Capitolo 38. Il potere dei ricordi.

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Finché esisterà il mare, esisterò anche io.

Ritorno nel posto dove tutto ebbe inizio, dove la tristezza scese velocemente come pioggia sull'asfalto.
Esistono paesaggi che ci ricordano i tramonti mentre altri invece, sono soltanto lo scorcio di brutti sogni, incubi cominciati e mai finiti, pronti a riaffiorare nella memoria tutte le volte nelle quali, ci sentiamo vulnerabili.
Sono scappata lasciando indietro strascichi del passato e conti aperti con i quali torno a parlare di tanto in tanto.
Tutte le storie hanno un'origine, una causa scatenante poi il futuro.
Questa è la mia, la storia di una ragazza tutt'anima piuttosto che corpo, a volte sbagliata e altre anche.
In lotta perenne con se stessa.
Sono scappata da questo piccolo paesino quattro anni fa perché mi stavo spegnendo, vedevo scomparire le mie ambizioni, i sogni, la vita; in meno di un mese così , ho raccolto tutto quello che avevo e l'ho chiuso in una valigia.
Ho fatto un biglietto di sola andata.
Il paese ormai mi ricordava soltanto tutte le cose che nella vita avevo sbagliato e perso: la strada, gli amici, le ambizioni, la mia autostima; tanto, troppo.
Sono entrata in quell'agenzia di viaggi malinconica e taciturna ma emozionata, sapevo quanto avrei perso lasciando la mia famiglia stretta e altrettanto sapevo cosa avrei ritrovato: me.
Per ritrovarsi non serve partire per terre lontane ma sicuramente occorre allontanarsi da un luogo che non ci permette di fiorire né quindi di crescere, di migliorarci.
E così mi ritrovavo su un volo che mi portava verso Roma, insieme alle mie paure e le due valigie.
Da quando ho lasciato la sicilia credo sicuramente di aver conquistato e scalato vette che da sola non avrei mai pensato di poter raggiungere: ho avuto il mio primo lavoro, ho amato la mia indipendenza, ho riportato in vita il sogno di una vita, laurearmi in lettere, ho coltivato quell'amore che fragile come petali di rosa stava per spezzarsi, ho imparato ad ascoltarmi, ho capito che è normale poter stare male.
Quando torno qui però ,a tratti, il passato riaffiora con forza, come se volesse avere la meglio su di me.
E così in questi casi, cerco di concentrarmi sulle cose belle che ho vissuto e la mia mente diventa un rullino fotografico, una videocamera che mi porta indietro nei miei giorni felici.

Le sere d'estate.
Avevo quindici anni l'ultima volta nella quale, ricordo la famiglia di mio padre ancora unita spensierata.
Le sere d'estate, fuori nella campagna, imbandivamo i tavoli di cibo e ci sedevamo tutti insieme, stretti stretti, restando a parlare fino a notte tarda.
Noi piccole avevamo l'occasione per ascoltare i discorsi dei grandi, sentire lamentare nonna per le zanzare e vedere i cani circondare il tavolo in cerca di cibo, che di nascosto, eravamo pronte a offrire.
I tavoli si trovavano sotto la luce principale, un grande faro posto di fronte all'entrata, vicino a degli alberi e dei vasi di fiori viola.
Ogni tanto ci staccavamo dal gruppo per giocare nel prato, sederci sulla dondola o fare un tuffo in piscina per qualche minuto, con la paura di attirare l'attenzione delle mamme, pronte a gridarci di uscire, perché stava per iniziare la digestione.
Mi ricordo ancora la gioia che provavo nell'unirci, nel non sentirmi sola.
Ero nel mio porto sicuro.
Eravamo tutti meno egoisti e spensierati.

L'adolescenza.
Gli anni nei quali uscivo con mia sorella sullo scooter: vento, pioggia, gelo, caldo; non ci hanno mai arrestato.
Non importava cosa ci fosse fuori.
Ci sentivamo così leggere.
Mi manca sentire il vento sfiorarmi, la libertà scorrermi in corpo.
Abbiamo percorso strade in lungo e in largo, sapendo di poter sempre contare l'una nell'altra.

Luglio, il sole scalda la pelle come le sue mani le mie voglie.
Ricordo quella notte nella quale dormimmo insieme, nella sua villetta al mare: mi sentivo così felice di avere vicino le due cose che più amavo in vita e mi bastava poco: una pizza mangiata ai bordi del letto, un'anima che mi comprendeva e il mare.
Nessuna distanza a dividerci.
All'improvviso ricordo anche di essermi spaccata il labbro quella sera, appena dopo aver finito la pizza ma nella cornice di quella notte, resta nonostante il dolore, un ricordo felice.
Infine ci addormentammo sotto un letto a baldacchino, cullati dalle onde del mare.

Tengo custodito nella mia cassaforte ogni momento.
Ne rivivo attraverso fotogrammi almeno altri cento, compleanni, le estati passate al mare, le vacanze in camper con mamma e papà, l'albero di natale che mamma faceva mentre noi aspettavamo di poter mettere i decori, quel giorno nel quale abbiamo ridipinto casa insieme, le canzoni cantate a squarciagola in macchina, le risate che tolgono il fiato.

Finché esisteranno i miei ricordi pronti a calmarmi so che continuerò a esistere e resistere anch'io, così come fa il mare.

Che fine fa la malinconia quando scompare? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora