Lauren's p.o.v
Se mi era possibile cercavo sempre di ignorare quelle idee prese d'impulso, ma quella volta fu proprio l'impulsività a guidarmi passo passo.Riguardando tra tutti i compiti da fare mi cadde l'occhio sul progetto di letteratura, che non avevo nemmeno iniziato.
Odiavo non poter riuscire a lavorarci solo perché la latina voleva giocare a fare la misteriosa, così mi venne un'idea malsana.
Per prima cosa guardai le sue storie di instagram ma stranamente non aveva messo niente,
così decisi di usare un approccio più diretto, iniziai a scriverle un messaggio ma mi fermai immediatamente.
No, dovevo usare la furbizia questa volta, non potevo lasciarle il tempo di mentirmi così mi alzai di fretta dalla sedia, cercando dei vestiti puliti da mettermi.
"Mamma, posso prendere la macchina?" Le chiesi, quando la vidi seduta sul divano a leggere un quotidiano.
"Dove devi andare?" Ed eccoci di nuovo, cosa potevo dirle questa volta?
"Devo andare da un mio compagno di classe per un compito" Le dissi la pura verità, o quasi.
Lei mi squadrò da testa a piedi con fare scettico, poi la vidi sospirare e con un gesto della mano mi fece cenno di andare.
"Grazie, non tornerò tardi"
"Mi raccomando!" Grid, proprio mentre chiudevo la porta per correre giu per le scale.Guidavo con un sorriso per le strade di Madrid, un sorriso dovuto all'adrenalina per questo piano che ora sembrava studiato nei minimi dettagli ma che in realtà inizialmente era soltanto un'idea idiota.
"Lauren?" Ovviamente il mio sorrisetto si espanse quando sentii la sua voce al di la del telefono, mi presi il mio tempo prima di risponderle, quasi come se volessi tenerla sulle spine fino all'ultimo.
"Sei a casa?" Chiesi in modo diretto, mentre svoltavo verso le ultime due curve.
"Ehm, si, sto per uscire in realtà perché?" Era ovvio che non stesse per uscire, mi sentivo come una spia in uno di quei film polizieschi di bassa qualità, ma mi stavo divertendo troppo.
"Puoi farmi entrare?" Non sentii più la sua voce, solo rumori, sembrava stesse correndo, infatti il mio sguardo era fisso sulla telecamera del cancello.
"Tu sei pazza" Esclamò tutto d'un tratto e io sorrisi alla telecamera, il cancello si aprì e la chiamata terminò, il piano era riuscito e mi diedi il cinque mentalmente."Permesso" Entrai in casa sua, lei era ferma davanti a me, aveva solo un top rosa e dei pantaloni della tuta, era bellissima anche vestita così, forse ancora più bella di quando si truccava per qualche serata.
"Cosa ci fai qui Lauren" Chiuse la porta e mi fece cenno di andare di sopra, ma prima volevo parlarle un po', volevo capire se ne valeva la pena.
"Vuoi la verità?" Lei ovviamente mi annuì e io incrociai le braccia, forse dovevo pensare bene a cosa dirle, prima di parlare con impulsività.
"Volevo vederti, parlarti, e soprattutto concludere quel compito" Lei rimase immobile, scosse la testa dopo pochi secondi in cui i suoi occhi non lasciarono i miei.
"Quindi sei venuta qua per il compito di letteratura?" Rise e io la seguii a ruota, improvvisamente però un rumore ci fece voltare di scatto, dalla cucina apparve una donna di mezz'età.
"Oh, non volevo interrompervi, Mila i pop corn sono pronti" Mi girai verso la cubana, che alzò le mani in segno di resa, certo, doveva proprio uscire.
"Mamma lei è Lauren, una mia compagna" La donna castana davanti a me sorrise, le porsi la mano e lei la prese gentilmente, era strano, molto strano, ma non era poi così male, d'altronde ero davvero una compagna di scuola di sua figlia;
"Sono Sinuhe, ti piacciono i pop corn Lauren?" Io annuii e a Camila sembrò spazientire, probabilmente non voleva stare troppo insieme a me e a sua madre, ma io seguii la donna fino alla cucina dove ci aspettava una grande biella di pop corn.
"Vieni" La castana mi prese per mano e quel contatto sembrò risvegliarmi, entrambe ci sedemmo sul divano, con in mezzo a noi la ciotola di pop corn
"Allora, per il compito..." Iniziai, tirando fuori il telefono e ricevendo uno sguardo confuso da parte sua.
"Aspetta, vuoi fare le foto adesso?"
"Certo, perché che c'è che non va?" Le domandai ridendo.
"Sono orrenda non vedi?" Indicò i suoi vestiti e io ricoprii con lo sguardo il suo corpo, era bellissima, non doveva di certo preoccuparsene.
"Non voglio dirti che sei bellissima, aumenterei il tuo ego smisurato" Scossi la testa e sentii di nuovo la sua bella risata, mi era mancato parlare con lei in questo modo, proprio non sapevo perché da un momento all'altro si fosse spaventata di questo rapporto che avevamo.
"Qual è il tuo piano?" Si mise in bocca un pop corn e io scattai velocemente una foto, lei cercò di togliermi il telefono dalle mani, mentre scoppiavamo entrambe a ridere.
"Cancellala" Mi minacciò, ma io negai con la testa, avevo bisogno di alcune sue foto, ed era risaputo che le migliori erano quelle spontanee.
"In tutte quelle che hai su instagram sei in posa, lasciami fare il mio lavoro" Lei si rassegnò, roteò gli occhi e accese la tv, ogni tanto sorrideva perché con la coda dell'occhio mi vedeva con il telefono in mano pronta a scattare qualche foto.
"Andiamo un po' fuori, così ti faccio anche io un po' di foto" Ci alzammo, uscendo nel giardino interno, c'era un bellissimo prato all'inglese e non faceva freddissimo.
Camila sistemò le sdraio a bordo piscina e mi fece cenno di sdraiarmi, iniziava anche per me la sessione fotografica.
Erano foto divertenti, che normalmente si lasciano nella galleria da riguardare ogni tanto, di certo non erano come quelle preparate, fatte appositamente per una storia o per un post.
"Inizia a fare freddo" Esordii, girandomi verso di lei
"Parliamo un po' in camera mia?" Annuii alla sua proposta, stavamo passando un bel pomeriggio ma fuori iniziava ad annuvolarsi e in camera nessuno ci avrebbe disturbato.
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Elite (camren ita)
FanficSpagna, tre ragazzi vengono scelti casualmente per frequentare il college più prestigioso della città. Tra questi c'è Lauren Jauregui, una ragazza umile, che a Las Encinas non incontrerà solo libri di testo e insegnanti severi, dovrà fare i conti c...