Capitolo 16

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Lauren's p.o.v
Solitamente odiavo alzarmi presto, mi piaceva rimanere a letto il più possibile, rotolarmi tra le lenzuola e stendere i muscoli fino a rilassare completamente tutto il mio corpo.
Ma quella mattina per qualche strana ragione mi ritrovai in piedi, non appena la sveglia suonò la sua solita e odiosa melodia.
"Lauren, ti lascio un po' di caffè?" Urlò mia madre dalla cucina, inconsapevole della mia presenza alle sue spalle:
"Si grazie" Risposi, trovando divertente il modo in cui sobbalzò dallo spavento.
"Sei già sveglia, miracolo" Commentò con un sorriso, versandomi nella tazza del caffè bollente.
"Volevo arrivare un po' in anticipo oggi" Le risposi sbadigliando.
"Se vuoi posso portarti io" Mi propose, l'alternativa era quella di prendere la bici, solitamente mi piaceva pedalare per liberarmi la mente, ma con questo clima non era l'ideale.
"Va bene, mi preparo e andiamo allora" Finii di bere il caffè e mi diressi velocemente in camera, la mia uniforme mi stava aspettando sullo schienale della sedia, quella solita sedia che ognuno di noi ha nella propria camera per appoggiare tutti i vestiti sparsi.
"Questa divisa ti dona" Commentò mia madre, facendomi sorridere.

"È da un po' che non parliamo " Ci trovavamo in macchina, la guardai con un volto leggermente confuso, mentre lei continuava a guidare.
"Di cosa?"
"Di te Lauren, come stai?" Non mi aspettavo quella domanda, conoscendola avrebbe voluto chiedermi qualcos'altro, stava solamente tastando il terreno.
"Sto bene mamma" Le dissi con una leggera risata.
"Sicura? Questa cosa di tuo fratello non ti è proprio andata giù vero?" Rimasi in silenzio per un po', non sapendo esattamente cosa risponderle.
"No, la verità è che voglio trovare chi è stato"
"Ne abbiamo già parlato, non voglio vederti ridotta così" Il suo tono di voce era diventato più duro e quasi mi dava fastidio il modo in cui non comprendeva la mia preoccupazione.
"Non capisci, non sappiamo nemmeno perché lo hanno fatto, diavolo potrei aver fatto qualcosa io e loro possono essersi vendicati con Chris" Mi sfogai, notando come lo sguardo di mia madre cambiava nel sentire quelle parole, probabilmente non aveva dubitato di me, non poteva saperlo.
"Che cosa hai fatto?" Chiese con più calma.
"Niente di cui preoccuparsi, era solo un'ipotesi" Chiusi velocemente il discorso, girandomi verso il finestrino e sospirando pesantemente, non volevo litigare con mia mamma, ma la situazione era stressante per tutti, era normale avere questi momenti di tensione tra noi.

"Voglio solo che tu sappia che sono qui se vuoi parlare" Esordì proprio mentre stavo aprendo la portiera per scendere.
"Lo so mamma, grazie" Le sorrisi, cercando di risultare sicura, non volevo essere un peso per lei, si preoccupava sempre, anche troppo per noi, ma la situazione era ancora sotto controllo, per ora.

"Lauren" Una voce che conoscevo fin troppo bene mi chiamò nel bel mezzo del corridoio, mi girai velocemente, trovandomela davanti.
"Ei..." Dissi quando si avvicinò a me.
"Per quel compito...oggi sei libera?" La guardai di sbieco, mentre camminavamo insieme verso la nostra classe.
"Penso di si"
"Lo sei, quindi andiamo a casa mia" Costatò con il suo solito sorrisetto.
"Va bene" Dissi, scuotendo la testa ridendo, questo suo modo di fare poteva risultare irritante all'inizio, ma ora che avevo imparato a conoscerla meglio era intrigante vederla comportarsi così.
Mi sedetti al mio posto, aspettando che Normani si sedesse al mio fianco, quella mattina mi aveva mandato un messaggio, avvisandomi del suo ritardo, anche Ally arrivò tardi, sedendosi come sempre dietro di me e salutandomi con uno dei suoi gioiosi sorrisi.

Mi ero totalmente dimenticata dell'ora di ginnastica, fortunatamente tenevo sempre una delle due uniformi di educazione fisica nell'armadietto, dopo aver raggiunto lo spogliatoio ed essermi cambiata, raggiunsi la palestra.
"Ok ragazzi iniziamo con qualche minuto di corsa" Il professor Martinez batté le mani per incitarci ad iniziare e con lamentele varie da parte di Normani, incominciammo i nostri cinque minuti di corsa.
"Che senso ha correre se dietro non ho nessuno che mi sta rincorrendo" Commentò la mia migliore amica, facendomi ridere.
"Forza manca poco, immagina che dietro ci sia Jack lo squartatore" Le dissi io, vedendola alzare le sopracciglia.
"Stavo pensando più a dei poliziotti, ma anche quello può aiutare" Il fischio del professore ci fece fermare immediatamente, non avevo problemi a correre, mi tenevo allenata ogni tanto, non potevo dire lo stesso delle due ragazze piegare al mio fianco.
"Ho bisogno di bere tre litri d'acqua" Parlò Ally con il fiatone, tenendo le mani sulle ginocchia.
"Brooke, sono solo cinque minuti di corsa!" La voce del professore fece scattare sull'attenti la bionda, le sue guance si erano colorate di rosso e delle goccioline di sudore si erano formate sulla sua fronte.
"Facciamo un po' di stretching, vi vedo già completamente stravolti" Ci mettemmo in cerchio, ognuno seguiva gli esercizi di professore al centro, dall'altro lato un paio di occhi mi guardavano attenti.
La cubana si era fatta una coda alta, parlava con Dinah, mentre di tanto in tanto si concentrava su di me, era inevitabile non pensare a quando i suoi occhi quel pomeriggio a casa mia, mi avevano trasmesso tranquillità, quante volte incrociavo il suo sguardo e ogni volta le sensazioni non erano mai le stesse.
La lezione finí con altri piccoli esercizi di agilità, le mie due amiche trascinavano i piedi verso gli spogliatoi, mentre io ridevo alle loro spalle:
"Fortunatamente è finita" Parlò Normani sbuffando sonoramente.
"Ho bisogno di una doccia" Si aggregò Ally, sedendosi sulle panchine per togliersi le scarpe da ginnastica.
Le docce degli spogliatoi erano piene, tutte le mie compagne morivano dalla voglia di buttarsi sotto al getto d'acqua e sciacquarsi dal sudore, mi svestì, vedendo come tutte uscivano velocemente per tornare a casa.
"Vieni Jauregui, laviamoci prima che quel pulmino si trasformi in una camera a gas" Normani si era già svestita, portando con se il bagnoschiuma per lavarsi sotto alle docce.
Io la seguii a ruota, guardando dietro di me e notando immediatamente lo sguardo della cubana, ci sarà da divertirsi, disse la mia vocina interiore.
"Non torno con il pulmino oggi" Le dissi a bassa voce, porgendole la mano per farmi versare un po' di bagnoschiuma anche a me.
"Perché?"
"Devo fare quel lavoro, con..."
"Oh, non dire altro" Mi sorrise, e nel frattempo Ally si unì a noi, non avevo vergogna di mostrare il mio corpo a loro, nello spogliatoio eravamo rimaste in poche, noi tre, Camila e Dinah che aspettavano il loro turno, e altre due ragazze che parlavano tra loro.
Chiusi gli occhi, sentendo le gocce d'acqua scontrarsi sul mio viso, ma non avrei dovuto riaprirli così in fretta, davanti a me trovai una Camila sorridente, completamente nuda, che mi guardava giocosamente.
"Jauregui ci stai mettendo troppo" Commentò con finta irritazione, avvicinandosi alle docce, proprio nel lato stretto vicino alla mia.
"Mi scusi Cabello vuole lo spogliatoio tutto per se?" Le domandai ironicamente.
"Senza di te mi basterebbe" Lo disse, coprendo il sorriso che le spuntò alla fine.
"Che caldo" Commentò Normani quasi scappando via dalle docce, Ally la seguì a ruota ma io rimasi comunque a guardare quel bellissimo panorama davanti a me.
"Comunque avremmo potuto farla a casa mia" Sussurrò la cubana, girandosi completamente e insaponandosi con cura le braccia.
"Non avresti sopportato vedere del sudore toccare i bellissimi sedili in pelle della tua auto" Ribattei con sincerità.
"Vero, sopporto solo il sudore che proviene da un altro tipo di attività fisica" Mi lasciò senza parole, forse non mi ero ancora abituata al suo modo così malizioso e sincero di dire le cose.
"Ti aspetto fuori" Questa volta parlai ad alta voce, avvolgendomi con l'asciugamano per iniziare a cambiarmi.

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