Capitolo 35. Casa.

19 2 1
                                    

Sono alla ricerca del posto che più somiglia a casa.
Casa mia:
Il profumo di lavanda dei vestiti appena stesi in cortile, tra il gelsomino e le piante di limone.
Il divano in cucina che mi tiene al riparo la notte mentre piove.
L'aria leggera di un ambiente che mi appartiene.
Gli abbracci sinceri di papà, l'amore incondizionato di mamma, le risate di mia sorella.
Cerco casa come si cerca qualcosa perso in borsa.
E forse non la troverò più al di fuori di quelle mura perché casa era, le persone che la abitavano. 
La mia comfort zone, il posto dove poter essere vulnerabili, liberi, amati.

Sento crescere il distacco, per i mesi trascorsi in Sicilia dopo due anni passati lontana da lei.
Mi sono sentita viziata, dipendente dall'affetto dei miei genitori, spensierata, felice.
Ho rivisto il mare, ho sentito le onde riavvolgermi cullando le ansie che tenevo in serbo per lui.
Mi sono sentita libera guardando i tramonti all'orizzonte.
Ho mangiato, tanto, recuperato tutti gli arancini persi.
Ho fatto la turista nel posto che mi ha visto nascere per poterlo vedere con occhi diversi.
E poi sono tornata.
Qui, a Roma, nella mia piccola stanzetta di una casa condivisa.
Ho comprato una pianta per sentirmi meno sola.
E mi sono iscritta all'università per zittire i miei rimorsi.
Da quando sono arrivata ho visto la mia vita trasformarsi, evolversi e io con lei.
Io come lei ridisegno i miei confini spostando i limiti sempre più distanti da quelli che sono i miei sogni.
E così passo dopo passo, una scarpa rotta dopo l'altra trovo il sentiero che mi appartiene.
E sento che i miei sacrifici hanno preso senso.
I miei pianti non hanno sprecato lacrime.
Le mie paure hanno formato coraggio.
E le mie ansie, sono le mie spinte.
Sento ancora quella voce che mi urla
" I have a dream" e anche io come lei ho un sogno o forse più.

Che fine fa la malinconia quando scompare? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora