Capitolo 19. Ciao.

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Il natale mi ha sempre messo in corpo nostalgia; forse perché non ho accanto tutte le persone che vorrei avere.
Spesso mi sono sentita a casa anche tra quattro mura sgretolate e proprio in quei casi ho capito che casa, non è un luogo ma le persone che la abitano. E così le feste. Puoi passarle anche nel miglior ristorante o in un hotel a cinque stelle ma non ti sentirai mai nel posto giusto se non avrai a fianco le persone che ami.

La vigilia.
A casa mia il natale, si festeggia a pranzo e a cena per dieci giorni.
A noi siciliani piace esagerare e avere un pretesto in più per riunire tutta la famiglia.
Stasera la passerò tra le mura di casa mia, impregnate dell'odore delle polpette di riso che mamma sta friggendo .
Sono le sette e si apparecchia già la tavola.
Si escono gli antipasti dal frigo e si poggiano su una tovaglia da tavolo rigorosamente rossa.
"Vatti a preparare ancora accussì si?"
Sento la sua voce trasmettermi ansia.
"Ancora così, mancano due ore ma'."
"Ma lo sai che a te non bastano manco quelle! Amunì susiti."
Mi alzo dandole ragione, infondo so quanto io sia lenta a preparami.
Mi lavo ascoltando a tutto volume e cantando a squarciagola, lala song di Bob Sinclar e degli Sugarhill gang, vengo trasportata in estate, su di una spiaggia, ad un festival e se chiudo gli occhi sono proprio lì: la musica mi ha sempre trasmesso tutto ciò di cui avevo bisogno.
Sono indecisa tra un abito nero e uno verde; scarpe alte o basse? Capelli lisci o mossi?
Mia madre aveva ragione; due ore mi basteranno a stento.
Sono le otto e finisco di arricciare l'ultimo boccolo mentre con l'altra mano trucco l'occhio sinistro, suonano alla porta e capisco, dal numero di tocchi su di essa, subito chi è: mia sorella.
"Dove sei stata?"
"A farmi un aperitivo perché?
"Tra mezz'ora arrivano tutti, mamma è infuriata."
Mia sorella ha sempre fatto di testa sua e mamma l'ha sempre lasciata fare nonostante sapeva che dopo si sarebbe infuriata.
"Ca si?! Vatti a lavari!"
Le uniche parole che le rivolge sono queste.
Nel trambusto non ho dimenticato le parole di Clara: segui il tuo cuore.
Siamo costantemente intrappolati in una lotta tra cuore e cervello, tra sentimento ed intelletto e pur facendo sempre le giuste considerazioni, i miei non si mettono mai d'accordo e mi portano a seguire l'uno o l'altro, rischiando così poi di trascurarli a vicenda.
Mentre aspetto che arrivino tutti, guardo alla televisione la fine del film che avevo iniziato ieri con mamma; sarà forse il destino o un caso ma la trama narra di due amanti che si inseguono non trovandosi mai. Che culo, penso subito a lui: che starà facendo? Sarà sceso qui per le vacanze?
E se fosse a pochi chilometri da me?
Devo scrivergli. Il mio cuore in questo momento è così forte da poter zittire l'orgoglio e ho deciso di ascoltarlo.
L'adrenalina mi fa compagnia mentre digito tremante ciao sulla tastiera; invio il messaggio.
Prendo un calice di prosecco dal tavolo e lo bevo tutto d'un sorso mentre suonano alla porta; sono arrivati tutti.

Che fine fa la malinconia quando scompare? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora