Christmas special!

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I periodi di festa a casa (L/n) non erano proprio il massimo. Non erano diversi dalle solite imbarazzanti riunioni di famiglia che ti succhiavano via l'energia vitale dal corpo, sempre se non si contava il fatto che si tenevano in ville di campagna di centinaia di metri quadrati con diversi ettari di campo attorno, regali da qualche milione di yen, cibi preparati da chef stellati e bottiglie di champagne invecchiate di una settantina d'anni.

Da piccola (Y/n) aveva sempre pensato che i soldi avrebbero potuto rendere la vita di chiunque più divertente e interessante. Con il tempo aveva capito che la rendeva solo più facile; perciò il caviale nel suo piatto sulla tavola di Natale non rendeva quei giorni di festa meno noiosi.

Forse poteva sembrare un'ingrata o una a cui non andava bene nulla, ma cosa poteva farci? Il suo cervello aveva bisogno di continui stimoli. E poi quella era la descrizione che un adulto avrebbe fatto della maggior parte degli adolescenti, quindi non contava molto.

Quell'anno le vancanze natalizie cominciarono con il ritorno di suo fratello a Miyama, qualche giorno prima della chiusura della scuola. Quando anche la Sendagaya chiuse ufficialmente per Natale, la famiglia si preparò per andare a Hiroshima dagli zii di (Y/n).

Al pensiero delle inutili, fastidiose e interminabili ore passate ad ascoltare gli elogi dei suoi parenti a suo fratello che la aspettavano, un qualcosa cominciava ad agitarsi nello stomaco di (Y/n).

Ci pensava da un po' di tempo ormai. La sua vita era stata troppo interessante negli ultimi due mesi per poter sopportare due settimane di noia e nebbia mentale.

Di solito le capitava spesso di dire qualcosa di sbagliato senza rendersene conto e combinare casini, soprattutto durante le feste. Non lo faceva apposta, era solo che notava molti dettagli e dava per scontato che lo facessero anche gli altri.

Quell'anno invece era sicura che non avrebbe retto e che avrebbe rivelato di proposito e con un'eccessiva dose di crudeltà a sua zia dell'ultima tresca del marito con quella biondina del talk show e a suo cugino che la madre aveva intenzione di mandarlo in un collegio in America a causa del suo disturbo borderline.

Guardare i suoi parenti litigare poteva anche essere divertente, visto che finivano sempre per lanciarsi gli insulti più creativi mai sentiti e almeno una sedia, ma poi avrebbe dovuto sopportare le lamentele dei suoi genitori e non ne aveva alcuna voglia.

No, doveva fare di più per uscirne.

Era rischioso. Non si era mai spinta così oltre e la curiosità di sapere come sarebbe andata a finire era solo una motivazione in più per farlo.

Era sempre tutto così prevedibile. Mescolare un po' le carte in tavola era quello che ci voleva per rendere più interessanti quelle vacanze natalizie.

In quei due mesi il suo cervello si era abituato alla novità del cuore palpitante, della scarica di adrenalina nelle vene, dell'eccesso di serotonina nel cervello e non voleva rinurciarci così presto.

Era la mattina della vigilia di Natale e stavano facendo la fila per il check in dei biglietti in aeroporto, quando (Y/n) capì che non avrebbe avuto altre occasioni per farlo.

"Vado in bagno" annunciò.

"Mmh" mugugnò la madre, ma nessuno dei tre diede davvero segno nè di aver capito cosa aveva detto (Y/n), nè di aver notato che si era portata i bagagli in bagno.

Ci restò per un'ora. Quando tornò nella grande hall dell'aeroporto e si affacciò all'immensa parete di vetro, rimase ad osservare l'aereo su cui avrebbe dovuto trovarsi scivolare sulla pista e poi alzarsi in volo.

Le ci volle un'incredibile forza di volontà per non scoppiare a ridere lì e in quel momento davanti a tutti. Sentiva di nuovo le sue viscere fremere dall'eccitazione.

The game is on || Ranpo Edogawa x Fem. ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora