Capitolo 27

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Lauren's p.o.v
Finii per rimanere sveglia più del dovuto, ad aspettare un suo messaggio, che non arrivò.
Potevo capire la sua rabbia fino ad un certo punto, ma se fosse davvero solo attrazione fisica, perché mai si ingelosiva se passavo del tempo con qualcun'altra?
Ovviamente conoscevo la risposta, la conoscevo da tempo ma questa volta mi ero stancata di scappare, era arrivato il momento di affrontarla, di parlarle e risolvere una volta per tutte il nodo che si era creato nella nostra relazione.

Arrivai a scuola in orario, quel mattino mia madre non lavorava, per questo mi lasciò usare l'auto.
Novembre era passato velocemente, e dovevo ammettere che aspettavo con ansia le vacanze di dicembre, soprattutto per quella proposta che mi aveva fatto la latina.
Parlando di lei, una volta arrivata a scuola la cercai, davanti al suo armadietto, nel corridoio, ma non la riuscii a trovare da nessuna parte.
Arrivò in ritardo, e si stupì quando notò che l'unico posto libero era quello vicino a me, ovviamente lo avevo fatto apposta, avevo chiesto a Normani di sedersi vicino ad Ally.
"Perchè non hai fatto sedere Keana qui?" Dovetti sopprimere una risata, e non le passò inosservato.
"Lo trovi divertente?" Si girò assottigliando gli occhi e giurai di sentire una scossa attraversarmi il corpo, il suo sguardo profondo mi stava mangiando l'anima.
"Ti trovo molto divertente Cabello, sei gelosa" Non distolsi i miei occhi dai suoi anzi, cercai di guardarla con la stessa intensità che lei stava riservando a me.
"Ti piacerebbe no?"
"Devo ammetterlo, sei ancora più sexy quando fai la gelosa" Mi sorrise cinicamente, scuotendo la testa.
"Sei una stronza" Sussurrò, girandosi per non doversi concentrare su di me.
"Quindi lo ammetti" Dovetti fare di tutto per trattenermi e non avvicinarmi ancora di più al suo viso, la tentazione di baciarla stava diventando insostenibile.
"Colpevole, questo cambia le cose?" Disse, continuando a mantenere lo sguardo sulla professoressa.
"Le cambia, si" Sorrisi perché finalmente avevo la conferma, in qualche modo avevo vinto io quella battaglia ma ero ancora consapevole che non avrei mai potuto vincere una guerra contro Camila Cabello.
"Non è Keana quella che voglio" Le bisbigliai all'orecchio, facendola girare.
"E chi vuoi?" Ovviamente voleva sentirselo dire, e io avevo tutta l'intenzione di dirglielo.
"Te" Per l'ennesima volta ebbi la fortuna di vedere un suo sorriso, uno più sincero, meno spocchioso, la vidi allontanarsi dopo aver notato la vicinanza tra di noi, ma non perse tempo perché sentii un pizzicotto sulla mia gamba subito dopo.
"Avete finito di scoparvi con lo sguardo?" Una voce alle nostre spalle, precisamente quella di Normani, ci fece ridere a bassa voce, cosa che non passò inosservata alla professoressa.
"Jauregui e Cabello, silenzio" Annuimmo entrambe con facce colpevoli, la tensione esterna ormai svanita, ma non si poteva dire lo stesso di quella interna.

Quando la lezione finii, vidi Camila rimettere in ordine lentamente le sue cose, capii immediatamente quello che aveva intenzione di fare, lasciammo uscire la maggior parte degli studenti dall'aula per poter parlare liberamente.
"Devo parlarti" Le dissi, cercando di non far trasparire troppo la mia preoccupazione.
"Cos'è successo?"
"Si tratta di Keana, quando ieri è venuta a casa mia, abbiamo parlato di quello che è successo al ballo, ma ci sono alcune cose che non quadrano"
"Aspetta...vuoi dirmi che sospetti di lei?" Annuii alla sua domanda e lei reagì sgranando gli occhi.
"Ma, lei non c'entra nulla con Austin" Quello era il problema, capire che cosa centrassero con Austin.
"Innanzitutto, quando ha parlato su cosa avesse potuto fare, ha detto uscire dalla piscina, ma lei si trovava dietro di me, non era ancora entrata in piscina" Camila mi ascoltava attentamente mentre le spiegavo i miei dubbi.
"Poi, quella sera quando eravamo fuori, lei si è allontanata quando Normani mi ha raggiunto, ma è andata verso l'ingresso esterno della scuola"
La dinamica era complicata, ma nella mia mente avevo un'immagine chiara di quello che poteva esser successo.
"E ha detto che quando è rientrata, ha visto tutti nel panico, ma sappiamo che noi siamo rimaste in piscina per un po' di tempo, la polizia non aveva detto nulla a chi era ancora in palestra" Fu in quel momento che Camila sembrò realizzare.
"Non sa cos'è successo..."
"Questo vuol dire che non è più rientrata a scuola" Conclusi io, mettendo insieme i pezzi.
"Perché non è tornata in palestra?" Chiese la cubana, cercando di ragionare.
"Non ne ho idea, ma ha mentito, questo è sicuro"
La mora sbuffò, risedendosi sulla sua sedia.
"Perché ha voluto vederti?" Mi domandò, guardandomi dal basso verso l'alto.
"Non lo so, in realtà non so nemmeno se quello che sto dicendo abbia senso" Questa volta fu il mio turno di sbuffare.
"Devi dirlo alla polizia Lauren" Ci avevo già pensato, ma non avevo prove, non sapevo se mi avrebbero creduto o se sarebbe risultato solo come un modo per buttare la colpa su qualcun altro.
"Ah e come se non bastasse, mi vuole rivedere"
In quel momento gli occhi di Camila cambiarono.
"Tu in non la vedrai" Disse alzandosi, quasi come se volesse risultare più minacciosa.
"E non è gelosia questa, ma se avessi davvero ragione, potresti esser in pericolo" Continuò.
"Non so cosa fare" Le dissi sincera.
"Non fare di testa tua, possiamo risolverlo insieme" Sembrava mi stesse supplicando di ascoltarla, e mi fidavo, mi fidavo di lei quasi ciecamente, cosi le dissi di si, la rassicurai, Camila Cabello era astuta, ma sarebbe bastato?
La verità era che non lo sapevo, prima volevo in qualche modo assicurarmi che le mie non fossero solo paranoie, non sapevo se mi trovassi davvero in una situazione di pericolo ma presto lo avrei capito.

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