Sono pronta. Ho passato i tre giorni successivi a pianificare mille scenari diversi, a trovare scuse per ogni domanda possibile, scappatoie inimmaginabili.
Ovviamente non serve che dico che ho avuto crisi e attacchi ogni giorno per stronzate, per mille idee non risolte, domande che mi facevo da sola a cui non trovavo una risposta da sola. Un caso disperato.
Ho sempre rifiutato l'aiuto di tutti, anche quando mi hanno ricoverato per essere quasi morta di anoressia e bulimia, oppure quando mi hanno operato perché il mio fegato non funzionava a dovere, oppure quando mi sono fatta del male.Insomma odio essere aiutata. Odio i strizzacervelli, perché secondo me sono inutile e uno spreco di soldi assurdo. Cioè davvero pensano di aiutarti solo ascoltando? Non capendo veramente cosa hai passato, provato, o visto? Nessuno può capire quello che ho provato io, passato e agito. Nemmeno i miei fratelli ci provano e sono sempre come me, cosa pensa di fare uno sconosciuto che mi vede si e no un'ora al mese.
Quindi che se ne vadano tutti a fanculo. Non posso essere aiutata, non posso essere rattoppata o aggiustata. Perché non posso a causa sua e perché non voglio. Non me lo merito cazzo.
<<Signorina siamo arrivati. La prego di mettere il sedile dritto e di allacciarsi la cintura>> disse la hostess. Ho preso qualcosa per affrontare il volto straziante, e devo dire che ha funzionato. Ho dormito come non dormivo da anni, senza incubi, senza sudore, senza urla, senza ricordi.
Faccio quello che mi dice e aspetto di sentire le ruote toccare l'asfalto e catapultarmi nel mio peggior ricordo.
Decido di evitare di perdere tempo così prendo il taxi e mi dirigo subito in hotel. Potrei andare nel mio appartamento che ho, ma ho paura di essere vista e io non voglio.
Avete capito bene, non ho mai lasciato quell'appartamento, anzi l'ho comprato e l'ho messo in affitto per chiunque voglia starci. Anziani, neosposi, coppiette innamorate. Insomma soldi extra non fanno mai male.
Una volta raggiunto l'hotel e sistemato tutto quello che dovevo chiamo Erik per avvisarlo e sapere il programma di domani.
<<Sono in hotel>> dissi. Metto in vivavoce e mi spoglio. Voglio farmi assolutamente una doccia e lavarmi via l'odore dell'aereo e di tutti i germi possibili ed immaginabili.
-Grandioso. Che ne dici di uscire e andare a bere qualcosa? Voglio parlare visto che domani non possiamo e tu non me ne darai la possibilità- aveva un tono speranzoso. In questi nove anni a iniziato a capirmi, a lasciarmi i miei spazi ma soprattutto a non provarci con me. E devo dire che non è niente male come amico.
<<Dammi il tempo di una doccia e ci troviamo al bar dove lavoravo. Se è ancora aperto ovvio>> ma che ne sapeva lui. Si era trasferito a Chicago nel mio stesso periodo come fa a saperlo.
-Ho controllato. Cazzo e devo dire che è stra migliorato. Ci troviamo là tra un'ora-e riattacca. Perfetto. Ho il tempo per una doccia lunghissima e pensare. Devo anche sapere se la palestra di Logan è ancora aperta oppure no.
Un'ora dopo. Profumata, vestita con abiti civili sono davanti al bar e cazzo, è cambiato sul serio. L'insegna e nuova, le finestre sono ben visibili dove si può guardare all'interno, i banconi sono sempre pieni di ubriachi ma sui tavoli ci sono molti adolescenti. Faccio un bel respiro ed entro guardandomi intorno alla ricerca di un uomo di trent'anni capelli marroni pettinati.
<<Cazzo quanta gente>> sedendomi difronte a lui. Lui mi studia per un secondo e dopo mi sorride felice di vedermi dopo anni.
<<Finalmente. Cazzo ma sei cambiata tantissimo. Come stai?>> studiandomi attentamente.
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IL MIO MIGLIOR NEMICO II
ChickLitCosa succede se due persone che non si sono mai sopportate e che si sono ferite a vicenda si ritrovassero dopo otto anni nella stessa città, nello stesso posto per lo stesso motivo? Beh, per Emily è tutto un malinteso, una punizione per essersene an...