Capitolo 40

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LOGAN

È crollata. Letteralmente. Non ci credo ancora che lei sia riuscita a dire tutto quello che ha passato con estrema calma. Non ha pianto, non ha urlato, non ha fatto scenate e nemmeno una crisi. Non so se per quello che ha preso, ma in ogni caso sono orgogliosa di lei, la rispetto moltissimo per quello che ha fatto e detto.

Non dico che è stato facile capire tutto, ma con l'auto di Angelo ho capito che razza di uomo è suo padre, sua madre e suo fratello, delle persone che non si merita nulla, se non il peggio. E lei è stata così matura e responsabile da non augurargli nulla e a rispettarli per quello che sono. Ha preso la scelta gusta far firmare quei fogli ed essere definitivamente libera, senza legami legali intorno.

Io non per poco non gli spaccavo la faccia, per non parlare di quella donna rifatta che non faceva altro che mettersi in mezzo ad argomenti che non centravano un cazzo, e cristo avrà quasi vent'anni di differenza con quell'uomo. Ma alla fine i soldi sono molto più importarti della dignità in queste famiglie.

Emily mi aveva detto che suo padre era ricco, molto anche, ma non pensavo che avesse una villa, giardinieri, maggiordomi, quadri da milioni e abiti altrettanto costosi. Capisco perché se ne è andata, capisco perché voleva staccarsi da loro e guadagnare per conto suo, farsi un nome da sola. Capisco perché lo odia così tanto, oltre per quello che ha fatto, perché è così fissato suoi sogni, sul guadagno che per lui è questione di vita o di morte, è tutto per lui, più della sua famiglia.

Io non riuscirei a vivere in questo modo, non dico perché sono cresciuto per strada e non ho mai visto questa vita, ma perché è soffocante, triste, spenta, falsa. Sicuramente mi darete del pazzo e io vi dico di andare a fanculo, anche se non ho mai avuto nulla nella vita, sono sempre stato per casa e con drogati e ladri, non ho mai voluto quella vita e mai la vorrò.

Sì sono ricco, sì ho un nome, sì potrei fare molto di più con i soldi, ma io ho preferito essere me stesso, ho lasciato che i soldi non mi prendessero. Come Emily, ha uno stipendio da capogiro, ma non usa i soldi per viziarsi, lei fa quei soldi non solo per lei, ma anche per gli altri. Noi non lavoriamo solo per prendere soldi, ma perché ci piace, è il nostro sogno, la nostra felicità e questo ci basta.

<<Come sta?>> mi chiede preoccupata sua sorella. Io la supero e mi siedo su una sedia sbuffando. Quanto vorrei andare in palestra e sfogarmi, ma non posso abbandonarla, devo restare con lei quando si sveglierà, voglio esserci.

<<È crollata. Secondo te?>> ringhiandole contro. Capisco che è preoccupata, capisco che non sa cosa fare, ma cazzo queste domande di merda può risparmiarsele.

<<Attento. Anche lei non ha passato una bella mattinata. So che sei preoccupato per lei ma lei è sempre così quando deve affrontare un demone del suo passato. Lo affronta fatta spegnendo i sentimenti, crolla lasciando che il corpo e la mente metabolizzino il problema affrontato nella sua oscurità>> oscurità? Che voleva dire?

<<Quello che lui vuole dire è che lei non è come noi. Lei non riesce ad affrontare i problemi come noi senza avere una reazione immediata. Perché la bambina che non è mai nata, che non è mai vissuta vuole essere considerata, presa e dato un posto nella sua vita. E lei ha preso le sue emozioni, le sue reazioni, secondo te perché quando si arrabbia scatta come una bambina, oppure piange per una stupida cosa? Non è per rabbia, ma per lei. Quando ha affrontato i Massei vuoi sapere in che condizioni era quando è stata rapita? Drogata di coca, eroina e in fine una pasticca di MDMA quando siamo venuti a salvarla. E ovviamente spegne i sentimenti per ragionare con lucidità, zittisce quella bambina che dopo scatta quando sparisce tutto. Lei non urla solo per le voci, ma anche per tutte le emozioni e reazioni tutti insieme. E per lei crollare, sprofondare nel sonno la aiuta a riordinare le idee, ha capire e a stare meglio.

Certa gente preferisce farlo con la box come me, altri preferiscono parlare, altri piangere, altri correre, insomma si aggrappano a quella cosa che ti fa star bene, che ti salva. E per lei, nonostante quello che le ha causato, si aggrappa a lui, a quella oscurità che le ha messo dentro, che l'ha sporcata. Si aggrappa a lui perché è l'unico ricordo vivo e che ha vissuto in prima persona. La nostra famiglia non l'ha mai considerata e quindi non è mai stata al centro dell'attenzione, non sapeva di essere nemmeno parti di essa. Ma per lui sì, per lui lei era tutto, il suo mondo, hai sentito anche lei. Quindi per favore non crogiolarti sul non fare nulla o che sei un cattivo ragazzo. Perché non lo sei, solo che lei è così e tu l'hai accettata per questo vero?>> davvero mi stava chiedendo questo?

<<Scherzi? Ho passato otto anni di inferno senza di lei, ho passato un anno a convincerla a stare con me e a chiedere aiuto. Per non parlare che in questo anno ho portato pazienza suoi fatti sentimenti per me, ho sofferto quando mi chiamava durante una crisi, ho passato notti insonni quando aveva un incubo. Pensi che non l'ho accettata? Pensi che non la voglia? Chiedi ad Angelo cosa facevo o cosa dicevo per averla sempre con me. Lei è tutto per me, solo lei riesce a farmi ragionare quando la rabbia prende il sopravvento. Cazzo lei ho detto che la amo durante una litigata. Pensi che non la voglia? Che non l'ho accettata?>> non dovevo dirlo. Ma cazzo non può dire questo. Non ne ha diritto.

<<Ha ragione Silvia. Lui la ama moltissimo. Non puoi dire questo. In ogni caso credo che per oggi abbiamo fatto e preso molto. Meglio farci una dormita tutti. Ne abbiamo bisogno- alza lo sguardo verso di me- tu vai da lei. Tienila stretta e non lasciarla finché non si sveglia>> non serviva che me lo dicesse. Lo avrei fatto in ogni caso.

Salgo in camera e la trovo distesa su un fianco con solo una mia felpa addosso che stava cercando di dormire e rilassarsi. Lo ammetto, quando sono arrivato in camera l'ho spogliata e le ho messo la mia felpa, non se per abitudine, ma doveva sapere che io cero anche se ero di sotto. Mi tolgo la maglia e mi avvicino a lei stringendomela al petto e infilando le mani sotto. Lei respira a fondo per poi rilassarsi e coccolarsi meglio su di me, mi scappa un sorriso sapendo che si trova a suo agio.

Mi sorprende ancora che lei si lasci andare a me, che non è più fredda, distaccata con me, che quando la tocco o la bacio lei ricambi senza proteste. 

IL MIO MIGLIOR NEMICO IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora