Capitolo 50

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ATTENZIONE SCENE ESPLICITE

<<Mi prendi per il culo?>> avete presente quando ho detto che Logan avrebbe saputo di Claudio solo perché ne avrei parlato io? Bene dimenticatelo. È venuto a saperlo da una chiamata che non doveva prendere e chiedere.

Adesso è da dieci minuti che sta urlando e andando avanti e indietro per cercare di capire che fare o dire.

<<Non ti devi preoccupare. È tutto sotto controllo>> non era la frase che dovevo dire ma dettagli. Lui si ferma e mi fissa furioso, sì pessima mossa direi.

<<Sotto controllo? Preoccupare? Quel pazzo di tuo padre ti ha denunciata, potresti perdere tutto, potresti perdere Zoe. Tu potresti non riprenderti più cazzo. Non va affatto bene. Non provare a dire il contrario>> esatto. Per niente bene. Ma non potevo fare nulla, Silvia stava diventando matta per darmi una mano, Angelo stava chiedendo a delle vecchie conoscenze. Io dovevo solo aspettare e concentrarmi sul lavoro per non pensarci.

<<Lo so. Ma è una cosa mia, devo vedermela da sola. Cosa puoi fare tu? Non volevo che lo sapessi per darti ulteriori carichi. So quanto posso essere pesanti e crearti problemi per il mio comportamento, me ne rendo conto.

Per questo volevo vedermela da sola, mi sono resa conto che da quando sto con te le voci sono diminuite certo, ma sono diventate più cattive. Mi dicono che non so difendermi e non sono la donna di un tempo perché ci sei tu.

Io non voglio questo, sono forte, so difendermi, ho messo fine al cartello dei Massei, mi sono fatta rapire per dei bambini. So cavarmela da sola ma le voci non vogliono accettarlo. È come se tu mi tenessi bloccata, mi proteggessi da qualcosa che non devi perché so cavarmela da sola>> incredibile. Al posto di rassicurarlo peggioravo la situazione trasformandola nell'ennesima litigata.

<<Ti sei dimenticata chi sono io? Non sei più sola, non devi più fare tutto da sola, ci sono io. I tuoi problemi sono anche i miei, sono i nostri come i miei sono i tuoi quindi nostri. Non me ne frega un cazzo se volevi tenermi fuori per aggiungermi altro peso, ho deciso io. Ho deciso io di stare con te, ho deciso io di prendere i tuoi problemi, ho deciso io di farmi carico di tranquillizzarti e rassicurarti. Io, non tu, decido io per me, decido io quando lasciarti risolvere i problemi e quando aiutarti, questa cosa non la lascio stare.

Io non ti sto tenendo su nulla, non ti sto impedendo di fare nulla, sei libera di fare quello che vuoi. Solo che ti devi ancora abituare l'idea di avere qualcuno al tuo fianco che ti aiuta invece di comandarti. Ti ostini a non accertami nella tua vita, nel tuo passato, nel tuo futuro, mi vedi come l'ennesima gabbia. Ma non è vero, ti ho aiutato, ti ho difesa, ti ho salvata, sono qui adesso. Non ti ho impedito di allenarti, non ti ho impedito di affrontare la tua famiglia, non ti ho impedito di partire per il lavoro. Io sono qui per aiutarti, non per comandarti e anche questa volta ti voglio aiutare.

Non mi devi vedere come qualcuno che ti sta ostacolando. Ma come una mano in più, non dirò nulla se non me lo chiederai tu, non ti impedirò di fare nulla, vedimi come tua sorella o Angelo se ti aiuta. Ma non me ne vado e non mi faccio da parte, cioè da una parte sì, ma non del tutto>> io lo vedo così. Lo vedevo come una ostacolo e non un aiuto, lo vedevo come un'oppressione e non come una spinta. Lui non mi ha impedito di fare nulla, sono io il problema, nonostante ho superato i sentimenti per lui, quell'ostacolo c'è ancora. Mi fido di lui ma non riesco a lasciarlo entrare nei miei casini, nel mio limbo, nel mio mondo oscuro dove mi rifugio da tutto e da tutti per superare qualcosa. Non riuscivo a convincermi che lui era al mio fianco e non sopra di me, che lui era nel mio stesso livello e non sopra a comandarmi. Era una mano, non una gabbia, era una persona non le voci, era la libertà non la prigione, era la luce non l'oscurità.

IL MIO MIGLIOR NEMICO IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora