Capitolo 10

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Lauren's p.o.v
Cazzo, fu quella la prima parola che uscii dalla mia bocca la mattina dopo, quando realizzai il tutto.
Era accompagnata da un sorriso, consapevole, che ero convinta sarebbe stato difficile togliere dalla mia faccia, arrivata in cucina per fare colazione, fu inevitabile ricevere qualche sguardo interrogativo da parte di mia madre.
"Cos'è quella faccia?"
"La solita di sempre" Sorseggiai il caffè amaro dalla mia tazza bianca, cercando inutilmente di camuffare quell'espressione soddisfatta.
"No no cara, ho capito" Esclamò, attirando l'attenzione di Chris, che era seduto tranquillamente sul divano.
"Illuminami" La sfidai, ma me ne pentii due secondi dopo.
"Spero solo che ti abbia fatto venire"
"Mamma!" Appoggiai rumorosamente la tazza, sgranando gli occhi alla sua frase.
"Oh andiamo Lauren, sai che io e te parliamo tranquillamente di queste cose" Ed era vero, il rapporto che avevo con mia madre era basato anche su quello, il non trovarsi in imbarazzo di fronte a questi argomenti.
"Mi hai colto di sorpresa, sono solo le nove di mattina, mi aspettavo questa conversazione più tardi" Giustificai la mia reazione.
"Non potevo aspettare dopo aver visto quel
sorriso, ora devo andare, mi raccomando non dimenticare di lavare i piatti" Mi lasciò un bacio affettuoso sulla fronte, poi fece lo stesso con Chris e uscì di casa per dirigersi al lavoro.
"Ho sentito tutto" Ascoltai la voce di mio fratello, intrisa di ironia e mi avvicinai al divano.
"Idiota" Dissi, schiaffeggiandogli la testa.
"Chi è?" Mi chiese, proprio mentre mi stavo per allontanare.
"Chi?"
"La ragazza di ieri" Mise in pausa il gioco a cui stava giocando e si voltò completamente verso di me.
"Non la conosci" Risposi vagamente.
"Ok..." Non disse altro, si limitò a sorridermi di sbieco per poi ricominciare a giocare.

Iniziavo a preoccuparmi per Chris, evitava di uscire e appena tornava a casa non si muoveva dal divano, poteva sembrare normale per un ragazzo della sua età, ma non si era mai comportato così.
Chris amava uscire, giocare a calcio nel
parco del nostro quartiere e tornare a casa all'ora di cena, con nostra madre che lo
rimproverava per esser arrivato tardi, ora invece sembrava non interessargli più.
I motivi potevano essere tanti, ma non riuscivo a non pensare all'incontro con il suo preside, non ero ancora riuscita a scoprire nulla, ma ero sicura che la nuova compagnia che aveva creato c'entrava qualcosa e avevo intenzione di andare fino in fondo per scoprirlo.

"Cosa c'è da mangiare?" Taylor entrò in cucina un'ora dopo, con una faccia stanca.
Era la più piccola ma ogni tanto sembrava molto più matura rispetto alla sua età.
"Oh Buongiorno, preparo un po' di pasta, ti va?" Lei mi annuì, appoggiandosi al muro mentre osservava ogni mio movimento.
"Dove sei andata ieri?" Mi girai per guardarla e sorrisi, sembrava che tutti volevano solo sapere di quello che avevo fatto con Camila.
"Da una mia compagna di scuola"
"La tua fidanzata?" Questa volta fu lei ad accennare un sorriso, quasi come se volesse prendermi in giro.
"No Tay, non è la mia ragazza"
"Perché sorridi allora?" Bella domanda, perché ero così felice? Ci eravamo anche fermate sul più bello per colpa dei suoi genitori.
"Perché è stato divertente"
"Cosa?" Corrugò le sopracciglia innocentemente.
"Fare i compiti con lei"
"Fare i compiti non è divertente Lauren, mi stai prendendo in giro" Scoppiai a ridere alla sua risposta, effettivamente aveva ragione, fare i compiti non era di certo divertente.
"Alcuni compiti sono divertenti" Le spiegai, mentre preparavo il sugo.
"Voglio i tuoi compiti allora" Mi rispose, dopo averci pensato per un po'.
"Ne riparleremo tra qualche anno"
Fortunatamente Taylor si stufò di quella conversazione e uscì, correndo verso il divano per dare fastidio a Chris.

Pranzammo tutti e tre insieme, parlando del più e del meno fino a quando nel tardo pomeriggio nostra madre rientrò a casa, stravolta per la sua giornata al ristorante.
Quella sera andai a dormire presto, preparandomi mentalmente alla conversazione con Normani, alla quale non avevo ancora raccontato nulla.

"Lauren Jauregui!" La sentì urlare dalle scalinate della scuola, attirando l'attenzione degli studenti che ci circondavano.
"Normani Kordei" Risposi, facendola innervosire ancora di più.
"Tu mi devi delle spiegazioni" Mi prese per il braccio, trascinandomi per i corridoi fino a quando non arrivammo ai bagni, controllò che fossimo sole prima di incrociare le braccia e guardarmi.
"Lo abbiamo fatto"
Un urlo risuonò per tutta la stanza, e sicuramente anche fuori nel corridoio, ora dovevamo sperare che non arrivassero a controllarci.
"Lo sapevo!" Disse, dopo essersi calmata.
"Si, ne parli da settimane" Scherzai, guadagnandomi un'occhiataccia.
"Beh racconta" Proprio in quel momento la campanella suonò, salvandomi in un certo senso da altre reazioni esagerate di Normani.
"Non possiamo arrivare un'altra volta in ritardo, ti racconto tutto dopo" Lei alzò le sopracciglia, come a non volerci credere.
"Prometto" Le dissi, cercando di convincerla ad uscire.
Forse sarebbe stato meglio rimanere in quel bagno ancora per qualche secondo, quando uscii vidi, a pochi passi da noi, Shawn e Camila, mano nella mano che entravano tranquillamente in classe.
"Oh oh" Sentii Normani dietro di me.
"Andiamo" Non dissi altro, non mi interessava più di tanto, infatti entrai sorridendo e scherzando con la mia migliore amica.
"Kordei e Jauregui, finalmente in orario" Il professore ci accolse scherzando.

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