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La sveglia suona, più tardi del previsto perché nelle giornate dopo la puntata iniziamo le lezioni a metà mattinata. Ci danno giusto il tempo di riposarci un attimo, per poi alzare nuovamente l'asticella.

Spontaneamente guardo alla mia sinistra, ma mi ricordo solo dopo che Alice non è più qui, avrei voluto poter vivere qualche altro momento con lei qui dentro, però non è stato possibile. Mi giro, con gli occhi lucidi, a guardare se Aisha dorme o è sveglia. La trovo guardarmi, come se fosse già consapevole di cosa stia succedendo nella mia testa e nel mio cuore. Lo so che tra noi ci sono state delle piccole divergenze per via di Christian, ma ho sempre sostenuto che fosse un'amica sulla quale puoi contare e solo lei può capire in questo momento cosa significa quel letto vuoto per me.

"vieni qui"

dice con la voce ancora un po' rauca, alzando le coperte e facendomi uno spazio. Mi infilo di getto e la stringo a me, permettendo solo a due lacrime di trovare spazio.

"ehi, so che ti manca già, ma è la fuori a fare il tifo per te, non potrai mai deluderla perché lei ti supporta come una vera sorella"

mi stupisco di quanto mi abbia compresa, ma d'altronde sapevo che sarebbe stata l'unica a poterlo fare. La porta si apre e rivela la figura di Luca sulla porta, ringrazio Aisha e vado dal cantante, che senza chiederlo mi prende in braccio stringendomi forte al suo corpo, mentre mi porta in cucina.

"i giorni, soprattutto i primi giorni senza di lei saranno veramente difficili, ma poi ti abituerai e quando la vedrai sarai ancora più felice di poterla abbracciare."

"ha ragione Carola, l'attesa aumenta la voglia di vedersi e poi due come voi non si perderanno mai"

sorrido sia a Carola che a Michele.

"grazie a tutti per starmi vicino"

comunico appena esco dalla sala di classico per andare con i miei quattro compagni a scoprire le nuove assegnazioni date dal nostro prof. Le coreografie sono sempre più difficili e richiedono un impegno sempre maggiore. Raimondo pretende quel passo in più che io so di potergli dare, che voglio dargli, non vorrei mai  e poi mai deludere quella persona che ha creduto in me dal primo secondo.

"Ti vedo molto triste"

annuisco al moro davanti a me

"è per Alice?"

continuo ad annuire, camminando avanti e indietro per la sala relax. Stranamente è completamente vuota, ci siamo solo io e Christian che stiamo aspettando di iniziare le prove di un passo a due, a dir poco strepitoso.

"ehi ehi, ti vuoi fermare? scaverai nel pavimento se continui così"

le sue parole mi scivolano fuori dalle orecchie, è come se quel movimento mi risultasse talmente naturale, da ignorare le sue parole. Così si alza e mi prende la mano, obbligandomi a fermarmi a pochi centimetri da lui. Non lo guardo, fisso imperterrita il pavimento.

"guardami"

chiede con dolce voce, ma lo ignoro. Mi ripete la stessa parola per più volte, ma o ignoro o scuoto la testa. Questo lo costringe ad utilizzare entrambe le mani per sollevarmi il viso. Non volevo che vedesse i miei occhi così, completamente straziati, ma non da lui, dall'uscita di una persona e dalla consapevolezza che le prossime persone ad uscire potremmo essere proprio noi due. Non dice una parola, mi guarda intensamente negli occhi, ho paura che accenni a un bacio, ma ho paura solo perché non saprei come reagire. Posa le sue dolci labbra sulla mia fronte per qualche secondo, senza togliere le mani dalle mie guance e così, dopo qualche secondo, mi abbraccia, mi stringe a se come non ha fatto mai.

ed è proprio qui, tra le sue braccia che mi sento a casa.

***

Busso timidamente alla porta della stanza blu e sento qualcuno che mi permette di entrare.

"scusate, disturbo?"

chiedo impacciata, venendo completamente ignorata da Luigi e guardata con uno sguardo che non so ben decifrare da Marco. Francesco alza subito la testa e mi sorride mettendomi a mio agio.

"cercavi me?"

chiede come se non fosse ovvia la risposta, io annuisco ed esce dalla sua stanza.

"che hai tata? il tuo sguardo mi preoccupa",

"oh no niente, volevo solo passare un po' di tempo con te"

mi abbraccia ricambiando l'affetto delle mie parole.

"ti va un tè?"

chiedo mentre le mie mani ne stanno già preparando uno per la sotto scritta. Insieme al mio migliore amico mi dirigo sul divano 'nascosto', così denominato da me. Passiamo un lasso di tempo a raccontarci solo cose belle, a raccontare momenti fuori da qui, che ci hanno segnato, ma per la maggior parte sono ricordi felici.

"una volta ero alle piscine del mio paese, avrò avuto forse sei anni e mi sono messo davanti al bagnino e gli ho fatto vedere che stavo facendo la pipì"

scoppio a ridere come una matta e lui mi segue a ruota

"non ti dico cosa successe dopo perché non me lo ricordo, ma ricordo la faccia del bagnino stra arrabbiata e che non sapeva cosa fare"

continuo a ridere pensando alla prossima storia da raccontare

"ah non ti ho mai raccontato di quella volta in cui sono andata in uno zoo e c'era una parte al coperto, nella quale gli animali potevano essere liberi di girare. C'erano tartarughe, farfalle, gechi e tanti altri animali simili, tra i quali i pipistrelli. La qui presente aveva pensato bene di lasciare i capelli sciolti, come suo solito, senza badare all'enorme caldo. Sta di fatto che questo genio del male entra nella serra senza pensare a niente, ne anche dopo due secondo un pipistrello le si attacca ai capelli. Io in panico non per avere un incontro ravvicinato con un pipistrello ma per i miei poveri capelli, non è successo niente è arrivata la ragazza che se ne occupa e l'ha dolcemente staccato, non si sono rovinati ne niente, ma ogni volta che torno in quel luogo o non ci entro o faccio un cucù e lo copro con le mani."

Dopo il racconto il ragazzo accanto a me scoppia a ridere, come per tutti i racconti precedenti. Lo sento sospirare e guardare il nulla.

"ehi che ti succede adesso",

"niente mi sono semplicemente passati per la testa dei bei momenti da raccontarti, molti di questi con Mara e ti devo dire che mi manca tantissimo. Si qua è bello, ho trovato te e tante altre persone speciali che non avrei mai scoperto se non avessi fatto questo percorso"

Sorrido alle sue parole

"Vorrei dirti che ti capisco, ma non è proprio la stessa cosa, io non ho nessuno ad aspettarmi a braccia aperte quando uscirò da qua. Quindi posso dirti quanto mi manchi avere qualcuno, ma non come è sentire la sua mancanza".

Ricambia il mio sorriso iniziale

"Non avrai qualcuno ad aspettarti fuori, ma hai un ragazzo che muore dalla voglia di riaverti. Non so se lo conosci, fa il ballerino, è moro, sta nella stanza verde, nel letto centrale....",

lo interrompo bruscamente

"lo so, è che non so cosa fare con lui, ho paura, veramente paura che tutto questo possa riaccadere e io ci starei male due volte",

"lo so, sarebbe un duro colpo, ma almeno finché dura potreste godervela."

Seguirò il consiglio di mio fratello e ritornerò in gioco, per tornare a stare con quella persona. Mi accompagna a letto e dopo un piccolo e dolce bacio della buonanotte mi addormento come se niente fosse.

COME NELLE FAVOLE | Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora