Capitolo 26. L'amore vince sulla distanza?

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Mentre volavo a centinaia di metri dal suolo sentivo il passato inseguirmi: si era nascosto tra i vestiti in valigia nonostante avessi fatto di tutto per dimenticarlo a casa.
Non so cosa mi avrebbe riservato Roma ma speravo dannatamente nella mia rinascita.

"Ciao amore"
"La distanza non ha vinto contro noi"
"L'avresti mai detto?"
"No, non posso credere che tu sia qui."

Dopo tre anni dal giorno in cui lo vidi andare via, mi ritrovo nel posto che lo aveva portato lontano da me.
Ho odiato Roma senza neanche conoscerla, la consideravo responsabile della nostra distanza; così non sono mai andata a trovarlo prima di trasferirmi definitivamente qui.
Sono stata egoista e forse a tratti anche immatura; avevo paura di vedere la vita che aveva scelto di fare senza me e sicuramente anche di prendere l'aereo da sola: provavo timore nel vivere, nel mostrarmi felice; sentivo ,per qualche strano motivo,di non meritare d'amarmi.

Il giorno in cui sono partita, inconsciamente per me, ha segnato l'inizio della mia rinascita.
Ho scelto di cambiare strada, ho intravisto un percorso diverso e l'istinto mi ha suggerito di seguirlo: lo faccio sempre, mettendo da parte le scelte razionali e ponderate.
Sono puro istinto guidato da sensazioni: sentivo nell'aria, nel cielo, nella pelle che questa era la strada che mi apparteneva e che niente mi poteva più fermare.

Ero lontana da casa, in cerca di lavoro, con in mano i miei bagagli e in testa i miei sogni.

Che fine fa la malinconia quando scompare? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora