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Era tutto molto snervante per Jungkook, che non aveva intenzione di lasciare il minore da solo perché sicuramente avrebbe iniziato a frugare nelle sue cose e odiava chiunque lo facesse. Sospirò. Per passare il tempo si era costretto a ripulire ogni piccola componente della sua attrezzatura da missione preferita. Nel mentre il ragazzo si rotolava nel sonno e biascicava parole che non avrebbero avuto senso per nessuno.

Se inizia a rilasciare bava sul mio cuscino gliela faccio estrarre a mano ds ogni fibra di tessuto.

Ad un certo punto si rotolò sul letto sul fianco sinistro, lasciando penzolare sul bordo il braccio destro. Jungkook aveva lo sguardo fisso su di lui. Si stava muovendo da quando si era addormentato, ma quello fu improvviso, di scatto, come se si stesse proteggendo da qualcosa che Jungkook non poteva vedere. Percepì anche un cambiamento sul viso dell'altro: l'espressione non era più rilassata, le sopracciglia si avvicinarono provocando la salita delle pieghe d'espressione, le labbra si dischiusero per facilitare la respirazione che pareva affannata. Il braccio che prima penzolava era stato portato al petto e stretto dal ragazzo che stava iniziando ad accucciarsi su se stesso. Jungkook notò una lacrima che scendeva sulla curva del naso e toccava il cuscino, facendo diventare grigio il candore della stoffa. Non se ne rese nemmeno conto, ma come se avesse appena ricevuto uno stimolo si mosse verso il ragazzo affiancandolo. Si accertò che avesse visto bene, la guancia era bagnata, la zona degli occhi stava iniziando ad arrossarsi. Tremava. Docilmente stava tentando di farlo distendere a volto in su sul letto, ma il ragazzo sussultò dalla paura, rendendo difficile l'intenzione di Jungkook. A quel punto il corvino era troppo preoccupato, gli afferrò i polsi e li poggio sul materasso facendolo girare nella sua direzione. Il panico. Il moro iniziò a dimenarsi, a sbattere i piedi, a tentare di sollevare le mani. Il corvino per tenerlo fermo si sedette su di lui, e rafforzò la presa. Taehyung iniziò a biascicare.

<No, no... No. Vai via. Vai via. Vai via! Non voglio. Non voglio. Lasciami stare! Ti prego lasciami stare! Non lo voglio fare! > Jungkook continuava a non capire. Il più piccolo aveva preso a piangere a singhiozzi, aumentando la difficoltà respiratoria determinata in precedenza dall'affanno. Doveva svegliarlo o non sarebbe stato in grado di chetarlo.
Si spostò da su di lui sul fianco, gli lasciò lentamente i polsi e lo alzò facendolo sedere. Lo fece appoggiare sulla sua spalla e lo abbraccio. Taehying continuava a piangere.

<Kim, svegliati.>

<Non voglio, ho paura!>

<Kim! Va bene, Taehyung svegliati, non devi fare niente che non vuoi fare.>
A quel punto Jungkook percepì il respiro regolarizzarsi, i muscoli contratti nel movimento rilassarsi e lasciarsi andare, e il pianto singhiozzante interrompersi. Jungkook gli infilò una mano tra i capelli, sulla nuca, facendolo passare in movimenti che dovevano fungere da tranquillizante. Non si aspettava di osservare questa parte del ragazzo. Era consapevole che come tutti qualcosa di pesante da nascondere c'era, ma non aveva idea che fosse così traumatica da manifestarsi durante il sonno. Si accorse che il ragazzo aveva preso coscienza quando sentì le sue braccia avvolgergli il collo e le sue mani stringersi poggiando tra le sue scapole. Taehyung stava realizzando gradualmente quello che era successo. Tirava su col naso qualche volta. Poggiò la guancia sulla spalla del corvino e il volto rivolto verso il collo del ragazzo. Si sentiva esausto, crollabile da un momento all'altro, non recepiva molto in quel momento. Si stava lasciando accompagnare dalle cure che gli stava offrendo il più grande, che intanto si stava scervellando su quello a cui aveva appena assistito. Si sentiva in difetto. Non sapeva esattamente per cosa ma si sentiva tale.

<Come ti senti?> si azzardò a chiedere. Taehyung tirò su col naso prima di rispondere.

<Non lo so, tu?> rispose, alzando lo sguardo verso il volto del corvino.

<Penso bene, cioè normale.- pose una pausa momentanea in ricerca delle parole da poter dire -Hai avuto un incubo immagino.> Il ragazzino annuì semplicemente. Il più grande invece non sapeva fin dove spingersi. Se poteva chiedere di più, se ne volesse parlare, se dovesse stare zitto. Poggiò la mano libera sulla schiena dell'altro, muovendola su e giù tentando di tranquillizzarlo e metterlo a proprio agio. Taehyung sospirò, e si stacco lentamente. Jungkook finalmente ebbe la possibilità di poterlo guardare per bene in viso. Le guance, la punta del naso, gli occhi erano arrossati. Era molto carino, ma il motivo per cui presentava quegli arrossamenti non era altrettanto piacevole. I capelli erano arruffati, il moro se lo sentì e passò velocemente una mano fra i capelli puntando ad aggiustarli in una mossa breve. Le mani poi scivolarono sulle sue gambe, dove prese a torturarsi le cuticole spingendole indietro e rischiando di provocare una fastidiosa fuoriuscita di sangue. Jungkook si mosse a prendergli le mani e separarle. Taehyung alzò lo sguardo verso di lui, furono secondi di silenzio. Non dissero niente eppure sembrava che bastasse, si limitarono l'uno ad osservare il viso dell'altro. Taehyung abbassò il capo per primo, sotto lo sguardo fortemente curioso del corvino. Non sapeva cosa dire, cosa fare e come aiutare.

<Era tanto malvagio?>domandò poi.

<Era crudo, come quando tagli la carne che non ha toccato fuoco. Tagliarla è complicato, sembra più doloroso, i filamenti di tessuto muscolare sono tesi, e fa ancora più male rispetto a quando è morbida e cotta. Non so se mi sono spiegato.> concluse. Jungkook stava riflettendo attentamente su quello che aveva appena detto, e percepì a pieno l'espressione figurativa che aveva appena sfruttato l'altro. Carne cruda, eh?

<Bene, penso sia ora di ritirarmi, ho del lavoro da fare.> Taehyung si alzò dal letto e si voltò per uscire.

<Aspetta.>

Sorpresa enorme. Bene. Spero sia stata una buona lettura.

Agents Of S.H.I.E.L.D. KOOKV [ITA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora