Raito

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<Abbiamo trovato la famiglia di Raito> ecco le paroline che mi ero immaginata. Dovrei essere felice eppure perché mi stanno bruciando gli occhi? Forse perché gli addii non mi sono mai piaciuti. Mi alzo in piedi e vado incontro al capitano <Lascia che lo tenga io per oggi, domani lo porteremo dai suoi genitori> il ragazzo non dice nulla, ma capisco che il suo silenzio vale come un cenno positivo. Prendo in braccio il bimbo e lo porto con me verso la specie di capanna <Ora stiamo un pó insieme piccolino, ti farò bello per mamma e papà, va bene?> dico dolce, tirandolo su, lui in risposta alza le mani al cielo divertito, uff, mi mancherà il suo sorriso. Passo nella nostra abitazione provvisoria per prendere un asciugamano e del sapone, e mi dirigo verso il bosco. Durante gli allenamenti mi sono accorta di una distesa d'acqua, piccola ma abbastanza profonda per creare un piccolo laghetto. Probabilmente è rimasto incontaminato proprio perché quassù nessuno lo nota <Ti va di fare un bagnetto?> dico al piccolo mentre sorrido. Domani lo porteró dai suoi genitori pulito e profumato, vorrei che capissero all'istante che lo abbiamo trattato fin da subito con cura e attenzione, un pó come se fosse nostro figlio. Ci sediamo sulla riva del lago e osservo le onde concentriche propagarsi ovunque. Penso ci siano diversi pesci la in mezzo, se soltanto sapessi nuotare potrei andare a prenderli!

Spoglio prima il bimbo e poi me, ci mettiamo in un punto seduti dove ci arriva l'acqua a coprire fino all'ombelico ma non abbastanza per farci affogare entrambi. Sento le energie affievolirsi per colpa del frutto che ho ingerito, ma decido comunque di afferrare la saponetta che mi sono portata a dietro e di strofinare energicamente il bimbo <Sei contento di tornare dai tuoi genitori?> dico strofinandogli i ricciolini con una spugnetta morbida così da non causargli dolore <Tanto tanto!> risponde mimando la quantità con le braccia e schizzando felice piccoli zampilli. Fortunatamente la temperatura a Wano è molto calda pure di sera, se no non avrei sopportato gli schizzi di acqua fredda. Devo ammettere che potrei definirlo rilassante! <Pensi che si arrabbieranno con noi?> gli chiedo ingenuamente aspettando una risposta, la quale peró ovviamente non arriva. Sui giornali sicuramente sarà apparsa la notizia che abbiamo rapito noi il bimbo per chissà quale malefico scopo...la Marina sa essere spietatamente bugiarda <Perché stai chiedendo queste cose a un bambino?> mi copro velocemente il corpo sentendo una voce alle mie spalle. Mi volto e arcuo le sopracciglia notando il solito capitano fastidioso venirmi incontro. Per una volta che volevo stare da sola deve apparire questo ficcanaso <Cosa ci fai qui?> chiede osservandomi dall'alto. Come stamattina mi ritrovo mezzanuda di fronte a lui, penso lo faccia decisamente apposta <Non si vede? Sto lavando Raito> dico sbuffando provocando una piccola risata nel pargoletto <È rischioso stare fuori quando inizia a farsi sera, ci sono parecchie belve fameliche qua intorno> dice spogliandosi per poi sedersi affianco a me.

Sposto lo sguardo per evitare di guardare il suo corpo, le mie guance si sono fatte totalmente rosse <Pomodoro!> sgrano gli occhi sentendo il piccolo prendermi in giro, ora ci si mette anche lui! <A Nana~ya piaccio molto sai?> dice Law prendendo Raito e portandoselo in grembo <Ogni volta si trasforma in un pomodoro> ghigna osservandomi furbo. Lo guardo male, ma dura per poco tempo perché mi perdo a osservarlo mentre si prende cura del bambino. Gli lava la schiena delicatamente e il viso con gesti attenti, come se fosse nato per farlo. È incredibile che le stesse mani con cui taglia corpi e opera feriti sono le stesse con cui adesso sta lavando un bambino. È molto più portato di me, su questo non c'è dubbio <Beh comunque ora non mi piaci più!> mi ricordo di dover rispondere alla sua frecciatina di prima e incrocio le braccia sotto il seno, con fare offeso. So benissimo pure io che sto mentendo, probabilmente mento meglio della Marina! Mi giro verso il ragazzo e mi trovo il suo viso a un centimetro dal mio, riesco a sentire il suo profumo invadermi le narici. Socchiudo gli occhi e aspetto che succeda qualcosa, ma rimango a mezz'aria come un ebete mentre sento gli altri due sghignazzare di me <È meglio che stia zitta...> mi alzo in piedi sospirando e cerco di coprire il più possibile il mio corpo.

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