Capitolo 27

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LOGAN

Credo di essere in paradiso. Non sono mai stato così bene in vita mia. Nemmeno quando ho riavuto la mia famiglia, quando si è rifatta viva e ha chiesto il mio aiuto per recuperarla.

Ma quando a natale si è lasciata toccare durante una crisi, quando mi ha detto che non vuole sporcarmi, ho capito che ero così cotto di lei da proteggerla da se stessa, da proteggerla da una cosa che non posso controllare. Ho capito che a lei serve solo qualcuno al suo fianco, che la capisca, che la comprenda, che non la giudichi, che la tocchi e si senta protetta.

Lei ha capito che sono io quella persona. La sua persona. Ha capito che non la lascio andare, che non le volterò le spalle, che combatterò per lei, che cadrò in basso con lei se necessario.

So che le costa parecchio, so che sta lottando contro le voci per lasciarsi a me, so che ha sempre quella paura, ma io non la lascio cazzo, l'ho riavuta e me la tengo.

Quando l'ho sentita parlare con loro dicendo che mi avrà sulla coscienza per poco non sono crollato, ma il colpo finale è stato quando ho capito che stava andando contro di loro per me. Per me cazzo, ero così orgoglioso di lei che per poco non sono scoppiato anche io.

Studiandola in questo periodo ho capito che le voci sono una specie di promemoria di quello che lui le ha detto, che le ha ricordato ogni volta che abusava di lei, che le infliggeva. Mi deve ancora parlare del "rapporto" che ha con le voci, ma aspetterò finché non sarà pronta, finché non sarà lei a spiegarmelo. Si è lasciata andare veramente con me, a volte prende l'iniziativa lei, non si scansa quando la tocca o la bacio, non inventa mai scuse quando siamo nella stessa stanza, non scappa quando parla con loro. Si fa aiutare durante gli attacchi di panico, a volte mi chiama, parla liberamente del suo lavoro o della sua giornata con me come se fosse la cosa più normale del mondo.

Ma non ha smesso con il suo comportamento da indifferente e distaccata, risponde sempre male, non fa mai capire espressamente la sua preoccupazione o l'interesse. Non ha lasciato la sua faccia da stronza e di certo non tratta diversamente nessuno, nemmeno con me. Solo che ha abbassato le difese e parla di più, ma approcciarsi con altra gente non ne vuole sapere, non vuole mostrarsi debole. Tutti sappiamo che lei ci vuole bene e che darebbe la vita per noi, e ne abbiamo avuto la prova, ma non lo direbbe mai ad alta voce, non darebbe mai la prova durante il giorno. È ancora la ragazzina di diciannove anni, solo che adesso so perché ha questo comportamento, e chi sta lasciando aiutare smettendo di allontanare tutti.

Quando mi ha detto un altro piccolo segreto mi sono sentito bene, con un peso e un dubbio in meno, con una domanda in meno e un aiuto in più per andarle incontro e avvicinarmi a lei.

Ma ci sono un sacco di altri dilemmi e domande, come la sua famiglia, le sue voci, cosa ha fatto in questi nove anni, come ha conosciuto Angelo, perché sua sorella è scappata e si è rifugiata nella droga. Insomma il suo passato prima e dopo quei due anni in quel collegio. Ma se voglio che lei si fidi e resti ancorata a me devo seguire i suoi tempi, le sue richieste e le sue piccole ma importanti parole o segnali. 

Visto che il capitolo è molto corto che ne dite di un altro?

Fatemelo sapere nei commenti.

Buona giornata❤😉

IL MIO MIGLIOR NEMICO IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora