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"ho visto quello che é successo dopo la puntata, sicuramente il gesto di Calma non é stato bello, ma tu vuoi dirmi il motivo della tua reazione. Percepisco che c'é qualcosa sotto che ti spaventa"

il mio professore ha indotto un colloquio privato in sala 8, siamo solo io e lui. Forse é la volta buona in cui mi apro e mi racconto, é vero che ci sono le telecamere però credo che lui sia la persona giusta.

"Quando sto male nessuno se ne accorge e non é strano, é sempre stato così, non pretendo che ora qualcuno si accorga che ho un problema."

inizio

"e come hai reagito?"

"Ho semplicemente imparato a comportarmi di conseguenza."

"Dell'atto di ieri che mi dici?"

"Allora"

tanti respiri profondi

"tranquilla, non devi correre, fai come ti senti"

mi sento sicura a parlare con il mio professore anche se ho intorno almeno 5 telecamere.

"Alle medie c'era questo ragazzo che mi piaceva tanto, una delle prime cotte, o meglio la prima, però mi ha fatto male tanto e la situazione mi ha portato a pensarla diversamente."

Sospiro per poi riprendere il discorso

"ci sentivamo per messaggi, non é mai successo niente, ne anche un bacio e a lui questa cosa dava particolarmente fastidio, io però volevo sentirmi sicura. Sta di fatto che una sera io con le mie amiche e lui con suoi amici siamo andati in fiera e poi abbiamo passato la sera insieme."

Gli occhi mi diventano lucidi, ma ancora non crollo.

"Verso la fine della serata eravamo davanti agli autoscontri e mi obbligò ad andare dietro al gioco per parlare. Sta di fatto che non parlammo per niente, era preso da un momento di rabbia, voleva a tutti costi quel bacio e anche di più. Forse non era solo rabbia, ma anche gelosia, c'era un ragazzo che tutta la sera mi guardava e gli urtava al quanto. Il punto é che la colpa non era mia, non é mai stata mia."

Scivola una lacrima sulla mia guancia,

"puoi fermati anche qua"

scuoto la testa al mio professore e riprendo

"Non ho ricordi molto lucidi, ho cercato di dimenticare, invano. Quella sera, dietro la giostra cominciò ad usare le mani, mi spinse, mi strinse, mi voleva, ma solo per qualche gioco con i suoi amici. Non so quanto tempo siamo stati lontani dagli altri, per me é stata un'eternitá. Sembrava una rabbia passeggera, per un attimo si addolcì probabilmente solo per farmi tornare tra le sue braccia. Riprese a spingermi e finii nella siepe e aveva delle spine che mi lasciarono dei segni"

indico quelli presenti sulle braccia

"arrivo pure a mettermi una mano sul collo per tenermi ferma. Non voglio sapere cosa volesse fare, ma dopo avermi bloccato comincio a toccarsi i pantaloni, divenni bianca in volto, stavo avendo un calo di pressione ed ero anche molto spaventata, non mi faceva del bene. Per fortuna arrivò la mia migliore amica del tempo, con il suo ragazzo e mi portarono via. Non so cosa avessero visto, ma so che anche se non siamo più in buoni rapporti, io gli sarò grata per tutta la vita."

Mi asciugo la seconda lacrima scesa e anche l'ultima.

"Non voglio tornare sul discorso, penso che tu abbia passato un momento terribile, qualsiasi persona avrebbe reagito come te e capisco anche il tuo gesto di ieri, ti sarai rivista tutta la scena."

annuisco

"sento che dentro te c'è ancora della rabbia e del dolore, é plausibile, vorrei aiutarti a tirare fuori tutto quello che senti mettendolo in un pezzo",

COME NELLE FAVOLE | Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora