Capitolo 24

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Narrator's p.o.v
"Ho paura" Camila parlò per prima, attirando immediatamente l'attenzione della corvina, che posò la mano sul suo ginocchio, facendo una leggera pressione che non passò inosservata a Normani.
"Andrà tutto bene" Lauren lo disse sottovoce, sembrava voler convincere più se stessa che le altre due ragazze nell'auto.
"Perché ci mettono tanto?" Normani disse frustrata, guardando fuori dal finestrino, era tutto silenzioso, non riuscivano a sentire nulla, non sapevano che cosa stesse succedendo all'interno della scuola, erano all'oscuro di tutto.
"Marta..." Camila lasciò uscire quel nome come un sospiro.
"Marta?" Chiese confusa Lauren.
"Austin me l'aveva presentata quando ci siamo incontrati poche ore fa, dio..." Un'altra lacrima amara scese sul volto della latina ma venne velocemente asciugata dalla corvina al suo fianco, che le prese il volto tra le mani.
"Guardami, dobbiamo rimanere calme, respira con me" Si guardavano intensamente negli occhi, Camila si perse in quel mare verde davanti a lei, così brillanti sotto la luce calda della macchina,quegli occhi la fecero rilassare immediatamente.
"Sta arrivando qualcuno" Quel momento venne interrotto dalla voce di Normani, che avvisava le altre due ragazze, dopo pochi secondi la portiera dell'auto venne aperta e un poliziotto entrò dal lato del guidatore.
"Centrale, qui 67, ho con me le tre ragazze, passo" Parlava alla radio in modo tranquillo, mentre un'altra voce gli rispondeva con altri numeri e parole che sembravano in codice.
"Mi scusi, non può portarci via" Lauren si sporse per parlare con l'agente.
"Siete state voi a trovare il corpo, dovete venire con noi in centrale e svolgere gli altri interrogatori, vi spiegheranno tutto" Lo disse quasi annoiato dalla domanda della corvina.
"Devo avvisare mia madre" Controbatté Lauren con un tono irritato, Camila cercò di farla rimanere ferma nel suo posto, ma la ragazza al suo fianco non ne voleva sapere.
"Hanno già informato i vostri genitori" Non disse più nulla, mise in moto e si allontanò da Las Encinas.
Le tre ragazze lasciavano alle loro spalle una scuola in subbuglio, i loro compagni nel panico mentre le autorità cercavano di far calmare la situazione, nessuno sapeva nulla, o forse...

Lauren's p.o.v
Sbuffai sonoramente, la mia gamba non ne voleva sapere di star ferma, ero visibilmente agitata e Camila fu la prima ad accorgersene, ora era lei quella che provava a tranquillizzarmi, appoggiando il palmo della mano sulla mia coscia per far fermare quel movimento frenetico.
"Devi stare calma" Mi sussurrò all'orecchio , non c'era lussuria nelle sue parole, ma solo preoccupazione.
"Ci sto provando" Le risposi a bassa voce, sfregando le mani per calmare l'ansia.
"Lo hai detto anche tu, andrà tutto bene Lauren" Camila era genuinamente preoccupata per me, non l'avevo mai vista così agitata, ma allo stesso tempo provava comunque a distrarmi dalle mie preoccupazioni, e ci stava riuscendo.
"Ho paura per mia madre, non voglio lasciarla da sola" Le rivelai, ero spaventata anche dalla sua reazione, non volevo spaventarla o farla preoccupare, aveva già tanti altri problemi.
"Non ti preoccupare di quello adesso, ci interrogheranno e poi torneremo a casa, le indagini proseguiranno ma noi non ne saremo coinvolte" Parlò con sicurezza, non mi ero nemmeno accorta che ora la mia mano era tra le sue, ero felice di averla al mio fianco, Camila riusciva a tranquillizzarmi come nessun altro.
"Spero solo che trovino chi lo ha fatto" Commentò Normani al nostro fianco, guardava fuori dal finestrino, persa tra i suoi pensieri.
La notte stava lentamente calando sulla città, le luci dei lampioni illuminavano la strada mentre ci avvicinavamo sempre di più al centro, dove si trovava la grande centrale di polizia.

"Seguitemi" L'agente aveva parcheggiato l'auto proprio davanti all'entrata dell'edificio, aprendoci la portiera e scortandoci fino all'ingresso.
Non appena entrai all'interno vidi una faccia conosciuta, seduta su delle panchine di metallo, probabilmente fatte apposta per chi doveva aspettare.
"Lauren!" Urlò mia madre quando mi vide arrivare insieme a Camila e Normani, anche i genitori di quest'ultime ci vennero incontro abbracciando le proprie figlie.
"Cos'è successo?" Fu il padre di Camila a parlare, guardando con preoccupazione la latina.
"Austin...lui, è morto" Gli rivelò velocemente.
"Dio..." Parlò Sinuhe, mettendosi le mani sulla fronte, anche loro ne erano rimasti sconvolti, ovviamente i Cabello conoscevano bene la famiglia Mahone, che probabilmente era ancora all'oscuro di tutto.
"Vi chiameranno a breve per l'interrogatorio" Avvisò lo stesso agente che ci aveva portato qui.
"Quando mi hanno chiamato mi stava per venire un'infarto, pensavo ti fosse successo qualcosa" Mia madre mi abbracciò di nuovo, non voleva lasciarmi andare e la capivo, non doveva esser stato bello ricevere una chiamata dalla polizia nel bel mezzo della notte.
"Sto bene, ho fatto di tutto per aiutarlo ma non è servito a nulla" Le rivelai in preda alla rabbia.
"Ci hai provato Lauren" Me lo disse con affetto e io strinsi di più la presa per poi staccarmi e incontrarmi con il suo dolce sorriso.
"Avete sete? c'è un distributore lì in fondo" A parlare fu la mamma di Normani, rivolgendosi a noi con un tono preoccupato, io e Camila annuimmo mentre Normani rimase seduta insieme a suo padre.
"Acqua?" Domandai alla latina, che mi aveva accompagnato per prendere da bere.
"Si grazie" Rimanemmo entrambe in piedi, nessuna delle due aveva intenzione di parlare ma non era un silenzio incomodo, eravamo stanche e non sapevamo quando sarebbe finito tutto.
"Chi pensi sia stato?" Mi domandò tutto d'un tratto, facendomi girare.
"Ne abbiamo parlato" Le dissi, riferendomi alla nostra conversazione su Mendes.
"E se è stato un incidente?"
"Lo spero, meno dolore da aggiungere a tutti no?" Sembravo senza cuore a parlare in quel modo ma alla fine era la verità, ma volevo anche che fosse fatta giustizia per quello che era successo.
"Spero che tu ti stia sbagliando" Mi guardava negli occhi, come se volesse convincere anche me.
"Hai paura?" Le domandai sinceramente
"Ho più paura per quello che potrebbe fare" Io le annuii comprensiva.
"Non ti succederà niente, non potrei mai permetterglielo" Mi accorsi della sdolcinatezza di quella frase solo dopo averla pronunciata ma lei non sembrò prenderla nello stesso modo, mi sorrise, appoggiando la testa al muro.
"La mia protettrice" Mi fece ridere, ed era la prima volta che ridevo da quando era successo tutto, ma con Camila sembrava così semplice scordarsi di tutto.
Notai lo sguardo di mia mamma studiarci da lontano, anche Sinuhe aveva lo stesso sguardo e prima che potessero insospettirsi, io e Camila ci allontanammo dal distributore, ritornando verso di loro.
"Normani Kordei" Chiamarono la mia migliore amica ad alta voce, lei si alzò titubante e feci in tempo a toccarle la spalla, per farle capire che eravamo li con lei.

Elite (camren ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora