dei percorsi immaginari sul mio ventre e io finii per ridere:
"Solo questa notte?" Domandai retoricamente, e la vidi alzare le sopracciglia per poi pizzicarmi la pelle sul fianco.
"Questo ego..." Commentò con un sorriso, chiudendo gli occhi e accucciandosi ancora di più a me.
"Senti chi parla Cabello"
"Il mio ego ti piace, di la verità" Io roteai gli occhi perché in fondo era vero, ma lei non doveva saperlo.
"Cosa te lo fa credere?" Le chiesi curiosa.
"Il modo in cui mi guardi" Scossi la testa, lasciandole vincere quella piccola discussione, si stava facendo tardi così chiusi gli occhi, concentrandomi sul mio respiro.
Era una bella sensazione, averla vicino a me, la sua pelle che toccava la mia, le sue mani che si aggrappavano alla mia vita, e il suo respiro caldo che accarezzava il mio collo.
Finii per addormentarmi insieme a lei, eravamo entrambe stanche dopo l'intera nottata che avevamo appena passato, sembravamo non averne mai abbastanza, e non volevo dirglielo ma sentivo ancora il desiderio di ricominciare, anche se i miei muscoli si negavano categoricamente di muoversi.

Quando mi svegliai, la luce innondava la stanza, un peso sul collo mi impediva di girare la testa, così il mio sguardo si diresse verso il basso, dove una chioma castana riposava tranquillamente.
"Camila..." Sussurrai, scuotendola leggermente, praticamente metà del suo corpo era sul mio, dal suo naso uscivano dei sospiri regolari, sembrava in un sonno profondo ma volevo almeno svegliarla per fare colazione.
"Mhh" Sentii improvvisamente ma non si svegliò anzi, la sua testa si appoggiò sul mio petto, ancora più vicina a me.
"Faccio portare la colazione?" Chiesi, consapevole che mi avrebbe risposto con un altro verso, senza nemmeno capire a cosa stesse dicendo si.
"Mh mh" Rispose infatti, proprio come mi aspettavo.
Scivolai via dalla sua presa e la sentii protestare, ma si rimise subito in un'altra posizione, continuando a dormire.
Mi accorsi di essere nuda così decisi di farmi prima una doccia e di mettermi dei vestiti puliti, non potevo di certo andare da Barbara in quello stato.
Quando uscii dalla doccia diedi uno sguardo sul letto, Camila era ancora sdraiata nella stessa posizione di prima, dormiva beatamente e io sorrisi davanti a quella scena.

"Buongiorno Barb" La salutai quando raggiunsi il bancone della reception, lei mi accolse con un gioioso buongiorno e io le richiesi di portare la colazione in camera, ovviamente lei accettò, riferendolo ai camerieri.
Tornai a passo svelto nella stanza e per mio stupore trovai Camila intenta a cercare il suo reggiseno, che la notte prima avevo buttato chissà dove.
"Buongiorno" Mi disse venendo verso di me con il reggiseno in mano, il mio sguardo però andò da tutt'altra parte, su qualcosa di ancora scoperto, lei fece la finta di avvicinarsi per poi cambiare improvvisamente direzione ed entrare in bagno.

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