Capitolo 28

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Lauren's p.o.v
Il ritorno a scuola fu abbastanza traumatico, era l'ultima settimana prima delle vacanze di natale, e ovviamente tutta la scuola era venuta a sapere di quello che era successo.
Avevo paura di entrare in un ambiente dove alcuni mi avrebbero adorato per quello che avevo fatto, mentre altri mi avrebbero sicuramente odiato.
Camila mi aveva chiamato quella mattina, dicendomi di aspettarla davanti all'entrata, dovevo ammetterlo, il suo supporto era la cosa che più mi spronava ad affrontare tutto.
Come promesso la vidi avvicinarsi alle scale dove mi ero seduta,  era ancora presto, pochi studenti erano passati da quelle scale, e quasi tutti mi avevano osservato con curiosità.
"Ei, tutto ok?" Le annuii brevemente, e sorrisi quando sentii la sua mano sulla mia guancia, accarezzandola delicatamente proprio dove avevo un livido, lasciato da quel pugno che avevo ricevuto da lui.
"Andiamo, ricordati soltanto che hai fatto la cosa giusta, fregatene di tutto quello che dicono gli altri" Annuii nuovamente alle sue parole, aveva ragione, gli altri non avevano il diritto di dire nulla, perché non avevano fatto niente per risolvere la situazione, e portare giustizia ad Austin.

Sentii gli sguardi degli altri su di noi, non sapevo se fossero solo per me o anche per Camila, alla quale ormai non importava farsi vedere con me, anzi, ne andava fiera e quel pensiero mi faceva sorridere.
"Che coraggio"
"Eccola"
"Cabello ha aperto gli occhi" Quelli erano solo alcuni dei commenti che origliai mentre mi dirigevo verso la mia classe.

Camila si sedette nel banco di fianco al mio, dove Dinah la stava aspettando, mentre io mi affiancai a Normani, dopo aver salutato Ally, dietro di noi.
"Come stai?" Mi chiese immediatamente la mia migliore amica.
"Sto bene Mani, il peggio è passato" Stavo davvero bene, avevo saputo che i legali di Mendes avevano accettato di svolgere il processo dopo le vacanze natalizie, e questo mi trasmetteva tranquillità, potevo godermi quel periodo, senza il pensiero di passarlo in un'aula di tribunale, a testimoniare contro di loro.
"Hai ragione, ora passeremo le nostre vacanze senza pensarci più" Era quello che volevo sentirmi dire, avevo bisogno di svago, di non pensarci più.

"Buongiorno a tutti" La preside entrò in classe, seguita dal professore, ovviamente voleva parlare con noi, i compagni di quei due assassini, che si nascondevano tra noi solamente pochi giorni fa, quel pensiero mi fece rabbrividire.
"Sicuramente sarete venuti a conoscenza degli ultimi avvenimenti riguardanti il caso del vostro compagno, Austin Mahone, comprendo lo shock che state provando, ma vorrei soprattutto ringraziare la vostra compagna, Lauren Jauregui, per l'estremo coraggio che ha dimostrato" Tutti gli occhi si diressero verso di me, dei leggeri applausi mi fecero venir voglia di sprofondare, odiavo stare al centro dell'attenzione.
"È l'ultima settimana, spero vivamente che sfrutterete le vacanze per sfogarvi, e dimenticarvi di quello che è successo, senza ovviamente dimenticare Austin" La classe rimase in silenzio, alcuni annuirono, altri si limitarono semplicemente ad ascoltare e la preside ci lasciò iniziare la nostra lezione.

Nell'ultima settimana avevano evitato di mettere esami importanti, lasciandoci scaricare la tensione che avevamo accumulato dopo quei giorni di completa paura e preoccupazione.

"Allora, tre giorni?" Domandò Dinah, ci trovavamo sui divanetti vicino all'ingresso, e parlavamo del viaggio nello chalet della sua famiglia.
"Tre giorni, così facciamo in tempo a tornare per la vigilia" Commentò Camila, la partenza era stata fissata per il 20 dicembre, 3 giorni insieme a loro, a lei, più precisamente.
Io e Camila non avevamo ancora parlato di quello che c'era tra noi, aspettavo di farlo con calma, in privato, ma era chiaro a tutti che il nostro rapporto aveva preso una piegare più seria, non era più solo sesso.
"Andiamo con due macchine?" Domandò Normani, facendo annuire Dinah.
"Non riusciremmo con una sola, e il viaggio è abbastanza lungo"
"Io e Lauren andremo con la mia macchina" Parlò Camila guardandomi con un sorriso, che corrisposi.
"Certo, voi fidanzatine andrete insieme" Dinah si guadagnò uno schiaffo da parte della latina e tutte finimmo per ridere.
"E vi avviso in anticipo, io voglio dormire senza sentire voi due fa-"
"Ok Dinah, ok" La cubana la fermò in anticipo, alzandosi non appena suonò la campanella che annunciava la fine della pausa.
"Ti da fastidio?" Mi domandò, mentre ci dirigevamo verso l'aula.
"Cosa?"
"Le battutine di Dinah, so che non abbiamo parlato di-"
"Camz tranquilla, non mi danno fastidio" La fermai perché il suo tono di voce trasmetteva solamente ansia.
"Vuoi parlarne uno di questi giorni? Magari potresti venire a casa mia una di queste sere" Mi propose, quasi timidamente, questo era un lato di Camila Cabello che non mi sarei mai aspettata di vedere, eppure i suoi occhi si abbassarono quando io posai i miei su di lei.
"Mi farebbe piacere, meglio parlarne prima di partire no?" Lei si trovò d'accordo con le mie parole, sembrava strano, come se fossimo ritornate all'inizio, dove discutevamo sulle regole del nostro rapporto, regole che ora avevamo completamente dimenticato e infranto.
"Giovedì va bene? verso le otto"
"Certo, giovedì, alle otto" Dissi come se dovessi annotarlo, facendola ridere.
"Piccioncine, la nostra classe è di qua" La voce di Dinah ci fece fermare di scatto, non ci eravamo nemmeno accorte di averla superata.

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