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Mancava ancora un'intera settimana al suo trasferimento quando tra le mura della Sendagaya si pronunciò per la prima volta il nome Edogawa Ranpo.

Era pomeriggio inoltrato di un certo giorno di ottobre e, nonostante la maggior parte degli studenti fosse già tornata a casa, la sala comune accanto alla biblioteca era ben lungi dal diventare silenziosa. Ma visto chi era ad occuparla, nessuno ne sarebbe rimasto sorpreso.

Kunikida Doppo, che aveva continuato a leggere la stessa frase per cinque minuti senza capirne il senso mentre lanciava occhiate furibonde al suo compagno di classe, sbottò definitivamente. Scattò in piedi e sbatté una mano sul tavolo. "OI, DAZAI! Vuoi smetterla di oziare e cominciare a fare il tuo lavoro?"

Yosano Akiko, che invece fissava il vuoto seduta accanto a Kunikida, sussultò per il rumore improvviso.

Dazai Osamu però non batté ciglio. Alzò pigramente la testa dal divano su cui era disteso, emise una specie di grugnito assonnato e tornò a stendersi.

Purtroppo Kunikida non l'avrebbe lasciato vincere tanto facilmente, non dopo averlo osservato non fare niente per due ore di fila. "Non provare nemmeno a pensare che sarò io a fare tutto anche questa volta!" esclamò dirigendosi a passi pesanti verso Dazai. "Oh no! Non te lo permetterò! Non la passerai liscia stavolta. Farai la tua parte e ti assumerai le tue responsabilità. Perciò alza il culo e vieni a darmi una mano con la presentazione!"

Dazai grugnì ancora una volta. "Ugh... Ku-ni-kiiiiiiiida-kun... la tua voce è troppo alta... non fa bene al mio udito così precario e delicato..."

"Ma quale udito precario e delicato? Il tuo normale tono di voce disturberebbe anche i sordi!" replicò Kunikida "Adesso smettila di startene con le mani in mano e fai il tuo dovere!"

Dazai si accigliò. "Quand'è che sei diventato la mia mamma, Kunikida-kun? Devo essermi perso una parte..." disse con l'espressione più ebete che gli uscisse.

Kunikida digrignò i denti per la frustrazione. Non c'era nulla che detestasse di più di chi mandava all'aria i suoi piani. Dazai lo sapeva e, se di solito era pigro, saperlo lo rendeva solo peggiore.

"Piantala di prenderti gioco degli altri e comincia a-"

"Oh, giusto! Yosano-san!" chiamò Dazai alzando di scatto la testa "Mi sono appena ricordato che prima mi stavi dicendo qualcosa a proposito di un nuovo studente..."

"EHI NON IGNORARMI MENTRE TI PARLO, BASTARDO!"

Yosano si riscosse dalla sua espressione vacua al sentir nominare un argomento che le interessava. "Sì... ho sentito il preside che ne parlava con il professor Hirotsu..."

"Che sai su di lui?"

"Non molto... Pare che abbia vinto una borsa di studio però..."

"Davvero?" chiese Kunikida dimenticandosi per un attimo di essere arrabbiato con Dazai. "Deve essere qualcuno molto in gamba, allora" disse rimettendo in ordine i suoi occhiali squadrati. "Meno dell'1% degli studenti della Sendagaya riescono a entrarvi con una borsa di studio"

"Sappiamo di dov'è?" aggiunse Dazai ben propenso a mantenere Kunikida distratto dal compito che avrebbero dovuto fare assieme.

"Umh... Yokohama, mi pare di aver sentito" rispose Yosano "O comunque un posto lì vicino"

"Un ragazzo di città uh? Storia interessante..." sogghignò Dazai.

"Cosa ci sarebbe di interessante?" disse Kunikida riappropriandosi del tono sgarbato e infastidito che riservava solo a Dazai.

"Beh vedi Kinukida-kun..." cominciò Dazai alzandosi dal divano con un gesto drammatico "Se questo ragazzo del mistero ha vinto una borsa di studio, perché si trasferisce qui ora? Perchè non l'ha fatto all'inizio di quest'anno o del prossimo semestre?"

"In effetti è strano..." concordò Yosano tenendosi la guancia con la mano.

"Yosano-san, come hai detto che si chiama?"

"Ranpo Edogawa" rispose prontamente la ragazza.

"Beh, di certo è una questione insolita" Kunikida sedette su uno dei braccioli del divano. "Tu che ne pensi, (Y/n)-san?"

Tutti e tre i ragazzi nella stanza si voltarono verso la ragazza alla destra di Yosano, che sedeva con le ginocchia al petto, totalmente immersa nel libro che stava leggendo. Non diede segno di aver sentito la domanda di Kunikida, ma si grattò il naso e girò la pagina. Gli occhi scorrevano veloci dalla destra alla sinistra delle righe.

"Ah, è inutile Kunikida" sospirò Yosano con un sorriso e quel suo tono seducente. "Quando (Y/n)-chan è presa da un libro, tutto il mondo attorno a lei sparisce"

A quelle parole (Y/n) sollevò la testa. Dalla sua espressione sembrava quasi che si fosse resa conto solo in quel momento che c'erano altre persone con lei nella stanza. "Mi avete chiamata?"

Yosano, Dazai e Kunikida scoppiarono a ridere mentre la ragazza li fissava uno a uno confusa.

The game is on || Ranpo Edogawa x Fem. ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora