LOGAN
Ci siamo. Non pensavo che questo momento arrivasse. Ma ci siamo. Loro se ne stanno andando, Eris mi sta lasciando. Non in senso letterale ovvio, solo che sta lasciando casa mia per vivere nella sua e io mi sento già solo e abbandonato ancor prima di vedere le valige.
Ero consapevole che prima o poi sarebbe successo e che io non ne avrei risentito, che sarei stato forte, che tanto lei non sarebbe cambiata, che non si sarebbe lasciata andare a me.
Invece è successo l'opposto di quello che ho pensato, escogitato e predetto.
Eris si è lasciata andare a me, io mi sono legato ancora di più a lei, non credendo di esserlo, Zoe è diventata la mia piccoletta e mi scalda il cuore vederla giocare, scherzare con Grace, o con dea.
Al solo pensiero che domani mi sveglierò da solo, in una casa vuota, piena di ricordi, con l'aria ancora impregnata del suo profumo e lenzuola del nostro odore mi manda in bestia.
Mi manda in bestia perché mi sono abituato ad averle sempre intorno, ad avere il suo bacio prima di uscire, appena arrivata, prima di andare a letto. Mi sono abituato a vederla sempre in giro o al telefono, o con dei disegni, o indaffarata a lavorare. Mi sono abituato anche a scoparla dove cazzo mi pare e quando voglio.
<<E se facciamo metà e metà?>> sto cercando in mille modi diversi di convincerla a dormire nella casa di entrambi. Ma so che lei o darà di matto o entrerà in panico per via del suo problema e io mi sto sentendo un egoista e menefreghista a non pensare a lei.
<<Metà e metà?>> sbottando. Ecco appunto, adesso da di matto e io mi sto sentendo una persona orribile.
<<Ti rendi conto cosa significa? –eccome fidati- lo sai il mio problema, lo sai che mi serve un posto mio, che conosco io, che ho studiato io. Non riesco a spostarmi da una casa all'altra e cercare di non impazzire. Lo sai quanto mi danno il tormento le voci, riesco a calmarle solo quando sono nel mio luogo, immersa nelle mie cose. Dovrò farmi una routine nuova cazzo e solo al pensiero impazzisco, dovrò rifarla senza di te e la cosa mi manda in panico. Ma devo, non riesco a lasciarmi andare, non riesco a rilassarmi e credo che tu lo abbia capito>> eccome se l'ho capito. Ma la cosa che mi ha colpito è il fatto che la manda in panico rifare una routine senza di me. Non sapevo che fossi entrato dentro di lei così in profondità, anche lei si è abituata a me e alla nostra routine.
<<Allora fammi venire da te>> dissi di getto. Lei spalanca gli occhi e fa un passo indietro per la mia richiesta. Cazzo ma che ho detto? Le sto seriamente chiedendo di andare a vivere insieme? A vivere da lei?
<<Dimmi che stai scherzando. Ti prego>> fa male. Non tanto ma mi tocca. Perché se veramente si è abituata a me non dovrebbe terrorizzarsi tanto o arrabbiarsi.
<<Perché? Non vuoi?>> indagando. Vedo i suoi occhi attraversare il panico e distogliere lo sguardo quando scuote la testa e ringhia. E come sospettavo a una fottuta crisi in corso. Sono un pessimo ragazzo cazzo.
<<No. Non posso>> sedendosi sul letto. La fisso aspettando che parli con loro prima di intervenire. L'ho capito e provato le prime volte, quando intervenivo troppo presto peggiorando la situazione o beccarmi un pugno. Lei aveva bisogno di affrontare le sue voci, di metterle a tacere e poi cercare conforto e conferma.
<<È casa mia. È il mio luogo>> le voci stavano dicendo esattamente quello che avevo chiesto io.
<<No cazzo anche voi>> questo era un mistero invece. Lei diceva che cerano tante voci che la punivano ma quando le affrontava era come se in realtà la aiutasse, la spronasse a lasciarsi andare.
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IL MIO MIGLIOR NEMICO II
ChickLitCosa succede se due persone che non si sono mai sopportate e che si sono ferite a vicenda si ritrovassero dopo otto anni nella stessa città, nello stesso posto per lo stesso motivo? Beh, per Emily è tutto un malinteso, una punizione per essersene an...