"Sveglia~!" esclamò la madre di (Y/n) spalancando le tende della sua stanza "Il sole è sorto! È un nuovo giorno"
(Y/n) emise un lamento infastidito e si tirò le coperte sopra la testa. Detestava le settimane dopo aver combinato qualcosa di serio: sua madre diventava iperprotettiva per qualche giorno e poi tornava a ignorarla come facevano tutti gli altri.
"E cosa vorresti che facessi? La fotosintesi?" mugugnò con voce soffocata.
"Sono le sette e mezzo. È ora di andare a scuola" disse sua madre prendendo a piegare la montagna di vestiti sulla sedia della scrivania.
"Mmh, non ci vado" mormorò (Y/n) strofinando il viso sul cuscino "Non mi sento bene"
"Ma è lunedì" replicò sua madre.
"Un motivo in più per non andare" disse (Y/n).
Sua madre sospirò. "Non hai capito. È lunedì 18. Non tornava Chuuya oggi?"
(Y/n) scattò a sedere. "Dì a papà di sparire dalla doccia. Immediatamente"
-
A Chuuya non era piaciuta la Francia. Per niente.
Tanto per cominciare non conosceva una parola di francese. Per quanto i suoi padri avessero provato a insegnarglielo non gli entravano proprio in testa tutte quelle desinenze, per non dire quanto fosse difficile per uno che aveva parlato giapponese tutta la vita cercare di pronunciare quelle 'r' e quelle 'c' gutturali.
Poi i francesi non erano per niente amichevoli. Si atteggiavano tutti da snob, specialmente con gli stranieri, e ti guardavano dall'alto in basso. Non erano proprio il tipo con cui Chuuya sarebbe andato d'accordo.
Era stato enormemente contento di tornare a Miyama.
"Vuoi che ti accompagni all'Accademia? Oggi torno anche io a scuola"
Ma non abbastanza da permettere a suo padre, il professore di letteratura della Sendagaya, Paul Verlaine, di accompagnarlo la mattina. Erano già abbastanza imbarazzanti le battutine che doveva sopportare ogni tanto in classe, ma farsi accompagnare era troppo.
"Cosa ti aspetti, che ti dica di sì?" rispose Chuuya accigliato.
Verlaine inarcò le sopracciglia e girò una pagina del giornale che stava leggendo.
"Neanche a chiederlo. Lo metti già abbastanza in ridicolo facendo il tuo lavoro, ora vorresti farlo anche all'entrata di scuola?" replicò Rimbaud con una vena sarcastica posando le tazze della colazione sul lavandino.
Chuuya roteò gli occhi al cielo, prese lo zaino e uscì di casa sbattendo la porta.
"Dici che lo stiamo viziando troppo?" domandò Rimbaud.
Verlaine sollevò lo sguardo. "La conversazione è durata ben quarantadue secondi e ha persino finito il suo croissant. Direi che è di buon umore"
-
Chuuya risalì il vialetto pestando i piedi come un bue infuriato e svoltò l'angolo senza quasi vedere dove camminava.
Ebbe più o meno un millesimo di secondo per realizzare che c'era qualcosa di strano prima che (Y/n) gli piombò addosso. Allora si ritrovò le braccia della ragazza intorno al collo e tutto il suo peso sulla schiena, che rischiò quasi di farlo inciampare.
"Chuuyaaaaaaaa!" esclamò (Y/n) mentre il ragazzo sistemava la presa dietro le sue ginocchia perchè non cadesse "Ti sei deciso a rimettere piede in Giappone! Cominciavo quasi a credere che un affascinante francese avesse rubato il tuo cuore e ti avesse convinto a restare là!"
STAI LEGGENDO
The game is on || Ranpo Edogawa x Fem. Reader
Fanfiction...🫀🧸🍪 - academic rivals to lovers (Highschool AU) !contiene spoiler del manga (anche se trasposti in contesti del tutto diversi, ma comunque...)!