COME NELLE FAVOLE | Christian Stefanelli

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"Cos'é tutto questo casino?"

cerco di trovare nella confusione quelle due persone che mi mettono pace, ma ne anche loro sono tranquille.

"Ale, cosa succede?"

affianco il cantante, ma la mia voce era troppo strozzata e gli fatica la comprensione, lo capisco dalla faccia perplessa che mi pone.

"Cosa sta succedendo? Perché Fra e Luca piangono e Chri si tortura le mani?",

"Sono stati chiamati in studio perché non svolgono al meglio il loro lavoro all'interno della scuola, un cantante e un ballerino andranno a casa"

ascolto attentamente ogni singola parola e sull'ultima mi sale il panico.

"stai scherzando spero?"

"mi dispiace dirti che non é così"

mi lascia un bacio sui capelli e si siede.

Sono confusa, non é possibile, tutti ci impegniamo al massimo per stare qui dentro e nessuno di loro sprecherebbe un'opportunità del genere.

Dopo aver capito la situazione corro dai miei amici, lascio un piccolo bacio a Luca e stringo forte Franci. La prima classifica é quella dei cantanti, sospiro quando noto che i miei due amici sono salvi. Di corsa scatto dal mio ballerino, che mi stava aspettando, mi strige forte a se come se avesse più paura di farmi male che di andarsene. C'é una sola speranza per lui, il biscotto bianco é solo uno, e non c'é il suo nome.

Il mondo sembra crollarmi addosso, non riesco ne anche a sentire la ragazza della produzione che parla. Sono immersa nelle mie lacrime attaccata al moro, proprio ora che iniziavamo ad avere un rapporto solido ecco che tutto crolla. Mi stanno portando via il mio barlume di luce e non glielo posso permettere.

"Io non ti saluto, tu rientri, sicuro"

Christian mi guarda triste

"ti prego salutami, se me ne andassi senza un tuo saluto starei ancora peggio"

decido di farlo contento, lo stringo forte lasciandogli qualche bacio, lui ricambia con uno sull'angolo della bocca.

"non mollare" mi sussurra

"non andrai" rispondo io.

"Dov'è la mia bimba?"

sento la sua voce provenire dall'ingresso

"é in camera tua"

risponde Francesco che é stato con me fino a pochi secondi fa. Non riuscivo a sopportare tutte quelle persone così mi sono rifugiata nella sua stanza, nel suo letto. Gli ho anche rubato sia la maglia che i pantaloncini e mi sono messa sotto le coperte.

La porta della stanza verde si apre e davanti a me compaiono due grandi occhi marroni, molto lucidi. Mi alzo di scatto e lui si avvicina al letto per abbracciarmi. Non mi prende in braccio per il dolore alla schiena, ma siamo comunque corpo a corpo.

"Ho avuto per un attimo la sensazione di perderti e non avrei accettato di lasciarti qua da sola"

ammette non staccandosi dal mio corpo

"non mi avresti persa comunque"

ribatto facendogli comparire un gran sorriso.

"Belli questi vestiti",

"lo so mi donando molto"

ironizzo sapendo che quello che indosso é suo

"beh ti stanno proprio bene, diventano tuoi"