"Messa in disparte te ne stavi affacciata alla finestra a guardare la vita degli altri prendere forma."
Sono le quattro e fuori è buio, l'unica luce che traspare dalle serrande della finestra, è quella del lampione sotto casa.
Sono immersa in frasi che la mia mente produce instancabile in loop.
Ricevere quella telefonata mi ha riportata indietro nel passato, ha riaperto una scatola che tenevo nascosta.
Come un temporale a ciel sereno,
emozioni contrastanti viaggiavano di neurone in neurone scambiandosi informazioni.
Non è stato facile arrivare ad essere quella che oggi sono, ho dovuto lottare contro me stessa:
spirali d'ansia e malumori pronti a farmi compagnia appena sveglia; mi ero arresa all'idea di non essere abbastanza per me, per gli altri, per il mondo. E così me ne stavo in disparte a riflettere, a farmi logorare dai miei pensieri neri.
Avere diciotto anni e non essere uno stereotipo, mi faceva sentire diversa, incompresa.
Quei chili di troppo, pesavano più sulla mia anima che sulla bilancia.
Ero l'amica simpatica, quella della quale non potevi innamorarti per l'aspetto che aveva. Eppure io continuavo a farlo; continuavo a innamorarmi sognando che un giorno, qualcuno avrebbe provato lo stesso per me.
Speravo in qualcuno che prima o poi mi avrebbe vista, vista davvero da dentro.
Sto imparando a gestire i ricordi, soprattutto quelli forti.
Ero la ragazza da non invitare a una festa, quella che potevi liberamente prendere in giro perché tanto gli altri, avrebbero riso in coro insieme a te e lì, così facendo, ti saresti anche sentito forte.
Tutto ciò risuona all'improvviso come tamburi nella mia testa.
Trasporto con me gli strascichi del mio passato, ho ferite aperte che cerco di chiudere con delle toppe.
Spesso mi chiedo se le mie ansie e i miei complessi, siano frutto della cattiveria subita. Spesso mi do delle colpe, mi sento sia la vittima che il carnefice: avrei forse dovuto essere più forte?Una voce mi risuona nella mente:
"una bambina a sei anni dovrebbe solo imparare a scoprire quanto bello il mondo sia.
Invece delusa, scopre di essere vista con occhi diversi e disgusti, per il suo aspetto non conforme a quello comune.
Lei non capisce, piange, si isola.
Chiude il cuore in uno scrigno, vuole riuscire a salvarlo per non farsi influenzare dalla cattiveria che combatte.
La bambina lotta per essere accettata.
Cresce e continua a farsi strada nel mondo da sola; in quel mondo che non la tutela ma al contrario la rinnega.
Ha tanti sogni e ora è un'adolescente, consapevole del bene e del male: prende strade contorte, si perde e si ritrova a tratti; non immaginava che diventare grande avrebbe fatto ancora più male.
Continua a crescere, tra amici travestiti da maschere e beve per dimenticare la strada che ha percorso per arrivare fino a lì.
Diventa depressa, non apprezza la vita, le manca qualcosa e vorrebbe farla finita.
Cade nel vuoto e lì infondo, trova il suo scrigno, aveva conservato il suo cuore e se ne ricorda e si ricorda chi era.
Vede finalmente una fessura dal fondale sul quale si trova, dalla quale proviene una luce e la segue senza sosta, di giorno in giorno.
La bambina oggi è una donna che lotta ancora contro i suoi demoni e che sa che continuerà a farlo anche per gli altri.
Ho imparato ad amarmi e ho capito che non serve avere una vita perfetta, né qualcuno che mi supporta per poterlo fare."
La voce nella mia mente si interrompe, alzo lo sguardo e vedo il sole.
Ho imparato a nuotare anche controcorrente e mi piace, Dio se mi piace.
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Che fine fa la malinconia quando scompare?
Ficção Geral"Sembra come fosse ieri, il giorno in cui entrai in quell'agenzia di viaggi, malinconica e taciturna. Le valigie piene degli ultimi vent'anni della mia vita pronte a partire con me. Cento addii che non avrei mai voluto pronunciare eppure dovevo fa...