Capitolo 42

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ATTENZIONE SCENE ESPLICITE

Sono passati mesi da quella notte. Da quando ho chiuso con la mia "famiglia", mesi da quando ho detto cosa significava Logan per me.

Devo ammettere che è stato spiacevole e un po' imbarazzante guardare Logan dopo quello che gli ho detto, o urlato contro, non lo so. So solo che lui ha usato un momento di debolezza per sapere che cosa provo, non so se per spronarmi a evitare le voci, oppure perché voleva dimostrare che lui è più forte di quest'ultime. In ogni caso ha ottenuto quello che voleva e devo dire che è più appiccicoso del solito. Non che mi spiaccia ovvio, ma è snervante averlo sempre intorno che mi distrae dal lavoro.

<<Come mi vogliono? Non sanno fare un accordo senza mettermi in mezzo scusa?>> sbotto. È dieci minuti che sto gridando nel mio ufficio con l'assistente della responsabile perché mi vogliono a Las Vegas. Cioè io dovrei andare in quel posto perché ho degli impiegati che non sanno fare un cazzo senza di me, dio santo non devono mica incontrare il presidente dio.

Ok forse devo spiegarvi. Qualche tempo fa mi hanno contatta dicendomi che c'era un progetto molto interessante e che poteva aiutarmi molto con la cresci dell'azienda. In poche parole dovevo costruire un casinò, ma non uno qualunque, uno dei casinò più grandi sempre, la più grande catena in tutta Las Vegas, che si stava espandendo anche per il resto dello stato. All'inizio ero parecchio contraria, ma poi approfittandone, studiando, chiedendo in giro ho visto che erano apposto. Non voglio dire che erano sporchi o corrotti ovvio, solo che non si sa mai, Las Vegas e la città della droga, degli affari loschi, giri di soldi sporchi, prostitute. Ma per mia fortuna loro era puliti, onesti, pagavano le bollette e rispettavano la legge.

Bene adesso che sapete volevano che io andassi là per contrattare e vedermi di persona per chiarire alcuni punti e conoscerci. Ma io stavo benissimo dov'ero adesso. Ovvero a casa mia, nella mia città, con persone che conosco e che devo tenere d'occhio.

-Mi spiace signorina. Ma davvero la signorina Maddox sarebbe in grado di concludere la vendita. Ma sono i proprietari che non vogliono firmare se non la conosco e non le parla. Ci ha provato ma nulla- incredibile. Non che altro dire. Ludovica era in gamba, aveva stoffa, era ferma e decisa, riusciva a piegare chiunque. Se non ci riusciva lei non sarebbe finita bene e non saremmo riusciti ad avere il progetto. Mi massaggiai le tempie per il mal di testa improvviso. Impazzirò per questo, lo giuro.

<<Ok. Partirò domani mattina. Fammi trovare l'autista e una camera d'hotel pronta. Un appuntamento con i direttori per le sedici, ma prima voglio parlare con Ludovica>> silenzio. Perché c'era silenzio? Che è? È svenuta? È scappata? Non sa che fare?

<<Ci sei? Ho poca pazienza di mio e quando sono incazzata non lo sono per niente>> sbotto.

-No ci sono. Mi spiace stavo prendendo nota- deve essere più veloce. Come la mia per esempio, è la mia ombra e ne vado orgogliosa.

<<La prossima volta risposti invece di stare zitta. Voglio tutto. Non voglio nessun problema o intoppo e voglio il luogo della riunione con i clienti perché non sarà nel nostro edificio. Chiaro?>> urlando. Forse dovevo darmi una calmata, ma ero incazzata da giorni ormai e non ne potevo più. Non parlavo del lavoro, degli sbalzi d'umore di Sabrina, non di Logan, non degli attacchi, non delle crisi. Ma perché è da quasi un mese che sto andando in terapia per aiutare Zoe e ogni volta che esco da quella porta divento sempre più ingestibile, più cattiva e più stronza del solito.

-Sì signorina. Sarà tutto fatto. Buona...>> non la lasciai finire. Ma chissenefrega della sua buona giornata. Era pessima e adesso lo era ancora di più.

<<Signorina posso?>> scatto verso di lei. La uccido con lo sguardo, lei capisce e sparisce immediatamente. Forse è il caso che vada a casa a farmi un bel bagno e dormire un po'. Che si fottano le riunioni.

IL MIO MIGLIOR NEMICO IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora