Capitolo 47

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<<Emily>> abbracciandomi appena entro in stanza.

<<Che è successo?>> fissando Logan circondato da due medici e due infermiere.

<<Si è mosso e adesso lo stanno controllando. Ho paura>> le accarezzo i capelli senza staccare gli occhi da lui.

<<Signora Kane è tutto a posto, non si deve preoccupare. È un buon segno>> rassicurandomi ed uscire. Che cazzo Logan.

<<Ma devi sempre farmi impazzire tu? Cazzo non puoi svegliarti e falla finita? La prossima volta che vuoi fare? Aprire gli occhi e dopo richiuderli?>> sgridandolo. Sento Grace ridere dietro di me.

<<Incredibile. Mi chiedo come fai. Lo sgridi anche i queste situazione>> asciugandosi le lacrime. Quando sennò? Mi fa incazzare questo suo comportamento.

<<Mi fa uscire di testa. Sta facendo il coglione adesso. Vuole ottenere qualcosa che non otterrà se non si sveglia>> la guardo. Lei ride e questo mi basta, deve ridere non piangere, deve dirgli su non implorarlo.

<<Sei una guasta feste però>> mi blocco. Anzi ci blocchiamo. Non ero io ne Grace che aveva parlato, perché era una voce maschile. Quella voce che riconoscerei tra mille, che mi ha salvato un sacco di volte, quella voce che pensavo di non sentire. Mi giro e lo vedo sveglio e con quel maledetto sorriso da strafottente. Mi avvicino più incazzata che mai.

<<Fottiti>> allontanandomi. Lei si precipita da lui e io vado a chiamare i dottori. È sveglio, è cosciente, è qui con me, è vivo. Adesso tocca a me, adesso tocca a me parlare, a dire la mia, a dire cosa penso, a cosa provo.

Succede tutto in fretta. Anzi a rallentatore, i dottori si precipitano dentro, Grace che si sposta piangendo, lui che mi fissa e io che inizio a non vedere e sentire. Mi sento stanca, svuotata da quella paura che ho soffocato con pastiglie e lavoro, quel peso che ho cercato di non considerare. Quella stramaledetta paura che non pensavo di sentire e di provare, ho sentito il mondo gridare per poi sparire.

Era vivo e mi fissava, era vivo e io non provavo nulla se non il vuoto lasciato dalla paura, dall'angoscia e dalle settimane passate. Io dovrei essere lì, ascoltare, abbracciare, consolare Grace, invece sono in un angolo a vedere tutta la scena che si allontana da me poco alla volta. Perché io vedo allontanarsi tutti e vedo lui venire verso di me, ma non parlo di Logan, parlo di lui che mi ha incatenata a lui, non lo so perché.

La mia mente gioca brutti scherzi quando c'è una notizia non programmata, una situazione che non so gestire o peggio una situazione che ti tocca in prima persona. E io o la mia mente per non impazzire e trovare il mio punto fisso mi aggrappo a lui, lascio che mi sporchi per sentirmi nuovamente io e questo non cambierà mai.

<<Signora... mi... tutto be...>> perché li sento a scatti? Perché li vedo che si muovono? Perché li sento lontani? Sono nella stanza, in quella maledetta stanza e lascio che il buio mi prendo per ritrovare me stessa.

*

<<Si sta risvegliando>> chi è che parla? Perché mi sento legata, stanca e dolorante? Dove sono? Perché ho chiuso gli occhi?

<<Emily mi senti?>> Grace? Che ci fa in casa mia? No io non devo essere a casa ma al lavoro. A quel pensiero scatta seduta preoccupata. Parete bianca? Luce artificiale? Questa non è camera mia, nemmeno casa mia.

<<Sei in ospedale>> in ospedale? Mi guardo il braccio e vedo che ho una flebo inserita e sono ancora vestita, questo è già un buon segno. Cerco di fare mente locale e ricordare quello che è successo prima di svenire. Ero al lavoro, si è presentato Luca, e a quel pensiero stringo i pugni. Poi mi ha chiamato Grace e mi sono precipitata da lei, in ospedale. Poi... lei che mi sgrida e... Logan che si sveglia e io che mi spavento. Logan è sveglio? Giro lentamente la testa verso di lui ma lui non c'è. Era sveglio, l'ho visto, l'ho sentito. Dov'è?

IL MIO MIGLIOR NEMICO IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora